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Giovedì 29 Ottobre 2020




Aquilone, il primo centro del sud per il reinserimento lavorativo

aquiloneGrazie al lavoro di collaborazione tra pubblico e privato sociale, l’integrazione delle persone con disagio psichico è una realtà.
L’Aquilone è un centro diurno per sofferenti psichici di Miano che ha compiuto 30 anni nel 2016  e ha avuto un ruolo da protagonista nella storia della salute mentale in Campania.

Centro di reinserimento sociale e lavorativo sovra-distrettuale afferente al Dipartimento di Salute Mentale della Asl Napoli 1 Centro e gestito con la cooperativa sociale Era (gruppo Gesco), fu aperto come progetto all'avanguardia nel 1986 grazie ai fondi della Comunità Europea. Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 afferiscono all’Aquilone persone con disturbi psichici di tutta la Asl Napoli 1 Centro: circa 40 in tutto, seguite da un’équipe di undici persone tra dirigenti e operatori sociali, sotto la direzione della psichiatra Daniela Sorrentino della Asl Napoli 1 Centro e della psicologa Bianca Maria Croce del gruppo Gesco.

“Aquilone è un centro diurno di arrivo - spiega Daniela Sorrentino -  giungono pazienti che già hanno fatto un percorso di cura e vogliono inserirsi nel mondo di appartenenza lavorativamente o andando ad abitare da soli. Le persone che arrivano sono sempre più giovani probabilmente perché l’attenzione da parte dei servizi di salute mentale è cresciuta; spesso i giovani fanno uso di sostanze stupefacenti, hanno disturbi di personalità più difficili da trattare. Poniamo molta attenzione alle famiglie che vengono informate sui percorsi messi in atto attraverso dei gruppi di ascolto che si riuniscono ogni 15 giorni e attraverso i quali si riescono ad attutire le loro preoccupazioni. Elemento fondamentale della struttura è la presenza di una cooperativa di tipo B, riconosciuta quale miglior sistema di integrazione di persone con disabilità che in questo modo non sono esposte direttamente nel mondo del lavoro, ma allo stesso tempo maturano la fiducia per essere attive e partecipare. Chi meglio del privato sociale che vanta una consolidata esperienza cooperativa potrebbe creare una cooperativa di tipo B? Il valore dell’Aquilone è dunque legato alla pluralità di metodologie utilizzate dalle diverse risorse umane in campo: da un lato il pubblico, con un approccio più clinico, dall’altro il privato con un approccio più sociale ed una presenza più incisiva sul territorio. Dall’educatore al maestro d’arte, gli operatori valorizzano le risorse interne e le capacità della persona di organizzare la propria vita. Questo lavoro il pubblico da solo non lo potrebbe fare poiché richiede un dispiego di forze che non ha. La storia dell’Aquilone è costellata di piccoli grandi successi: oggi il numero dei soci lavoratori ex utenti è cresciuto, molte persone hanno trovato un lavoro , altre si sono iscritte all’Università. Ci vorrebbero altri centri come Aquilone dal momento che è l’unico a Napoli ad occuparsi prettamente di formazione e inserimento lavorativo”.

Tra i laboratori che i pazienti possono frequentare attualmente: ceramica, musicoterapia, recupero e restyling del mobile; legatoria, libro e cartonaggio; sartoria con riciclo di stoffe. A corredo dei laboratori ci sono una serie di attività complementari mirate a favorire l'autonomia della persona come il corso di cucina elementare. I manufatti realizzati nei laboratori sono all'altezza del mercato e realizzati attraverso il riuso e l'utilizzo di materie naturali: alberi con tronco in legno e chioma con retina o lana o carta riciclata, splendidi vesuvi in ceramica, cornici realizzate con “rotolini” ricavati dalla carta di giornale, vecchie credenze che rivivono grazie ad elementi di decoro originali. L'idea alla base di tutti i laboratori dell'Aquilone è quella di recuperare oggetti che andrebbero perduti, così come nel Centro si cerca di recuperare e fra esprimere le risorse interne di persone che altrimenti sarebbero emarginate dalla società.

Alla fine degli anni ’80, la psicologa Bianca Maria Croce e i medici Michele Gargiulo, Tonino Pane e Giuseppe Ruggero, costituirono la cooperativa di tipo A L’Aquilone, con finalità sanitaria, che in breve tempo fu affiancata da L'Aquilone Services cooperativa di tipo B realizzata da persone così dette "normali" e da persone con problemi psichiatrici con l'obiettivo dlel’inserimento di soggetti svantaggiati. "Nell’86, Aquilone era l'unico centro diurno a Napoli e nel sud Italia - racconta Bianca Maria Croce -L'impostazione terapeutica del professor Scala era avanzata poiché superava l'approccio puramente psico-farmacologico prevedendo interventi che incidessero sul sociale e sulle capacità dell'individuo di conservate le proprie risorse. Questo approccio dopo tanti anni non è cambiato: la nostra finalità è lavorare e rafforzare le capacità residue, stimolarne di nuove. Il presupposto eziologico fu quello di superare la diatriba sull'origine della patologia psichiatrica, ovvero la distinzione tra causa bio chimica genetica e causa sociale. La dualità era, ed oggi è chiaro alla maggioranza, un falso problema. Trattandosi di esseri umani le cause del problema psichiatrico sono molteplici: neurochimiche, neurologiche, sociali. Questo significa che bisogna agire su più livelli possibili, affiancando alla psicoterapia e alla farmacologia, l'intervento sull'ambiente sociale dell'individuo, sulla famiglia, sul gruppo sociale di riferimento e sul ruolo dell'individuo all'interno del suo gruppo". 

Per attuare questo intervento complesso il centro Aquilone ha sempre cercato di fare rete col territorio di appartenenza e di lavorare nell'inserimento al lavoro, utilizzando gli strumenti che sviluppano quelle abilità trasferibili nel mondo sociale: dall'abitudine a rispettare gli orari, alla responsabilità di portare a termine un lavoro, al lavoro di gruppo, fino a reggere i ritmi di impegno lavorativo. Pur non avendo la funzione di cura - non sono effettuati interventi psicoterapici ne psicofarmacologici ed ogni paziente resta affidato al proprio psichiatra di riferimento della Asl - di fatto esplica una cura dell'animo umano attraverso la stimolazione della manualità e della creatività elementi essenziali per rendere le persone libere. 

A dimostrazione che l'inserimento lavorativo è una finalità concreta e non un'utopia nel 2017 sono state affidate agli utenti 40 borse lavoro finanziate dalla Regione Campania. I  lavoratori, in base alle loro potenzialità e ai loro desideri, accompagnati da 8 tutor, hanno lavorato in diverse realtà sociali e culturali della città: dalla libreria Universitaria Pisanti di Corso Umberto I; a Palazzo Venezia; in una fabbrica che confeziona di camice; nel polo enogastronomico Il Poggio. Contestualmente è stata creata una Multiservice che formi le persone nelle competenze richieste nel mondo del lavoro, come giardinaggio, trasporto, idraulica, pulizie. 

Uno sguardo dentro i centri diurni

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