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venerdì 21 Gennaio 2022




Primo Piano
Affido culturale: da Napoli la sfida contro la povertà educativa

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Famiglie più forti che prendono per mano quelle più vulnerabili perché tutti, a partire dai più piccoli, possano fruire del patrimonio culturale e delle attività ricreative della nostra città. Alla base del progetto “Affido culturale” - selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, con capofila il Pio Monte della Misericordia in partenariato con organizzazioni del terzo settore, della cultura, dell'arte e del turismo - c’è la stessa idea di scambio e reciprocità dell’Affido familiare.

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Dalle scuole sicure alla devianza minorile: firmato in Prefettura il patto per Napoli

Patto per Napoli

Dalla dispersione scolastica alla devianza minorile: numerosi gli interventi a favore dell’inclusione sociale contenuti nell’accordo per la promozione e l’attuazione di un sistema di sicurezza partecipata e integrata per lo sviluppo della Città di Napoli. Alla presenza del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il protocollo è stato firmato questa mattina nella Prefettura del capoluogo partenopeo dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dal Prefetto di Napoli, Claudio Palomba,  e dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

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Albergo dei Poveri: perché è importante una destinazione sociale

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L’unica destinazione d’uso possibile per l’Albergo dei Poveri è quella sociale: l’accoglienza dei senza dimora è in linea con la storia e la vocazione di Palazzo Fuga, come del resto stabilisce la Legge Regionale 1980 n. 65 “con cui si obbliga ad assicurare la continuazione delle attività istituzionali per le quali l'Albergo è stato costruito”, vincolandole a una finalità sociale.

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Gesco dona oltre mille mascherine FFP2 agli ex lavoratori Whirpool

FFP2

Il gruppo di imprese sociali sempre vicino agli operai licenziati e alle loro famiglie, in presidio permanente nello stabilimento dismesso di via Argine

Da sempre vicino alla causa dei lavoratori rimasti senza lavoro dopo la chiusura della fabbrica di Ponticelli, stamattina il gruppo di imprese sociali, con il presidente Sergio D’Angelo, ha accolto presso la sua sede di Poggioreale una piccola delegazione di ex lavoratori che stanno continuando a lottare per tenere i riflettori accesi sulla loro vicenda. Ad accompagnarli uno striscione con la scritta Whirpool Napoli posta al contrario: “Un’iconografia che rappresenta come ci sentiamo e come l’azienda licenziandoci abbia messo sottosopra le nostre speranze, la nostra vita, la città stessa”, spiegano. 

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Riapre Che Follia, il Social Bazar più “pazzo” di Napoli

che follia riapertura

Dopo una pausa per ristrutturazione e restyling, riapre i battenti Che follia, il Social Bazar più “pazzo” di Napoli (con sede in Via dei Tribunali 308). Una scintillante vetrina nel cuore del centro storico che ospita le produzioni più belle e originali provenienti dai circuiti della cooperazione sociale, della solidarietà e del sostegno alle fragilità. Quale migliore periodo per farlo conoscere con più forza a turisti e cittadini se non quello prenatalizio?

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News
Giovedì, 20 Gennaio 2022Annalisa Durante, la forza rigeneratrice della memoria: il concorso per le scuole

Annalisa Durante copiaPremiare le migliori proposte degli studenti sul valore educativo e rigenerativo della memoria di Annalisa Durante, giovane vittima innocente di Forcella, la cui morte si è trasformata negli anni...

Lunedì, 17 Gennaio 2022Terapie domiciliari Covid, il Tar del Lazio boccia la circolare di Speranza

Terapia domiciliare covid«È onere imprescindibile di ogni sanitario di agire secondo scienza e coscienza, assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta quale conseguenza della professionalità e del...

Venerdì, 14 Gennaio 2022Ponticelli, furti e danni nel Centro ‘Remida Napoli’

Centro Remida Napoli PonticelliNelle ultime ore la struttura comunale che a Ponticelli, quartiere nella zona orientale di Napoli, ospita il Centro di riciclaggio creativo ‘Remida Napoli’ è stata oggetto di un furto da parte di...

Venerdì, 14 Gennaio 2022Raid nella sede AssoGioCa: "Maggiore sicurezza per piazza Mercato"

Raid nella sede AssoGioCaEpisodio spiacevole e odioso quello che viene denunciato da Asso.Gio.Ca., Associazione Gioventù Cattolica, realtà da sempre nota a Napoli per il suo impegno nel sociale: nelle prime ore della...

Giovedì, 13 Gennaio 2022Ottaviano, torna il servizio notturno di auto medica per i malati di covid

automedica ottavianoIl Comune di Ottaviano ripristina il servizio notturno di auto medica per i positivi al covid – 19 della città che hanno bisogno di assistenza. Sarà attivo da sabato 15 gennaio, tutti i giorni...

“Abbandonati nelle campagne di Eboli”

Emblematico racconto dei profughi “accolti” dalla Protezione Civile.

rifugiati-2Potrebbe essere il simbolo di ciò che è stata la gestione dell’emergenza Nord Africa in Campania. A Eboli, in aperta campagna, lontano dal centro abitato, una quarantina di richiedenti asilo vive da sei mesi in due casolari diroccati.

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Finestre rotte, pioggia che cade dal tetto, bagni fatiscenti e immondizia non raccolta. Per riscaldarsi stufe alimentate a cherosene, che riempiono l’aria di un odore acre. Sono arrivati a Luglio del 2012 dopo essere stati spostati da alberghi adibiti a Centri di accoglienza che avevano deciso di non rinnovare la convenzione con la Protezione Civile. Mai nessuno è venuto a fargli visita. Gli unici contatti con l’esterno dipendono dai gestori della cooperativa che li ha avuti in affido. Arrivano due volte al giorno per i pasti, preparati da un ristoratore della zona. Pochi minuti e vanno via. Impossibile persino spendere i ticket di 75 euro che come previsto dalla legge gli vengono forniti ogni mese. Nell’arco di decine di chilometri non c’è un solo negozio convenzionato. 

Ci si arriva percorrendo una stretta stradina sterrata. Un cancello arrugginito segna il confine. Sul patio di una delle palazzine alcuni profughi giocano a biliardo. Salutano, ma preferiscono non parlare. Potrebbero avere problemi. Ad accompagnarci all’interno degli edifici è il ragazzo che ha denunciato la situazione. A Napoli era tra i richiedenti asilo più attivi nel pretendere il rispetto dei suoi diritti. Non si lascia intimorire dall’arrivo di uno dei gestori e ci accompagna nella sua stanza per raccontare. “Siamo totalmente abbandonati”, ci dice. E’ scappato dalla Nigeria e non vede l’ora che l’”incubo” accoglienza finisca: “Sono in Italia da un anno e mezzo e non sono ancora stato ascoltato dalla Commissione. Appena avrò i documenti andrò lontano da qui”. Ci fa da guida nell’edificio. In quella palazzina di due piani la sua è l’unica stanza abitabile. Le altre hanno i muri abbattuti, non ci sono finestre e con la pioggia il pavimento è trasformato in una piscina. Dappertutto ci sono calcinacci e immondizia. 

Nell’altra palazzina vivono tutti gli altri. Loro sono stati ascoltati già dalla Commissione. Quasi tutti hanno ricevuto il diniego. Ora hanno il permesso di soggiorno umanitario per un anno e aspettano di sapere dove potranno andare una volta che l’emergenza sarà finita. “Nelle nostre stanze il pavimento è fatto di ghiaia, e ci sono delle tavole per coprirlo. Piove dal tetto e fa molto freddo”, ci raccontano. L’aspetto esterno è migliore, la facciata appare intonacata di fresco. Impossibile verificare le parole di chi vive all’interno. Il gestore non ci consente di entrare.

Dei tantissimi servizi previsti dal capitolato ministeriale per l’accoglienza sembra non esserci traccia. Come del resto in tantissime strutture alberghiere trasformate in C.a.r.a. Interpellato al telefono il responsabile della cooperativa non ha voluto fornire alcuna spiegazione. Il ragazzo che ci ha fatto da guida, invece, ha ricevuto un ammonimento: se proverà di nuovo a contattare giornalisti sarà messo alla porta.

Mario Leombruno e Luca Romano

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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