Dignità nel lavoro e negli ospedali, apertura di case di accoglienza
Sono sei, di cui due donne transessuali, le candidate appartenenti all’associazione TransNapoli che parteciperanno alle prossime elezioni delle municipalità del Comune di Napoli.
Una scelta importante che nasce dalla volontà di portare alla luce le tematiche ed i problemi di esclusione che, ancora oggi, colpiscono le persone trans. Ne abbiamo parlato con la vice presidente dell’associazione, Loredana Rossi.
Cosa vi ha spinto a prendere questa decisione?
Questa amministrazione ci è stata molto vicina. Il sindaco de Magistris, ma anche Simona Marino, la delegata alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, hanno preso fortemente a cuore le nostre tematiche. Per questo non potevamo non scendere in campo a sostegno di questa amministrazione. Vogliamo dimostrare, inoltre, che noi non siamo invisibili. Chi è contro di noi se ne faccia una ragione, vogliamo contare anche dal punto di vista politico.
Quali sono le lotte che porteranno avanti le candidate?
Da anni, l’associazione Napoli Trans porta avanti una serie di battaglie come l’apertura di sportelli di assistenza per le persone transessuali, oppure le lotte per il diritto al lavoro. Alcune, infatti, sono ancora costrette a prostituirsi per sopravvivere. Uno dei nostri obiettivi, quindi è restituire dignità nel lavoro, ma anche negli ospedali, dove le transessuali sono collocate nei reparti maschili. Un’altra nostra battaglia è l’apertura di case di accoglienza. L’anno scorso, solo nella città di Napoli, sono state buttate fuori casa, allontanate dalle proprie famiglie, dieci persone obbligate poi a vivere per strada, questo avviene perché in tutta Italia non esistono strutture di accoglienza per le persone transessuali.
Con quali azioni concrete è possibile abbattere i pregiudizi?
Bisogna andare nelle scuole, nelle università. Partire dai bambini fino ai più grandi, facendo educazione su queste tematiche.
Come si pone la città di Napoli rispetto ai temi che riguardano il mondo trans? C’è apertura oppure no?
Napoli è una città aperta, è vero. È una città tollerante, anche se non mi piace questo termine, perché a noi non ci “deve tollerare” nessuno. I “femminelli” sono la storia di Napoli. Però, nonostante la vicinanza dell’attuale amministrazione, stiamo tornando indietro. C’è ancora troppa intolleranza, troppa violenza verbale e fisica. Solo due mesi fa, a Fuorigrotta, è stata uccisa una transessuale, una nostra socia di nome Ketty. La strada da percorrere è ancora lunga.
I nomi delle sei candidate che, così come sottolinea Loredana Rossi, ci “mettono la faccia” sono: Nunzia Lo Preiato, Alessia Becchimanzi, Carmen Russo, Stefania Zambrano, Sabrina Cerasuolo e Vittoria Sarchiano.
Giovanna Amore