Cesare Bondioli e Emilio Lupo: “Sviluppare una salute mentale di comunità per garantire i diritti e contrastare efficacemente ogni forma di violenza”
In queste ultime settimane almeno due episodi di TSO, in provincia di Padova e a Torino, hanno occupato le pagine dei giornali per i tragici esiti con cui si sono conclusi.
Pur non conoscendo i dettagli delle storie, se non attraverso le cronache giornalistiche, è assai grande in noi la preoccupazione che, purtroppo, nei Servizi di Salute Mentale, si possa ricorrere sempre più frequentemente al TSO (o all’ASO – Accertamento Sanitario Obbligatorio), cioè a un intervento limitativo della libertà personale del paziente anche per la somministrazione di farmaci long-acting, la cui somministrazione non è mai “urgente”. Il TSO si sostituisce surrettiziamente alla fatica quotidiana dell’equipe curante, tesa a costruire una vera relazione terapeutica che implica un contatto continuativo, in un clima di reciprocità e negoziazione da cui qualunque violenza non può che essere estranea.
Per realizzare questo clima di “presa in carico” occorre - come andiamo sostenendo da anni - insieme a quella progettualità condivisa con l’utente, anche personale formato e sufficiente, e le carenze di personale qualificato di cui soffrono i Servizi, per i continui tagli degli organici, non bastano certo a giustificare scorciatoie “terapeutiche”: occorre intervenire, e urgentemente, affinché i Dipartimenti di Salute Mentale ritornino ad essere centrali e con risorse certe, per i molteplici e diversificati interventi da attuare sul territorio. Altresì bisognerà intervenire, con decisione, sulla cultura e sulla formazione degli operatori dei Servizi e sulle modalità di una corretta attuazione del TSO - da parte di tutti gli attori in campo - nello spirito della legge di riforma psichiatrica.
Nell’attesa che la Magistratura verifichi rapidamente condotte e atti di questi ultimi tragici avvenimenti, c’è un’altra considerazione che non si può eludere: perché questo sussulto violento di tipo manicomiale (si sarebbe detto in altri tempi) proprio in questo momento? E’ un fenomeno cui abbiamo assistito, in altre forme, anche in altre fasi della vicenda psichiatrica: fu così dopo l’emanazione della legge 180/78, quando per qualche mese aumentarono gli invii di pazienti psichiatrici in ospedale psichiatrico giudiziario (si disse allora che l’Opg svolgeva una funzione vicaria – ma necessaria – all’assenza del manicomio), sta forse succedendo qualcosa di analogo, oggi, adeguato al clima violento e alle logiche securitarie, dopo l’approvazione della legge 81/14 e l’iniziato processo di chiusura degli OPG?
Orbene, nonostante tutto non bisogna né arretrare di un millimetro, tantomeno allontanarsi dal percorso tracciato negli anni di lavoro territoriale. I fatti dimostrano, inequivocabilmente, che laddove realizzato, è risultato vincente e rispondente in pieno ai reali bisogni di utenti e familiari: insomma, il rafforzamento dei Dipartimenti e delle loro articolazioni funzionali, come dicevamo dinanzi, resta la madre di tutte le battaglia da fare, insieme a quanti, come Psichiatria Democratica, sono convinti che una Salute Mentale di comunità, debba sempre più prendere il posto di una psichiatria asfittica e di controllo. Bisogna però essere attenti a iniziative settoriali, a specialismi riduzionisti e mantenere quella indispensabile visione d’insieme dei problemi, in grado di promuovere reali processi di inclusione verso cui bisogna continuare ad impegnarsi, senza sosta.
In conclusione, Psichiatria Democratica fa appello a coloro che si battono in nome dei dettami costituzionali e della giustizia perché si tuteli sempre il diritto alla salute e perché la cura si integri ancor di più con l’area sociale, il diritto all’abitare ed il lavoro possa concretizzarsi, in ciascuna regione, attraverso l’approvazione e l’adeguato finanziamento di progetti territoriali dei Dipartimenti di Salute Mentale.
Cesare Bondioli - Responsabile Naz. Carceri e OPG di Psichiatria Democratica
Emilio Lupo - Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica