Un Pride controverso, come spesso accade per i grandi eventi che coinvolgono più soggetti nell’organizzazione.
Quest’anno a dare il là alle polemiche è stato il presidente di I-Ken Carlo Cremona, che in un’intervista a Napoli Città Solidale (leggi qui) sostiene di non aver mai ricevuto risposta dall’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Napoli, in merito alla sua richiesta di organizzazione del Gay Pride a Napoli.
Abbiamo chiesto all’assessore comunale alle Pari Opportunità Francesca Menna di chiarire quanto è successo.
Assessore qual è tecnicamente è il procedimento secondo cui si stabilisce chi ha diritto all’organizzazione del Pride?
Le due Associazioni hanno chiesto il patrocinio che viene istruito dall’assessorato alle Pari Opportunità ma viene dato dal Sindaco attraverso il Cerimoniale. È stata inoltrata la richiesta del Patrocinio congiuntamente alla Piazza Plebiscito dalle tre associazioni che hanno fatto richiesta per il Flash mob, mentre l’Associazione I-Ken ha chiesto il patrocinio per i giorni 27 e 28 giugno senza specificare la piazza. Per facilitare l’associazione abbiamo chiesto con una nota di specificare la piazza dove intendevano svolgere l’evento e siamo ancora in attesa di risposta.
Secondo Cremona “chi arriva prima a fare la richiesta” vince. È vero?
Sebbene il patrocinio viene istruito da noi è rilasciato dal Sindaco, come detto precedentemente, ma sappiamo che l’uno non esclude l’altro ed è a discrezione del Sindaco.
Quali sono secondo lei le questioni più urgenti da risolvere per gli lgbt napoletani?
Le persone lgbt sono una fascia di popolazione che esprime dinamiche sociali specifiche non ancora riconosciute come si dovrebbe nell’ambito delle politiche sociali. Non ci sono, per esempio, Centri Antiviolenza per persone lgbt né percorsi di sostegno al raggiungimento dell’autonomia, tantomeno case di accoglienza per persone con difficoltà sia abitative che per persone vittime di violenza.
Qual è il senso del Pride di quest’anno?
Il Pride è un momento delle associazioni e noi, come amministrazione comunale, offriamo tutto il nostro supporto. È molto importante che Napoli non abbia cancellato questo evento così significativo che verrà onorato nonostante i divieti dovuti al Covid, ma eseguito nel rispetto dell’ordinanza regionale.
Quali sono le iniziative dell’assessorato per migliorare le condizioni delle persone lgbt?
Pensiamo di chiedere con forza di istituire i CAV (Centri Antiviolenza) lgbt. A Napoli in qualche modo è stato già sperimentato un percorso per mettere in sicurezza persone LGBT vittime di violenza domestica, infatti abbiamo fatto una manifestazione d’interesse per strutture ricettive durante l’emergenza Covid ed abbiamo avuto la disponibilità all’accoglienza fino al 31 luglio. Presto verrà istituita la prima casa di accoglienza per persone lgbt, stanno per partire bandi per la formazione con tirocinio per migliorare le condizioni di istruzione e lavorative per le persone lgbt, tutto affiancato sempre da percorsi culturali per promuovere sempre di più l’inclusione contro l’Omotransfobia.
(Alessandra del Giudice)