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Giovedì 13 Agosto 2020




Storie dei Vicoli di Napoli. La signora dei ventagli

la signora dei ventagliQualcosa si è spezzato nei cuori degli abitanti di Chiaia e la Torretta quando il piccolo negozio di Marianna alla fine di via Martucci ha abbassato la serranda per non rialzarla mai più. Sembrava un miracolo che in tempi come questi riuscisse ancora a tirare avanti con le sue merci fuori moda resistendo fino alla fine del 2015 prima di arrendersi. Chi ai giorni nostri compra ancora ventagli fatti e dipinti a mano?

“Quando ho messo in vendita la botteguccia di via Martucci è finita una parte della mia vita e della storia di famiglia – racconta Marianna, conosciuta nel quartiere come “la signora dei ventagli” – Ho ereditato locale e mestiere dalla sorella di mia madre che a sua volta aveva imparato a fare i ventagli da mia nonna. Sembra facile fare ventagli, quasi fosse la versione più elaborata di un lavoretto per bambini, ma non lo è. Bisogna capirne di stoffe, saper cucire a mano, e soprattutto bisogna saper disegnare”. Nella camera da pranzo dai soffitti alti, sul tavolo in mogano coperto da un elaborato centrino all’uncinetto, Marianna espone solo per i miei occhi alcuni fra i lavori da lei eseguiti e alcuni pezzi creati dalla zia e dalla nonna. Allo Shantung cinese decorato con motivi di fiori e frutta affianca modelli in midollino e sete di San Leucio, su cui il tempo ha lasciato traccia del suo passaggio. Le dita agili tradiscono i Settant’anni d’età e cercano nella scatola dei ricordi gli oggetti più amati. “Questo è il ventaglio che zia Concetta fece per il giorno del mio matrimonio  – racconta mentre mi mostra aprendolo e richiudendolo più volte un elegante modello dalle tinte avorio, finemente decorato con un intricato motivo trompe l’oeil nei toni dell’oro e del crema. – Era una calda giornata di inizio luglio ed è stato un alleato prezioso. Non solo per “scosciarmi” ma anche per coprirmi il volto paonazzo nei momenti di maggiore commozione”. Marianna ride imbarazzata, i suoi occhi azzurri tornano quelli di una ragazza mentre muove veloce il ventaglio con fare civettuolo. “Quanti ricordi. Una vita trascorsa fra quelle pareti. Alcune fra le clienti più affezionate vengono a trovarmi qualche volta, ma mi rendo conto che i tempi sono cambiati. Ormai non siamo in molte ad apprezzare questo genere di cose. La preziosità di un oggetto fatto a mano, in cui ogni materiale è scelto con cura, nei cui decori ci sono ore di lavoro. Oggi non si riesce a distinguere uno di questi oggetti da un prodotto in plastica Made in Cina acquistabile a poco più di cinque euro in un qualsiasi magazzino di oggetti per la casa”. Gli occhi di Marianna si perdono nel movimento leggero del pizzo impalpabile che decora un modello da borsetta da cui pende una piccola nappa di seta acquamarina.

Si ha la sensazione che oggi, nell’era della globalizzazione, tutto sia accessibile con un click. Basta inserire l’oggetto dei desideri, da qualsiasi parte del mondo esso provenga, in un fantomatico carrello on-line, scelto dopo una rapida scorsa della lente d’ingrandimento, e si materializzerà come per incanto direttamente a casa nostra dopo soli cinque giorni lavorativi. Oggetti che non dicono nulla di chi siamo ma che ci rappresentano. Nell’era dell’ e-commerce niente è fatto appositamente per noi. Possiamo accedere a tutto ma, in fondo, nulla è veramente nostro.

“Le Storie dei Vicoli di Napoli” sono accompagnate dal contributo fotografico della fotografa Viviana Rasulo

Chiara Reale

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