Cesare Moreno presenta il Centro socio educativo polifunzionale di Barra-Ponticelli
Controcorrente come può esserlo solo chi cammina a fianco ai ragazzi da trent’anni, Cesare Moreno, spiega il suo punto di vista sulla violenza minorile: “Inutile reprimere e drammatizzare. L’unica ricetta è essere con pazienza accanto ai ragazzi dal centro alle periferie”. Il fondatore dei Maestri di Strada presenta in anteprima il futuro Centro socio educativo polifunzionale a Barra-Ponticelli.
Durante la serata di sabato 1 giugno alcuni universitari sono stati aggrediti da un gruppo ragazzini più giovani e di coetanei violenti nel centro storico di Napoli. Numerosi gli articoli che urlano all’ “emergenza minori violenti”, mentre Cesare Moreno, fondatore dei Maestri di Strada, invita alla calma e suggerisce un altro punto di vista. “Non siamo nuovi ad una situazione insostenibile. La città di Napoli è una bomba pronta ad esplodere da 2, 3 secoli. Certamente in una città dove i coperchi istituzionali sono molto fragili, la pentola a pressione è piena di buchi per questo non scoppia, ciò non toglie che la situazione è esplosiva. Ciò che oggi è cambiato è la percezione: c’è il panico morale, la paura che stia crollando il patto sociale. Ogni volta che un ragazzino “piscia fuori del vaso” l’intera compagine adulta si sveglia con sensi di colpa colossali. La domanda è: “Perché invece di chiederci come stanno i ragazzi non ci chiediamo come stanno gli adulti? Sono morti di paura perché sanno che non riescono a fare il loro dovere di adulti e perché questa società fa molto poco per i più piccoli”.
Bad news is a good news
“Una cattiva notizia è una buona notizia”. Secondo questo criterio se la notizia dell’aggressione di sabato sera è rimbalzata su tutti i giornali è passata quasi sotto silenzio la manifestazione “Vesuvio d’oro”, fa notare Cesare Moreno. “Al film festival al cinema Pierrot, dove sabato sera sono stati presentati documentari sociali, centinaia di ragazzini sono rimasti fino a mezzanotte seguendo i loro compagni che avevano prodotto spot sociali eppure questo tipo di notizia è passata in sordina mentre ha fatto notizia quella dei quattro ragazzini artefici dell’aggressione. I mezzi di comunicazione di massa determinano un effetto moltiplicatore della drammaticità”.
Le ricette risolutive
“Più si moltiplicano le ricette risolutive e più ci spaventiamo- continua Moreno- . Di fatto la ricerca spasmodica di una soluzione che puntualmente non si realizza fa aumentare il panico. La verità è che l’unica soluzione è il lavoro paziente e quotidiano degli educatori e dei genitori con i ragazzi. Non possiamo risolvere il singolo episodio, ma possiamo cercare di bloccare il contagio sociale. Ma l’unica ricetta è esserci”. Il maestro di strada è contrario alla repressione forsennata: “Anche mettessimo 100 camionette di militari in città, questi episodi non si arresterebbero, anzi. Indubbiamente il clima di violenza e repressione così diffuso in città, accresce la percezione di un’emergenza continua. Invece quando più la situazione è difficile più si deve mantenere la calma”.
La ricetta dei Maestri di Strada: la pazienza
Evidentemente il tempo di risoluzione dei problemi non si concilia con i tempi della politica urlata di quest’epoca. Gli stessi Maestri di Strada a fianco ai ragazzi da quasi 30 anni solo negli ultimi anni hanno raggiunto una certa stabilità. Il progetto Chance nato nel 1998 aveva suscitato in centinaia di giovani la speranza di aver incontrato qualcuno che con coerenza li sostenesse, ma fu chiuso nel 2009 per ignoti motivi, ma i Maestri di Strada non si arresero e continuarono ad alimentare quella speranza basandosi su risorse private e sul lavoro di giovani e giovandosi dell’apporto gratuito di cittadini che si rendono responsabili dell’educazione di giovani a rischio dispersione. “Il nostro lavoro cominciato nel 1991, oggi sta dando i suoi frutti. Si tende ad attribuire il problema alla mancanza di fondi, in realtà la risorsa principale è quella delle menti che pensano. Non è possibile che un discorso di educazione riguardi solo i soldi. Oggi i soldi ci sono, ma vengono usati male. Facendo un rapido calcolo ci sono quasi 50 milioni di euro impegnati sui problemi dei giovani in città ma manca una regia comune, così come mancano presidi stabili nei quartieri. Così come prendersela con i genitori dei ragazzi violenti non serve: la normativa esiste e prevede che i genitori siano responsabili dei minori, ma poi le normative non si applicano. Il tema è piuttosto fare un lavoro paziente anche con i genitori. Noi dei Maestri di Strada i progetti li facciamo, cerchiamo le risorse e li realizziamo. Per noi le risorse principali sono quelle umane ad esempio sono anni che coltiviamo i genitori “sociali” che si impegnano a fianco ai ragazzi”.
Presto i Mestri di Strada apriranno un Centro Socio Educativo a Ponticelli
Sarà il primo caso a Napoli e uno dei primi in Italia quello di una ex scuola data in affitto ad una realtà sociale. Nascerà nel quartiere di Ponticelli il Centro Polifunzionale aperto ai cittadini da zero a 90 anni gestito dai Maestri di Strada. “Stiamo per firmare un contratto di affitto con il Comune di Napoli ad un prezzo politico- chiarisce Moreno-, quindi secondo le leggi e le contabilità della Corte dei Conti e non in comodato d’uso. Inoltre investiremo circa 300, 400 mila euro da fondi privati per ristrutturare la struttura in modo che sia efficiente quasi al 100% da un punto di vista energetico. Ad affiancare l’equipe dei maestri di strada ci saranno esperti delle facoltà di Ingegneria e Architettura, oltre che dell’amministrazione del Comune per costruire insieme un progetto condiviso di rigenerazione urbana”. Il centro diventerà un presidio importante per la periferia est di Napoli con laboratori e attività gratuite dedicate a tutti.