Torna per l'undicesima edizione la la rassegna culturale Strane Coppie, un incontro dibattito per analizzare temi sociali aiutandosi con la letteratura.
Dialoghi a tu per tu fra autori viventi su coppie di grandi classici letterari del Novecento (e non solo). Quest’edizione s’intitola, invece, COSTELLAZIONI e narra i sistemi stellari che scrittori e scrittrici, in epoche e lingue diverse, disegnano, dialogando nell’infinita rete di immagini e di idee che costituisce l’anima mobile della letteratura. Quest’incontro avrà come tema centrale il Femminicidio, questo truce tema sarà affrontato con l’aiuto di quattro illustri nomi della letteratura: Giovanni Arpino, Fëdor Dostoevskij, Tommaso Landolfi e Bernard Malamud.
Ogni giorno i media registrano un aumento impressionante delle violenze e degli assassini in famiglia. Vittime privilegiate sono le donne, spesso uccise con i propri figli da mariti, compagni, fidanzati spaventati dall’essere stati abbandonati. La crescita del fenomeno, o il fatto che venga denunziato e risaputo, ha una regolarità inquietante, tanto che, in anni recenti, è stata coniata una discussa parola ad hoc per questo crimine: femminicidio. Il tema si apre a molte possibili interpretazioni poiché tocca le varianti dei rapporti uomo-donna nella società, un indebolimento del ruolo maschile nei rapporti economici e un rafforzamento delle libertà individuali delle donne. Il primo racconto, per molte ragioni padre spirituale di tutti gli altri, sarà La Mite di Dostojevskij. Seguito poi da letture dei racconti di Giovanni Arpino, Tommaso Landolfi e Bernard Malamud. Responsabilità, etica, amore sono solo alcune delle questioni che portano con sé questi gioielli della letteratura.
La mite (1876) di Dostoevskij è il monologo di un marito davanti al cadavere della moglie suicida. Una moglie giovane, sposata in difficoltà economiche, salvata, amata ma oppressa. L’ambiguità di questo racconto e la sua eccezionale bellezza ha generato numerosi figli o parenti letterari: La muta (1964) di Tommaso Landolfi, monologo di un pedofilo innamorato di una giovanissima vicina di casa muta, che finirà con l’uccidere; La babbuina di Giovanni Arpino (1967), racconto di un uomo che ha comperato la sua quarta moglie al circo, poiché è proprio di una scimmia che si tratta, obbediente, pulita e innamorata: anch'essa finirà suicida; e, infine, Abbi pietà (1958) di Bernard Malamud, dove la suicida è una vedova ebrea, che si ammazza con i suoi figli pur di non sposare l’usuraio che l’ha rovinata e che pure vorrebbe salvarla, unico caso fra questi portati in cui anche l’uomo si è ucciso, tant’è che la vicenda si svolge in un non-luogo, forse un inferno, forse un manicomio, forse un commissariato. . “La letteratura, contrariamente al giornalismo, non cerca di dare risposte. Spesso si cercano le risposte nei libri, ma io credo fermamente che la letteratura serva soprattutto a porre la domanda meglio” conclude Antonella Cilento. L’incontro è gratuito e aperto al pubblico.
FEMMINICIDIO
(o l’incomprensibile femminile)
Giovanni Arpino, Fëdor Dostoevskij, Tommaso Landolfi, Bernard Malamud
La babbuina, La mite, La muta, Abbi pietà
dialogano con Antonella Cilento
Laura Bosio e Giuseppe Montesano
Letture/ Orlando Cinque e Andrea Renzi
Immagini&Musica/Marco Alfano