«Non c’è pace se non c'è libertà nella mente. Sento grande energia positiva e siamo tutti qui uniti per gridare che non ci sono differenze».
Sono le parole essenziali e cariche di significato di Monica Sarnelli, madrina d’eccezione, che ha guidato il Mediterranean Pride of Naples 2017. Il raduno, sostenuto dal coordinamento Campania Rainbow, si è aperto col gonfalone del Comune di Napoli e se nella precedente edizione si era tenuto a Bagnoli, quest’anno si è svolto nel cuore di piazza Municipio ed è proseguito fino al Castel dell’Ovo. Tanta gente si è assiepata lungo il percorso con grande orgoglio e determinazione. Alcuni di loro hanno mostrato fieri i cartelloni con la scritta: «L’amore sboccia tra persone non tra sessi perché porsi dei limiti» e «I’am gay, any problem»?
Il tema centrale del Pride è stato il corpo e la sua capacità di autodeterminazione con un particolare riferimento anche al Mar Mediterraneo ritenuto il trait d’union tra i diversi popoli che riescono a dialogare mediante la cultura. E non poteva esserci argomentazione migliore considerando che «nessuna idea è rivoluzionaria se non passa per i nostri corpi» come recita la locandina del Pride “Liberamente corpo”. La comunità Lgbt con grande orgoglio ha rivendicato i propri diritti civili rievocando i leggendari moti di Stonewall del 1969 che sancirono la nascita di questi movimenti.
«Quest’anno il Pride – dichiara il sindaco di Napoli De Magistris – ha un effetto ancora più dirompente perché partire dalla piazza del popolo significa avere una città che si schiera. Le lotte sono state fatte ma le conquiste da fare sono ancora tante. Per noi l’amore è l’unico motivo per vivere e non per sopravvivere. Le differenze per noi sono una ricchezza e una ragione di vita. Staremo sempre insieme come sindaco e non».
Per una giornata intera sulle note di “Napul’è”, “Magnifica Gente” e “Caruso” Napoli ha intravisto i colori dell’arcobaleno sui visi dei manifestanti, accorsi in decine di migliaia per l’occasione. Una città che si è schierata apertamente contro gli stereotipi sulla diversità sessuale. Tra i partecipanti c’era Ruben, il figlio di due donne che è riuscito ad ottenere la cittadinanza italiana dal sindaco. Ad un certo punto hanno attirato l’attenzione della folla modelli e modelle dal fisico scolpito situati su un palco mobile.
«E’ il gay pride più partecipato della storia di Napoli – afferma Antonello Sannino, presidente di Arcygay Napoli – con un successo che va oltre ogni previsione. C’è però ancora molto da fare. Io penso che in questo paese la battaglia madre che si deve ancora vincere è la laicità vera delle istituzioni democratiche».
Alessio Bocchetti