Lo storico mercato interetnico sgomberato senza preavviso
Lo storico mercato interetnico di via Bologna a Napoli è stato sgomberato, senza alcun preavviso, il 15 giugno con un ingente numero di carabinieri e poliziotti. Proprio in queste ore si sta tenendo un presidio sotto palazzo San Giacomo capitanato dai tutti gli ambulanti africani, dalla Cgil, dall’ associazione senegalese di Napoli, dai centri sociali, la Cgil, i Centri sociali, l’associazione Tre Febbraio.
“Oltre 60 persone, italiane e immigrate, sono in strada senza i mezzi per sostenere economicamente le proprie famiglie. Gli ambulanti ci hanno riferito che gli agenti si sono presentati e hanno sequestrato le bancarelle, senza preavviso, e senza rilasciare verbali di sequestro. Questo trattamento è disumano e indegno. Sono esseri umani che cercano di guadagnare da vivere onestamente. Via Bologna è l’unico esempio, a livello nazionale, di solidarietà e diritti che unisce immigrati e italiani. È il simbolo migliore della Napoli accogliente. È un esempio da promuovere, non da reprimere!” Questa la denuncia dell’associazione 3 Febbraio. Ad unirsi al presidio che si sta tenendo oggi pomeriggio, 16 giugno, per chiedere spiegazioni alle istituzioni dello sgombero coatto: gli ambulanti africani, la Cgil, l’associazione Senegalese di Napoli, i Centri Sociali e la Cgil. Il paradosso è che il mercato interetnico fu stato regolarmente autorizzato nel 2012 con tanto di bando che assegnò 62 posti per la vendita nella strada. “Quel permesso doveva essere rinnovato ogni anno- spiega Pierre Preira, presidente dell’associazione dei senegalesi di Napoli -. Ma gli ultimi rinnovi sono stati concessi nel 2014, nonostante siano state fatte le richieste dal 2015 non hanno più concesso permessi a causa di un ritardo amministrativo. Dal 2016 siamo in trattativa con l’assessorato alle attività commerciali, abbiamo fatto vari incontri con l’ufficio tecnico e lo stesso sindaco diversi mesi fa ci ha detto di aver preso a cuore la questione. La giustificazione del blocco dei permessi è stata: “E’ cambiata la legge. Non si sa ancora, forse risolviamo”. Ma sono state solo promesse. E’ stata una presa in giro. Lo sgombero avvenuto dall’oggi al domani ha messo per strada tante persone che fanno questo lavoro e che se almeno fossero state avvisate avrebbero potuto organizzarsi”.Il Comune incolpa la Municipalità, ma la ragione dello sgombero sembra essere il progetto per cui a via Bologna dovrà essere realizzata la rampa di un parcheggio sotterraneo e per questo non si potrà fare commercio itinerante. “Perciò, al Comune che ci dice di essere contrario allo sgombero, diciamo: date subito agli ambulanti i diritti all’occupazione di suolo! Basta propaganda sulla pelle della povera gente!” sottolinea Gianluca Petruzzo, presidente dell’associazione 3 Febbraio. Alfonso de Vito, attivista antirazzista che partecipa al presidio è sarcastico su quella che chiama la "Città dell'Accoglienza". “In pochi giorni due fatti gravissimi dimostrano che Napoli è tutt’altro che accogliente: lo sgombero di via Bologna e la storia di Amadou, giovane rifugiato arrivato sulla nave di Msf, da due settimane bloccato al Loreto Mare per esami necessari sul suo stato di salute, è stato finalmente trasferito in ambulanza al Cotugno per la loro realizzazione e subito rispedito indietro perchè "non avevano tempo". La motivazione formale dello sgombero paradossalmente è stata la "constatazione" che i venditori ambulanti avevano una concessione scaduta. “La realtà è però decisamente un'altra ed è ben conosciuta dalle Istituzioni- spiega de Vito-. Nel 2014 una discutibile legge regionale cancella la cosiddetta "itineranza vincolata", formula con la quale negli anni erano stati autorizzati tutti quei mercatini di strada che non avevano le condizioni strutturali per essere riconosciuti come un vero e proprio mercato. Una condizione che riguarda oltre agli ambulanti (africani e napoletani) di via Bologna, altre centinaia di lavoratori ambulanti e di mercatini di strada. Per rimediare la giunta comunale inserisce nel nuovo regolamento dei mercati una "norma ponte" che conserva le concessioni pre-esistenti di itineranza vincolata fino a che i titolari delle stesse non fossero progressivamente inseriti nei mercati ordinari con i vari bandi annuali. Questa norma di buon senso è però arenata dalla lentezza con cui il nuovo regolamento è approvato in Consiglio Comunale, cosa che avviene solo dopo le elezioni, nell'ottobre 2016. E solo in quel momento la dirigente dei mercati comincia a rilasciare il rinnovo delle concessioni. "Guarda caso" tra gli ultimi ancora in fila ad attenderne il rilascio sono rimasti proprio gli ambulanti del mercato interetnico di via Bologna che non hanno ovviamente alcuna responsabilità in tutto questo, che continuamente hanno sollecitato la burocrazia e l'amministrazione in tal senso e oggi subiscono questo blitz ignobile, discriminatorio e strumentale. Infine il rimpallo di responsabilità. Al Comune di Napoli giurano di non avere organizzato alcuno sgombero, ma certo portano per intero la responsabilità di una situazione kafkiana che invece è nella loro piena competenza amministrativa e di cui gli ambulanti di via Bologna subiscono semplicemente le conseguenze. Tra i potenziali mandanti anche la Questura, che sempre più si propone come attore politico sul fronte della "sicurezza e del decoro" sull'onda dei decreti Minniti e dell'eterna logica di essere forte coi deboli e debole coi forti. E il Presidente della IV municipalità Giampiero Perrella (eletto con una maggioranza arancione e vicino a David Lebro) con gli interessi che lo spingono. Sullo sfondo c'è infatti la ristrutturazione di piazza Garibaldi e un meccanismo di espulsione che già da settimane si sta accanendo contro l'ambulantato più povero e informale. Il mercatino interetnico rappresenta così un passaggio chiave, sia per il suo ruolo storico e simbolico, sia soprattutto perché è previsto proprio sul lato di via Bologna, tra pochi mesi, l'avvio dei lavori per il Megaparcheggio di Grandi Stazioni. E la posizione di Perrella, malgrado la sua sbandierata trafila nel volontariato cattolico, è che il mercatino interetnico deve essere delocalizzato "fuori dalla IV municipalità". Una decisione di cui evidentemente si sta cercando di anticipare gli esiti con forzature repressive. Piazza Garibaldi è però una piazza simbolo della presenza migrante e interculturale in questa città e sempre più si rende necessaria una mobilitazione dei soggetti sociali interessati e delle reti antirazziste affinché (come spesso purtroppo accade) la ristrutturazione della piazza non corrisponda a un processo di gentrificazione contro i più deboli e discriminati! Per capire se su via Bologna conterà più lo Ius Soli di chi ci vive e ci lavora da decenni o lo Ius profitto”.
AdG