Napoli ce la sta mettendo tutta per essere accogliente, pur non essendo città di sbarchi. Sembra essere questa la sensazione che arriva dal porto del capoluogo campano che nelle scorse ore ha accolto la nave “Vos Prudence” di Medici Senza Frontiere con a bordo circa 1500 persone, provenienti soprattutto dall’Africa sub-sahariana.
“Le operazioni di sbarco ed identificazione stanno procedendo con tranquillità ma anche con lentezza, come è normale che sia in questi casi” è il commento di Andrea Morniroli, della cooperativa Dedalus, che da più di trent’anni si occupa di immigrazione, i cui mediatori culturali ieri sono stati impegnati nelle delicate operazioni di sbarco e che ora stanno cercando di trovare, d’accordo con le istituzioni, una sistemazione per gli oltre duecento minori stranieri non accompagnati.
I 1449 migranti hanno finalmente messo piede a terra ieri, domenica 28 maggio, dopo una navigazione durata tre giorni a causa della chiusura dei porti siciliani come misura di sicurezza per il G7; di questi circa la metà troveranno accoglienza in Campania.
Sul posto, insieme alle autorità ed istituzioni preposte che hanno iniziato le operazioni di sbarco e di prima accoglienza, sono accorse centinaia di volontari di associazioni, centri sociali e reti antirazziste, che hanno procurato scarpe, ciabatte e infradito per i tantissimi che erano a piedi nudi, oltre a maglie ed altri indumenti utili. Molti giovani ed attivisti, alcuni dei quali venivano dalla manifestazione contro il G7 a Taormina, hanno comunque raggiunto il porto per dimostrare la loro solidarietà ed umanità verso chi ha dovuto affrontare un viaggio della speranza. Un viaggio che ha purtroppo avuto un costo umano altissimo: due donne, non ancora identificate, infatti, hanno perso la vita in mare.
“Alcune decine di attivisti delle reti antirazziste napoletane da questa mattina alle 7 si sono recati al porto di Napoli per dare innanzi tutto un segnale di benvenuto alle rifugiate e ai rifugiati tratti in salvo dalla nave di Medici Senza Frontiere, a cui va il nostro ringraziamento”, scrive Alfonso De Vito, della rete antirazzista napoletana. Che, come Morniroli, si unisce al coro di critiche all’assurda decisione di interdire alla navigazione gli scali siciliani per il summit dei potenti della terra, che avrebbe potuto causare l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo.
“Trovo incredibile che 1500 persone siano dovute rimanere in mare rischiando la vita, a bordo di una nave sovraccarica, che, con una capienza di circa 600 persone, ne ha dovute contenere più del doppio”, sottolinea Andrea Morniroli, che però va oltre gli allarmismi: “L’accoglienza complessivamente è stata lunga certamente ma non è stata una cattiva accoglienza. Diciamo che ieri più che tensione c’era stanchezza, come era naturale fosse”.
Tra i migranti, provenienti soprattutto dall’Africa, tante le donne incinte e più di duecento minori non accompagnati. Di questi 65 sono stati portati al Centro Polifunzionale S. Francesco a Marechiaro. Il Comune di Napoli, che ha coordinato le operazioni con l’assessore al Welfare Roberta Gaeta, informa che è possibile portare presso la struttura messa a disposizione (in via Marechiaro 80) lenzuola singole, asciugamani, materiale per l’igiene personale, intimo uomo nuovo ma per maggiori informazioni è consigliabile contattare il numero 081/7958108.
Altri 144 minori saranno smistati per tutta la regione, mentre si stanno concludendo, proprio in questi minuti, le operazioni di identificazione, non di facile verifica per stabilire lo status di minorenne o maggiorenne, di altre 65 persone. A bordo di Prudence c’era anche una transgender, a cui istituzioni e operatori sociali stanno cercando di dare una risposta il più possibile rispettosa della sua condizione particolare.
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M. N.