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Martedì 4 Agosto 2020




La Primavera del Welfare

primavera welfare 2017La "Primavera del Welfare" soffia il 20 e 21 marzo nel Centro congressi della Stazione marittima di Napoli. Gli stati generali del welfare organizzati dalla Regione Campania coinvolgeranno tutti gli attori del processo di implementazione delle politiche sociali in una due giorni di dibattiti e tavoli tematici di approfondimento, per una programmazione partecipata.

Le trasformazioni economico-sociali intervenute nell’ultimo quarto del secolo scorso, unitamente alla ricerca di nuovi e più funzionali assetti istituzionali, hanno indotto un progressivo cambiamento della vision che ha orientato le politiche di welfare in Italia, che all’inizio del 2000 ha indotto la ricomposizione in un quadro coerente delineato dalla Legge n. 328 dei molteplici interventi settoriali fino allora finanziati. La profonda crisi che negli anni più recenti ha travolto le economie più avanzate, ha colpito duramente le comunità della Campania ed ha reso necessaria una costante revisione delle modalità con le quali la legge-quadro è stata attuata, la cui evoluzione si può agevolmente cogliere dalla lettura degli atti prodotti dalla Giunta Regionale nel corso degli anni. Il modello culturale di riferimento dei primi anni di applicazione della 328 in Campania è efficacemente sintetizzato negli indirizzi strategici triennali 2007/2009, titolati “Verso il Piano Sociale Regionale. Il sistema di welfare della Regione Campania” che la Giunta ha approvato nel luglio del 2007 con deliberazione n. 1403. « La Regione Campania promuove un modello di welfare dei diritti come forma sociale di garanzia della giustizia in democrazia. Il welfare dei diritti di cittadinanza effettivamente esigibili non è una forma risarcitoria di una opportunità non fruita, di un destino individuale e collettivo infelice, non è solo un servizio di compensazione della mancanza di lavoro, della disabilità e della povertà. Il welfare è la protezione necessaria per le opportunità uguali per tutti, è sancito nella Costituzione repubblicana, è riaffermato come effettivo esercizio dei diritti nella Carta Sociale europea ed è ispirato idealmente alla Carta dei diritti fondamentali dell’uomo. Il welfare è la condizione strutturale per una migliore qualità della vita, per garantire adeguati Indici di Sviluppo Umano nel mondo e per promuovere il patto di giustizia su cui fondare un modello di sviluppo sostenibile.» Qualche mese dopo, l’ottobre successivo, il Consiglio Regionale della Campania ha licenziato la Legge Regionale n. 11, “Legge per la dignità e la cittadinanza sociale. Attuazione della legge 8 novembre 2000, n. 328”, le cui finalità sono sostanzialmente analoghe a quelle prefigurate negli indirizzi. « 1. La presente legge, ispirandosi ai principi della Costituzione, della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, della Carta sociale europea e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, disciplina la programmazione e la realizzazione di un sistema organico di interventi e servizi sociali, che si attua con il concorso delle istituzioni pubbliche e delle formazioni sociali, attraverso l’integrazione degli interventi e servizi sociali, sanitari, educativi, delle politiche attive del lavoro, dell’immigrazione, delle politiche abitative e di sicurezza dei cittadini, dell’apporto dei singoli e delle associazioni. 2. La presente legge promuove e assicura la pari dignità sociale della persona, le pari opportunità e l’effettiva tutela dei diritti sociali di cittadinanza, attraverso l’attuazione, nel rispetto del principio di sussidiarietà, di un sistema di protezione, a livello regionale e locale, fondato sulla corresponsabilità dei soggetti istituzionali e sociali, che concorrono alla costruzione di una comunità solidale. 3. La presente legge promuove la prevenzione, la riduzione, la rimozione delle cause di rischio, l’emarginazione, il disagio e la discriminazione in tutte le sue forme, favorendo l’integrazione e la partecipazione di tutti i membri della società.» (art. 1) Pur evidentemente nel rispetto del dettato normativo, il primo “Piano Sociale Regionale 2009-2011”, approvato due anni dopo con deliberazione n. 694 del 16 aprile, ha accentuato la necessità di facilitare i territori nella programmazione di servizi ed interventi sociali per i propri cittadini. « Il Piano, infatti, deve contribuire in maniera decisiva a definire il “senso del programmare” in relazione a ciascuna specifica realtà territoriale ed in continuità con l’insieme della programmazione regionale. Si tratta allora di progettare un welfare che parta dalle specifiche realtà territoriali e attraverso lo strumento della carta dei servizi e i criteri e le procedure di accreditamento dei soggetti erogatori, conferisca al Piano sociale di zona quel significato e quel valore che le scelte politiche di indirizzo hanno inteso imprimere. Il Piano sociale è uno strumento agile, dunque, e soggetto a verifiche periodiche. Non a caso esso viene applicato per un triennio, ed è rivedibile in seguito ad una attenta valutazione della qualità dei servizi e dei processi di erogazione degli stessi.»

La redazione del secondo Piano Sociale Regionale valevole per il triennio 2013-2015, che la Giunta ha approvato nel maggio del 2013 con deliberazione n. 134, è stata evidentemente condizionata dalla grave crisi economica scatenata dallo scoppio nel 2007 della bolla immobiliare e dalla conseguente crisi finanziaria mondiale. Più che dalla considerevole quantità di dati riportati, esso si differenzia dal precedente per l’enfasi con la quale si auspica l’attivazione di interventi “in particolare sui temi dei servizi alla persona nella chiave di un welfare non riparativo, ma produttivo”, ottimizzando le risorse disponibili. «Questo nuovo Piano sociale regionale viene predisposto in una fase di crisi senza precedenti. Le dimensioni della crisi incidono pesantemente su un settore, quello delle politiche sociali, che ha subito in anticipo gli effetti dei tagli dei trasferimenti statali. Nell’ultimo triennio, infatti, le risorse del Fondo nazionale politiche sociali hanno subito tagli progressivi fino a giungere alla cifra inadeguata di 1milione di euro per il 2012. Alla luce di ciò, e nell’incertezza delle risorse finanziarie disponibili, appare ancora più stringente la necessità di un Piano sociale che individui strategie e obiettivi sostenibili, razionalizzando gli interventi e le risorse.» Con il terzo Piano Sociale Regionale relativo al periodo 2016-2018, approvato il 29 dicembre 2015 con deliberazione n. 869, si esalta ulteriormente la funzione anticiclica delle politiche sociali e la necessità di ottimizzare l’uso delle sue risorse viene arricchita dall’aspettativa che possa diventare un fattore di sviluppo economico delle comunità cui sono destinate. « Risultati di ricerca consolidati mostrano, per contro, che le politiche sociali possono costituire un fattore di sviluppo dei sistemi economici locali. Ne consegue, a livello teorico e soprattutto di disegno delle politiche, una nuova concezione degli interventi di welfare che da costo appaiono, piuttosto, essere concepiti come investimento o comunque come elemento generatore di valore. A seconda dei paradigmi economico-sociali di riferimento, si parla allora di social investment welfare (cui eventualmente collegare strumenti di fund raising innovativi), di welfare generativo, di “secondo welfare”, come elementi di attivazione e rigenerazione del tessuto economico e civile». Il passaggio del welfare da “forma sociale di garanzia della giustizia in democrazia” ad “elemento generatore di valore” sintetizza la trasformazione della sua vision intervenuta nel corso dell’ultimo decennio, in linea con la tendenza, sempre più diffusa ed accreditata a livello nazionale ed internazionale, di considerare il modello di “welfare delle opportunità” un prodotto non più rispondente alle esigenze dei propri cittadini e quindi inadeguato a soddisfarne le necessità.

Va nel senso della partecipazione collettiva l’organizzazione di un convegno finalizzato a fare il punto della situazione del Welfare Campano.

Per partecipare alla due giorni basta registrarsi sul sito: http://primaveradelwelfare.regione.campania.it/

Questo il programma de “La Primavera del Welfare”:

20 marzo

14,00 Registrazione dei partecipanti

Relazione di apertura Lucia FORTINI – Assessore alle Politiche Sociali Regione Campania

Relazioni Come ripensare il welfare. Riflessioni e proposte Marco MUSELLA  (Direttore Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli) L’Italia delle povertà plurali: il welfare dei diritti Claudia FIASCHI (Portavoce del Forum Nazione del Terzo Settore) L’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno Carlo BORGOMEO (Presidente Fondazione con il SUD) Il ruolo delle cooperative sociali per rilanciare le politiche del Welfare Giuseppe GUERINI (Portavoce Alleanza delle Cooperative Italiane Settore Sociale)

16,00-19,00 Tavoli tematici di confronto

LA NUOVA GOVERNANCE ECONOMIA SOCIALE E SVILUPPO LOCALE FRAGILITÀ, POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO E INCLUSIONE SOCIALE LA COMUNICAZIONE DEL SOCIALE POLITICHE PER IL BEN-ESSERE MINORI, RESPONSABILITA’ FAMILIARI ED EDUCATIVE INFANZIA E SERVIZI DELL’ISTRUZIONE POLITICHE DI INTEGRAZIONE ED ACCOGLIENZA RISORSE PER IL WELFARE PROMUOVERE LA COMUNITÀ E LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE INNOVAZIONE SOCIALE RILEVAZIONE DEI BISOGNI E MONITORAGGIO

21 marzo

09,00-10,30 Tavoli tematici di confronto 10,30-12,30 Plenaria: presentazione dei lavori dei tavoli 12,30 Conclusioni Vincenzo DE LUCA (Presidente Regione Campania)

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