Di freddo si muore
Nel 2017 si muore ancora di freddo. Il bilancio ad oggi parla di 8 morti nel nostro Paese, 6 senza dimora e 2 anziani. Due di loro sono morti in Campania, una ad Aversa e l’altro in provincia di Avellino, per le rigide temperature dei giorni scorsi, ma l’emergenza gelo non è ancora terminata.
Per fronteggiarla a Napoli scendono in campo le forze del volontariato. A partire da Gesco, il gruppo di imprese sociali che ha gestito, fino a pochi giorni fa per conto del Comune di Napoli, l’Unità mobile senza dimora su una parte del territorio cittadino (I, V, IX e X Municipalitá, sulle altre c’era la cooperativa sociale Il Camper) e che ora, a servizio fermo, sta prestando la sua opera volontariamente, adoperandosi per creare una rete di solidarietà a sostegno dei clochard, affinché non rischino di morire a causa del freddo.
L’Unità mobile senza dimora
L’Unità mobile di strada è un servizio comunale che rientra nella rete di emergenza sociale, che il Comune di Napoli riattiverà solo dopo aver espletato la procedura di gara, per un affidamento in regime di appalto per sole 24 settimane: secondo i tempi tecnici, partirà probabilmente solo a fine gennaio e, quindi, con l'arrivo del caldo, quando cioè ce ne sarà più bisogno, Napoli sarà di nuovo senza il servizio di strada.
“Eppure si tratta di un servizio istituito apposta per far fronte alle emergenze climatiche - spiega il presidente di Gesco Sergio D'Angelo - C'è da chiedersi allora che senso abbia: se l'unità di strada può essere fermata in questo periodo con questo freddo, forse è un servizio che può essere soppresso definitivamente”.
Con Gesco, che scende in strada per distribuire coperte, indumenti, bevande e pasti caldi, ha accettato di far ripartire il servizio volontariamente anche Il Camper, impegnata da sempre a sostegno dei senza dimora e che gestiva una parte del servizio comunale. “Stiamo lanciando un appello a tutti gli enti del terzo settore che abbiano la possibilità di scendere in strada con unità mobili - dice ancora Sergio D'Angelo - affinché si possa immediatamente creare una rete di solidarietà e dare un aiuto concreto e necessario ai senza dimora. Dobbiamo fare ogni sforzo possibile per evitare che si muoia anche qui per il freddo. I clochard non sono persone di serie b, hanno diritto all'assistenza come tutti gli altri”.
Punti raccolta
Chiunque abbia casi da segnalare può farlo attraverso la Centrale Operativa Sociale (COS), contattando il numero 0815627027. Sempre presso la sede della COS (via De Blasiis 7, proprio di fronte al Dormitorio pubblico) funziona un punto di raccolta materiali per i senza dimora, soprattutto giubbotti, coperte, sciarpe, cappelli ed altri indumenti che possono servire per ripararsi in queste ore di gelo (per ulteriori informazioni: gesco@gescosociale.it). Per segnalazioni varie è attivo anche il Numero Verde nazionale SOS freddo, 800440022. Anche la Comunità di Sant'Egidio lancia un appello per la raccolta straordinaria di coperte e sacchi a pelo.
Dove trovare riparo
Secondo le ultime stime, le persone che vivono per strada tra Napoli e provincia sono circa 1500. Dove possono trovare riparo dall’addiaccio queste persone? Oltre alle Stazioni metropolitane di Museo e Vanvitelli che Anm e Comune di Napoli hanno deciso di lasciare aperte di notte - comunque solo dalle 23 alle 6 - in vista delle ondate di gelo, ci sono altri luoghi che aprono alle persone che vivono in difficoltà.
È di queste ore la notizia che l’ex Opg occupato “Je so’ pazzo” (in via Matteo Renato Imbriani 218) apre le porte ai senza tetto per tutta la durata dell’emergenza freddo.
“Metteremo a disposizione gli spazi della struttura di Materdei – spiegano le associazioni - Di fronte alla prospettiva di notti gelide per strada e all’immobilismo di soggetti ben più grossi e qualificati di noi, non possiamo restare indifferenti. E di certo sapremo offrire un’accoglienza più degna di una strada o di una stazione della metro. Invitiamo chiunque voglia dare una mano, in qualsiasi modo, a passare alla nostra Casa del Popolo, all’incrocio fra via Salvator Rosa e via Imbriani. Abbiamo bisogno di materassi, coperte, farmaci, stufe elettriche, materiale igienico. Ma soprattutto di compagnia e di calore umano, perché è innanzitutto l’indifferenza e il rifiuto a uccidere queste persone”.
M. N.