Segnali contrastanti: l’attenzione al tema cresce come l’impegno delle associazioni, eppure i giovani sarebbero “indulgenti” verso la violenza sulle donne
La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
Il 25 novembre cadrà, come ogni anno, la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999) allo scopo di sensibilizzare al tema l’opinione pubblica. In vista di questa Giornata, in tutta Italia associazioni e persone si mobilitano e, di anno in anno, si moltiplicano le iniziative sociali per dire no alla violenza e rompere il muro di silenzio che avvolge ancora questo fenomeno.
A pochi giorni da questa data – ricordando che la violenza è purtroppo normalità e quotidianità, e va combattuta tutti i giorni - vogliamo ricostruire i dati allarmanti che riguardano la violenza di genere, che, lungi dal rallentare, sembra fare sempre più vittime soprattutto nei paesi cosiddetti evoluti e tra le mura domestiche.
Il quadro nazionale
Stando agli ultimi dati pubblicati dall’Istat, nel 2014 sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri.
Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%).
I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%). Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014).
Giovani indulgenti verso la violenza sulle donne
A questo quadro, di per sé già agghiacciante, si aggiungano gli ultimi dati rilevati dal rapporto “Rosa Shocking 2. Violenza e stereotipi di genere: generazioni a confronto e prevenzione”, presentato qualche giorno fa a Roma dall'associazione We World Onlus e condotto dall'istituto Ipsos, secondo il quale gli under 30 sarebbero “indulgenti” verso la violenza contro le donne. In particolare, per un giovane su cinque quello che accade in una coppia non deve interessare agli altri; per uno su quattro, la violenza sulle donne è dovuta a ‘raptus momentanei, giustificati dal troppo amore’; per uno su tre, gli episodi di violenza domestica ‘vanno affrontati dentro le mura di casa’.
Segnali contrastanti
Qualche elemento di miglioramento rispetto all’indagine precedente c’è: negli ultimi 5 anni, nota l’Istat, le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all'11,3%. Ciò è frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo, ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza. Insomma, cresce l'attenzione al tema, donne, uomini fanno sempre di più squadra, aumenta il numero di associazioni impegnate nel contrasto e nella prevenzione – pensiamo al lavoro che svolge da oltre venti anni la Rete Dire, aiutando migliaia di donne ad uscire dalla violenza e a riconquistare la libertà. Eppure non sarebbe aumentata la sensibilità al tema tra le nuove generazioni, stando all’indagine dell’Ipsos, e, allo stesso tempo, sarebbe diminuito l’investimento in materia di contrasto e prevenzione passando dai 16,1 milioni spesi nel 2013 ai 14,4 milioni del 2014.
Quel che è certo è che c’è ancora molto da fare in termini culturali, passando da Nord a Sud.
SDA