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Lunedì 26 Ottobre 2020




LGBT, Napoli è la città più inclusiva del Sud

Napoli è la città più inclusiva del Sud in fatto di diritti LGBT

fabio corbisiero 3Lo dice una ricerca effettuata dall’Osservatorio LGBT, ente di ricerca del dipartimento di Scienze Sociali dell’università Federico II di Napoli, che ha rilevato i livelli di apertura di circa 70 città italiane verso le comunità omosessuali, con l’obiettivo finale di costruire una mappa dell’inclusività basata sui servizi offerti dalle amministrazioni con il mondo associativo locale attraverso l’attuazione di politiche e il riconoscimento dei diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender.

L’indagine è confluita in un libro, “Over the Rainbow City. Towards a new LGBT citizenship in Italy”, edito da McGraw-Hill e curato dallo stesso Corbisiero, che sarà presentato oggi alle 12 a Napoli, all’Antisale dei Baroni Maschio Angioino, nel corso dell’omonimo convegno, moderato da Giovanni Dall’Orto, intellettuale impegnato nella lotta per i diritti delle persone omosessuali, che vedrà la partecipazione di Enrica Amaturo, direttrice del dipartimento di Scienze Sociali, Simona Marino, delegata alle Pari Opportunità al Comune di Napoli, Chiara Marciani, assessore alle Pari Opportunità della Regione Campania e Sergio Lo Giudice, senatore della Repubblica italiana.

“Napoli – spiega il sociologo Fabio Corbisiero, che ha coordinato il gruppo di ricerca – è la città più inclusiva del Sud e l’undicesima a livello nazionale”. La sintesi di questo dato deriva da un particolare indice che i ricercatori hanno chiamato di “inclusività urbana”, con cui la capacità di azione e protesta in difesa dei diritti del mondo delle associazioni si combina con la portata dell’iniziativa delle pubbliche amministrazioni locali. Il gruppo di ricerca ha lavorato tre anni, intervistando oltre 300 persone omosessuali, 70 organizzazioni LGBT e 10 sindaci delle città “arcobaleno”.

“Nel capoluogo campano – sottolinea Corbisiero – c’è un’alta concentrazione sia dell’uno che dell’altro elemento, perché da una parte risulta territorialmente radicato l’associazionismo LGBT, dall’altra negli ultimi 3,4 anni, coincidenti a Napoli con la giunta de Magistris, c’è stata una fuga in avanti dei diritti”. La battaglia sociale e politica più significativa in cui il governo de Magistris si è distinto, rappresentando anche un esempio per altre città, è stata l’istituzione del Registro delle Unioni Civili. “È bene precisare – nota il sociologo napoletano – che si tratta di un provvedimento più simbolico e formale che reale, ma non meno importante, nella misura in cui ha segnato la strada. In altre città italiane che hanno replicato l’iniziativa, le coppie che si sono iscritte a questo Registro hanno avuto anche altri benefici in termini di ‘welfare leggero’, ad esempio, risultavano anche in lista per gli alloggi popolare”.

Diversamente da quanto siamo abituati a immaginare, il Sud procede molto velocemente. “Certamente quella che noi chiamiamo ‘concentrazione arcobaleno’ è più forte nel Nord Italia, ma il Sud da qualche anno sta accelerando il passo fino ad eguagliare le regioni settentrionali”. Nella classifica stilata dal team di ricerca la prima posizione è assegnata alla città di Roma, il cui comune è da anni impegnato nella implementazione di politiche e azioni LGBT-sensitive e alla lotta alle discriminazioni. Seguono i grandi capoluoghi delle regioni del Nord (tra cui Bologna, Milano, Torino), che negli anni sono riusciti a creare reti territoriali tra città e associazioni, incoraggiando l’istituzionalizzazione di servizi pubblici.

SDA

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