Napoli e la Campania in prima linea per accogliere le famiglie in fuga dall’Ucraina. Per aiutare donne, bambini e tutti coloro che sono arrivati e che giungeranno in città, si possono mettere a disposizione alloggi privati, strutture alberghiere ed extra alberghiere, posti in comunità, stanze in conventi. Ma non solo. Si potrà contribuire alla raccolta di farmaci, proporsi come volontari per traduzione, mediazione culturale e supporto psicologico.
L’iniziativa è partita dal Comune di Napoli, che in queste ore ha accolto le numerosissime sollecitazioni di cittadini, associazioni e professionisti, e ha pubblicato sul sito istituzionale un modulo da compilare per poter offrire il proprio aiuto. Non sono richiesti generi alimentari, abiti e giocattoli, la cui raccolta è partita nei giorni scorsi in vari punti del territorio. (LEGGI | Ucraina, aiuti dalla Campania: ecco dove donare).
Per aderire all’appello e aiutare la popolazione ucraina in difficoltà: www.comune.napoli.it/aiuto-ucraina
A Napoli la cabina di regia per gestire l’emergenza
Intanto in Prefettura si è insediata oggi la cabina di regia, composta da rappresentanti di tutte le istituzioni interessate: Comune di Napoli, Consolato ucraino a Napoli, vertici delle Forze dell’ordine, delle Forze Armate e dei Vigili del Fuoco, delle ASL 1 Napoli Centro, 2 Nord e 3 Sud e delle Diocesi di Napoli e Pozzuoli. L’obiettivo è quello di definire un quadro complessivo delle informazioni utili a gestire l’emergenza, così da avere un’organizzazione unitaria degli interventi e monitorare il fenomeno.
Il Consolato ucraino ha generato un link, già operativo, al quale possono accedere tutti i cittadini ucraini in arrivo in città registrando i propri dati e segnalando data, luogo, orario di arrivo, eventuali richieste alloggiative o la destinazione da parenti o conoscenti. (Per info: CLICCA QUI)
I cittadini ucraini arrivati sul territorio sono indirizzati al Residence dell’Ospedale del Mare dove l’Asl Napoli 1 ha già attivato il servizio di screening sanitario e il rilascio del codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) che permette l'applicazione del diritto all'assistenza sanitaria. Sarà inoltre attivata, sempre a cura dell’ASL Napoli 1, una struttura mobile attrezzata nelle vicinanze del Consolato ucraino che ha lo stesso scopo. In queste sedi saranno presenti h24 mediatori linguistici messi a disposizione del consolato ucraino che provvederà anche a rilasciare il certificato consolare ai connazionali sprovvisti di documenti.
L’Asl Napoli 3 Sud ha offerto la disponibilità del Centro sanitario di Portici per l’ospitalità di soggetti risultati positivi al Covid 19.
Dopo aver completato tutte queste operazioni, sarà organizzato il trasferimento di coloro che ne hanno bisogno nelle strutture messe a disposizione.
Le strutture pronte ad accogliere
La Regione Campania ha messo a disposizione, quale hub di prima accoglienza, il Covid Residence dell’Ospedale del Mare che dispone di 168 posti da utilizzare subito e dove possono essere effettuati i primi screening sanitari a cura dell’Asl Napoli 1.
I cittadini ucraini in fuga dalla guerra troveranno accoglienza in diverse strutture come quella comunale di Marechiaro che dispone di 55 posti, i CAS di Napoli (40 posti), Benevento (30 posti), Salerno (31 posti), Caserta (50 posti), Avellino (30 posti). A questi si aggiungono i 25 posti messi a disposizione della Croce Rossa e quelli di altre realtà più piccole come la Casa di Tonia e la Fondazione Massimo Leone. E sono sempre più numerosi i privati che scendono in campo per accogliere.
Il supporto sanitario e sociale
Anche la Fondazione Evangelica Betania, attraverso l’Ospedale e tutti i suoi servizi, come il Camper della salute, sta offrendo dai primi giorni della guerra supporto sanitario, sociale ma anche materiale a donne e uomini ucraini attraverso la rete degli ambulatori solidali e le associazioni presenti sul territorio napoletano.
Da anni l’Ospedale Evangelico Betania di Napoli da è un punto di riferimento sul territorio per la comunità ucraina. Nel 2021 le donne e gli uomini ucraini hanno rappresentato il 35% dei pazienti degli oltre 1.000 pazienti seguiti dagli ambulatori solidali, in prevalenza donne, che lavorano come badanti o nel settore agroalimentare. Con gli ambulatori solidali la Fondazione Betania offre servizi sanitari gratuiti e percorsi solidali di assistenza sociale ai cittadini stranieri e ai migranti ancora non in regola con il permesso di soggiorno.
Per info: www.ospedalebetania.org
Donatella Alonzi