Secondo i dati Istat del 2017, il 25,9% della spesa sociale comunale è destinato alla disabilità. Una percentuale pari a 1.870.514.189 (+4,1% rispetto al 2016), per un valore di 3.140 euro per abitante con disabilità (nel 2013 erano 2.736 euro, mentre nel 2016 2.854). La spesa sociale comunale destinata alla disabilità, nel 2017, è stata impiegata per il 50,8% in interventi e servizi, per il 26,2% in trasferimenti in denaro e per il 23,0% in strutture residenziali e semiresidenziali.
L’analisi territoriale delle risorse destinate all’area disabilità mette in luce una serie di squilibri: nel 2017, è sempre il Sud a dichiarare la più bassa spesa per persona con disabilità (1.074 euro), evidenziando una significativa distanza rispetto alle altre ripartizioni geografiche (dai 5.222 euro del Nord-Est ai 3.310 euro del Centro).
Partendo dall'analisi di questi dati, la Fish Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) lancia un appello a tutti i candidati alla carica di sindaco e di consigliere comunale alle prossime elezioni amministrative in Campania, in programma a ottobre.
«Le politiche rivolte alle persone con disabilità e alle loro famiglie – spiegano i rappresenanti della Federazione - non siano limitate prettamente a spot elettorali, ma coinvolgano le associazioni, i singoli cittadini con disabilità e le famiglie nella costruzione dei programmi elettorali e gli stessi prevedano politiche mirate alla vera inclusione, autonomia ed indipendenze delle persone disabili, rispettando realmente la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, legge 18/09».
«I Comuni – proseguono - sono le istituzioni più prossime ai cittadini, compresi quelli con disabilità, e purtroppo dobbiamo evidenziare che in questi anni sono stati assenti (abbiamo denunciato le carenze di alcuni Comuni Capoluogo come Napoli e Caserta, ma c’è ne sono tanti altri), anche prima dell’emergenza covid. Gli Enti Comunali non riescono a garantire con continuità i servizi di assistenza specialistica per le scuole, l’assistenza domiciliare, trasporti accessibili, la progettazione dei fondi del dopo di noi, ritardo nell’erogazione dei fondi degli assegni di cura, presenza ancora oggi di barriere architettoniche. Non basta istituire figure come il disability manager o il garante, per lavarsi la coscienza, continuano dalla Fish, ma riteniamo necessario lo strumento della co-progettazione delle politiche insieme ai diretti interessati, e non più interventi calati dall’alto».
«La nostra più grande preoccupazione – concludono dalla Federazione Regionale - è quella che i fondi del PNRR rimarranno fermi nelle casse degli enti comunali, che vogliamo ricordare serviranno per le infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore prevedono 11,17 miliardi, dove trovano spazio in particolare i principali interventi per le persone con disabilità, come innovativi percorsi di autonomia per le persone con disabilità».
Donatella Alonzi