Stati di ansia e depressione, alterazioni dei ritmi del sonno e disturbi alimentari. Dopo oltre un anno di convivenza con pandemia e restrizioni su tutti i fronti, sono queste le principali conseguenze con cui gli adolescenti si trovano a dover fare i conti. È quanto emerge dalla ricerca su “Effetti psicologici e sulle abitudini di vita della pandemia da Covid-19 e delle misure restrittive”, presentata dal Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione dell’Università Suor Orsola Benincasa al “Sabato delle Idee”.
Il lavoro scientifico è stato condotto insieme al Dipartimento di Psicologia dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, al Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università di Napoli Federico II e al Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale “Santobono-Pausilipon”.
Protagonisti della ricerca, oltre 300 studenti con età media di circa 16 anni di tre diverse scuole secondarie superiori della provincia di Napoli. E i dati che vengono fuori non sono per nulla incoraggianti. A saltare all’occhio sono i numeri relativi agli stati ansiosi oltre la normale soglia clinica nel 47% degli intervistati e quelli depressivi oltre la normale soglia clinica nel 14% degli studenti.
Dall’analisi spicca anche una forte alterazione delle abitudini alimentari e del riposo. L’82% del campione ha modificato la propria alimentazione da un punto di vista quantitativo e tra questi quasi il 30% ha cambiato di molto le sue abitudini alimentari. Proprio in relazione a questo aspetto, dovuto al fatto di aver vissuto oltre dodici mesi tra le mura domestiche, numerosi esperti, anche internazionali, hanno codificato l’emergenza della covibesity tra le conseguenze più devastanti per i giovani durante la pandemia.
Non solo cibo, però. Un numero elevato di intervistati (il 65%) ha dichiarato di aver modificato in modo notevole il ritmo del sonno-veglia.
Si tratta di sconvolgimenti che, come ha spiegato Antonella Gritti, presidente del Corso di laurea in Scienze e tecniche di psicologia cognitiva, «si sono accentuati negli adolescenti con pregresso disagio psichico, perché il cambiamento nelle abitudini di vita, associato ad una pregressa storia di disagio psichico è un indice di maggior rischio depressivo».
E per affrontare anche questa che viene considerata una emergenza a tutti gli effetti, l’Università Suor Orsola Benincasa si è impegnata a progettare una nuova app che servirà al monitoraggio costante di questi casi.
«Occorre ridisegnare gli spazi educativi - ha spiegato Enrico Corbi, direttore del Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione dell’Università Suor Orsola Benincasa - liberandoli dai tradizionali limiti costrittivi (come le mura e i banchi) e ampliandoli a contesti nuovi (come la strada, la piazza, il parco, il teatro, ecc.), operando anche un ripensamento dei dispositivi formativi sia analogici sia digitali perché diventa fondamentale per il futuro “apprendere dall’emergenza” e trasformare in nuove opportunità le tecnologie digitali che sono state necessarie nelle strategie di didattica scolastica e universitaria a distanza progettate durante l’emergenza Covid-19».
Proprio su questi temi l’Università Suor Orsola Benincasa ha costituito il gruppo di ricerca “Embodied Education”, il nuovo approccio metodologico ad una conoscenza che si sviluppa in un rapporto costante fra spazio e corpo, diretto dalla pedagogista Maria D’Ambrosio.
Un nuovo percorso di ricerca che ha già dato vita al progetto Pianta (Progettare/Implementare/Ambienti/Nurboidi/Tecno/Attivi) da cui è nata la sperimentazione di “Theatrum Opera: uno spazio formante per il corpo-docente-mobile” nel Liceo “Giordano Bruno” di Arzano e Grumo Nevano e nel Liceo Artistico “Giorgio De Chirico” di Torre Annunziata. Obiettivo del lavoro è quello di ripensare e riconfigurare gli spazi scolastici dando corpo ad un’idea di spazio plastico e mobile dove siano privilegiati l’aspetto relazionale e la metodologia “embodied”, che sarà presentato alla conferenza internazionale “Canon and Code. The language of arts in today's world”.
«I giovani devono tornare finalmente al centro delle scelte del nostro Paese - ha evidenziato al Sabato delle Idee il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro - e il nostro Ateneo sta lavorando senza sosta sin dal primo lockdown del Marzo 2020 (a cominciare dal “Libro bianco della ricerca. Idee, proposte, progetti per il mondo post Covid-19”, scaricabile gratuitamente su www.unisob.na.it/librobiancodellaricerca) per progettare nuovi strumenti formativi che vengano incontro ad un disagio giovanile già ben noto prima di questa emergenza ed oggi ancor più grave».