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Lunedì 27 Settenbre 2021




Cooperativa sociale Dedalus: 40 anni e non dimostrarli

coverÈ stata tra le prima realtà sociali ad occuparsi degli invisibili, migranti, persone transessuali, vittime di tratta e sfruttamento, minori stranieri non accompagnati, donne in difficoltà. Con un’attenzione costante ai diritti e un doppio sguardo: da una parte indagando e portando alla luce i fenomeni sociali con un lavoro costante di ricerca e monitoraggio, dall’altra passando al fare con la gestione di servizi sempre più complessi che a quei fenomeni sociali rappresentavano la risposta. Compie 40 anni - ma non li dimostra affatto per la capacità di adeguarsi ai cambiamenti e innovare - la cooperativa sociale Dedalus del gruppo Gesco. 

Una cooperativa con diverse vite

Siamo nel febbraio del 1981 quando la cooperativa nasce come coop di produzione e lavoro grazie all’iniziativa di un gruppo di persone con storie, competenze e saperi differenti, esperte di economia, mercato del lavoro, ricerca e politiche sociali. Una svolta decisiva avviene nel 1986 quando la cooperativa riceve il contributo significativo di un gruppo di studenti e ricercatori guidati dal professore Enrico Pugliese, che conducono la prima indagine nazionale sul fenomeno migratorio. Di questo gruppo fa parte anche Elena De Filippo, oggi presidente di Dedalus e docente di Sociologia delle Migrazioni al Dipartimento di Scienze sociali dell’università Federico II: “Volevamo fondare una cooperativa, così subentrammo nel gruppo, provammo a registrarla al Tribunale di Napoli, come allora si faceva, ma all’epoca c’era un forte pregiudizio verso le coop cosiddette rosse e non ci riuscimmo”.

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Una storia umana e sociale

Una storia che si intreccia ai cambiamenti sociali dell’epoca quella di Dedalus: gli anni ‘90 sono segnati dai primi flussi migratori nel nostro Paese, quelli di natura transitoria e non strutturale, ma dei migranti - delle loro esigenze, delle loro storie - si sa poco e soprattutto di ‘minori stranieri non accompagnati’ nessuno si occupa. La cooperativa cresce e, nella metà degli anni ’90, passa dall’osservare i fenomeni, attraverso un costante lavoro di studio, ricerca e formazione, ad esserne in qualche modo protagonista, entrando nella gestione dell’accoglienza e dei servizi che si vanno via via costruendo, in primis quelli per l’accesso alla cittadinanza.

Altra data importante è il 1997, quando comincia la seconda vita della cooperativa, nel momento in cui aderisce al gruppo di imprese sociali, all’epoca consorzio, Gesco. Nel 1999 Dedalus si trasforma in cooperativa sociale di tipo A. Dal 2007 rafforza il suo impegno nella formazione professionale degli operatori sociali e dei destinatari dei suoi servizi, ottenendo l’accreditamento come ente formativo presso la Regione Campania.

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Persone e numeri dei 40 anni

Alcuni punti fermi, però, nel cambiamento inarrestabile che il tempo richiede restano. “La ricerca intesa come cambiamento per conoscere i fenomeni, la formazione per innovare, l’attenzione ai diritti sono sempre state delle costanti” racconta la De Filippo. Che aggiunge. “Enrico Pugliese, Maria Fortuna Incostante, Sergio D’Angelo, Carlo Borgomeo, sono solo alcune delle persone che ci hanno accompagnato in questi anni e, infatti, sono i primi che abbiamo invitato a parlare inaugurando il ciclo di iniziative che ci accompagnerà in questo anno speciale, tra confronti con esperti, ma anche eventi di musica e teatro, perché vogliamo parlare a tutti e con linguaggi diversi. Eventi che culmineranno, ci auguriamo, in una festa da organizzare per la prossima primavera”.

Oggi la cooperativa (che ha attualmente sede presso Officine Gomitoli, nell’ex Lanificio) conta circa 80 dipendenti e riesce a raggiungere in media circa 3mila persone all’anno.

Auguri che provengono da tutta Italia 

Sono già tanti gli auguri e i pensieri che la cooperativa Dedalus sta raccogliendo per il suo 40esimo compleanno. “Dedalus è un incrocio di vite, di umanità con i suoi colori, i suoi rumori, il suo sudore. Non è marmo ma schiuma di mare. In un mondo rarefatto e artefatto lì la vita prende forma, sostanza, viscere. Un luogo dove la cura, la sorellanza, il sostegno amicale, sono riservati a ogni singola persona e questo è una grande rivoluzione: l’importanza della persona.  Intervento che prima di essere operativo è passione, collocandosi tra la testa e il cuore. Dedalus andrebbe riportata per musica e poesia, ma ahimè, io sono stonata”. Scrive così Porpora Marcasciano, presidente nazionale del MIT (Movimento IdentitàTransessuale). Ricordiamo che proprio da una costola di Dedalus è nata oltre dieci anni fa l’Associazione Trans Napoli (ATN), guidata all’epoca da Loredana Rossi, impegnata nella tutela e nei diritti delle persone transessuali.

Le cose che sono state fatte e quelle ancora da fare

In questi anni Dedalus ha acceso i riflettori sugli invisibili e dato voce a chi non ne aveva. “Sono cambiate tante cose dall’inizio. Ad esempio, il fenomeno migratorio è passato da una presenza di transito a una presenza stanziale che resta comunque marginale rispetto alle dinamiche del mercato del lavoro e a quelle sociali”, sottolinea la presidente della cooperativa. “Ora ci sono le seconde generazioni, le nascite di figli di migranti aprono la strada al meticciato culturale che è già di fatto una realtà, ma la società e soprattutto la politica non sono ancora preparati a tutto questo”.

La conquista ancora da fare, quella più importante in questo momento, riguarda l’accesso alla cittadinanza. “In questo senso, la realtà è molto più avanti della politica nell’accompagnare le persone in questo percorso. Noi ci siamo, come sempre, da 40 anni” conclude Elena De Filippo.

Maggiori informazioni e aggiornamenti sulle attività del quarantennale sul sito istituzionale e la pagina Facebook

M. N.

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