Dopo un’estate a dir poco tragica per le persone con disabilità e le loro famiglie, il 2021 si configura come l’anno zero per le politiche sociali a loro dedicate. Tony Nocchetti, presidente di Tutti a Scuola, scongiura la creazione di un “progettificio” con i fondi del recovery plan.
Associazioni e cooperative che si occupano di bambini e ragazzi con disabilità vantano crediti enormi con il Comune di Napoli, basta pensare che la casa di Matteo, che ospita bambini piccoli con gravissime disabilità, avanza oltre 300 mila euro di fondi. “Preferiamo non parlarne più perché sembra che vogliamo chiedere la carità – dice il presidente Luca Trapanese -. Fortunatamente riusciamo a resistere grazie a donazioni e finanziamenti privati, ma resta il fatto che la situazione delle realtà sociali che si occupano di problematiche delicatissime è drammatica, ma molti non parlano temendo di rovinare i rapporti con le istituzioni. Siamo all’anno zero”.
“Stiamo scontando un ritardo di dieci anni- spiega Tony Nocchetti, medico e presidente di Tutti a Scuola, realtà che si occupa dell’accesso alla scuola e ai servizi essenziali dei bambini e ragazzi disabili – e ora c’è la corsa dei candidati sindaci alla legge speciale per Napoli. Senza non è possibile far ripartire il welfare. Si attendono con ansia i fondi del recovery plan sperando di non fare un progettificio gigante perché vanno corretti in maniera strutturale i limiti dei servizi sociali. Basta considerare i numeri delle terapie domiciliari o degli assistenti sociali a Napoli e a Ferrara e Milano oppure confrontare i sistemi sanitari di sud e nord dimostrati dalla differenza nella prevenzione del tumore della cervice uterina che è 20 volte superiore a Milano rispetto a Napoli per rendersi conto dell’enorme gap. Occuparsi delle politiche sociali seriamente è un onere non gestibile con 2,5 miliardi di debito e numeri così bassi di personale. Se c’è una cosa che dice chiaramente il presidente della Regione De Luca è che non può fare assunzioni. Ma intanto a livello nazionale si fanno bandi per assumere 3000 medici vaccinatori da pagare 200 euro al giorno quando a Napoli mancano medici specialisti negli ospedali. Perché invece non obbligare i medici di base che hanno uno stipendio doppio di un medico in corsia e che non rischiano allo stesso modo la vita di fare le vaccinazioni gratuitamente? In questa situazione disastrata per le politiche sociali e la sanità i disabili rappresentano l’ultima ruota del carro, non interessano a nessuno, sono solo un assegno di invalidità nell’idea della politica italiana”.
La certezza di Nocchetti è che bisogna passare dai progetti a servizi stabili e gratuiti per le persone più fragili così come è scritto nella Costituzione.
“Da quando ho sentito dire Gino Strada dire che vuole un welfare pubblico e di qualità penso che tra sogno e realtà c’è un mondo- ma anche io continuo a sperare in un welfare pubblico e di qualità per le persone con disabilità. La lezione atroce del covid dovrebbe esserci servita: penso alle famiglie chiude in casa e abbandonate a sé stesse. Penso ad Emanuele, ragazzo di 37 anni con disabilità psichica che non perdeva mai le nostre manifestazioni che è morto di covid aspettando che vaccinassero i professori universitari e i funzionari della Regione. Perché le persone fragili venivano dopo. Questa è stata la scelta di tutti i “rivoluzionari” che si sono succeduti al governo dalla lega ai cinquestelle ai banchieri. La mamma di Emanuele mi ha detto: “Siamo tutti responsabili della morte di mio figlio”.
AdG