Un giorno storico per la comunità LGBTQI napoletana. Una conquista ottenuta grazie alla collaborazione tra istituzioni e associazioni, cosa di cui va particolarmente fiera l’Associazione Trans Napoli (ATN) che, in tutti questi anni, si è battuta a Napoli per i diritti delle persone trans.
Dopo anni di richieste, lotte e attese, il Comune di Napoli, con il suo assessorato alle Pari Opportunità, ha finalmente assegnato la Casa delle Culture e dell'emergenza LGBTQI all’ATN, che la chiedeva sin dalla sua fondazione nel 2007. Un luogo, spiegano dall’associazione, dove costruire, creare comunità, ma prima di tutto un luogo in cui accogliere tutte le persone vittime di violenze e discriminazioni. D’ora in poi, tutte le persone trans, allontanate dalla famiglia o senza fissa dimora, avranno un luogo dove trovare ristoro.
«Questa è stata una delle nostre prime battaglie - sostiene Loredana Rossi, fondatrice di ATN - Napoli si distingue ancora una volta per essere una delle città più all’avanguardia per i diritti delle persone LGBTQI e in particolar modo per le persone trans che ancora oggi sono cacciate di casa. Finalmente abbiamo la possibilità di ospitarle e non farle stare in strada alla mercè di chiunque».
«Napoli si allinea alle più avanzate esperienze europee - dichiara il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris - Sarà la prima città del Sud Italia a dotarsi di una struttura comunale finalizzata ad attività volte alla tutela e alla diffusione delle culture LGBTQI contro qualsiasi comportamento discriminatorio e per assicurare riparo e protezione alle persone LGBTQI vittime di violenza o in condizioni di disagio socio economico». È importante sottolineare che tutto questo è stato possibile grazie al lavoro sinergico delle principali associazioni LGBTQI della città metropolitana e alle cooperative che metteranno a servizio del progetto la loro esperienza sull'accoglienza.
Ileana Capurro, presidente di ATN, conferma che è stato premiato un lavoro di squadra: «La cordata vede riunite tutte le sigle delle associazioni LGBTQI, è una vittoria di un’intera comunità. Il partenariato, che vede coma capo fila Arci Gay Antinoo assieme ad ATN, Alfi le Maree, Pride Vesuvio Rainbow, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Pochos Napoli supporto di Arci Mediterraneo, Dedalus, Nefesh, Centro Ateneo Sinapsi, Ordine degli Psicologi della Regione Campania in compartecipazione col Comune di Napoli, è stato esteso a tutte le realtà, è molto trasversale, riunisce tutte le istanze. Ci muoviamo verso diversi obiettivi che contemplano prima di tutto la capacità ricettiva, quindi accogliere persone oggetto di marginalità e poi è importante l’idea che ci sia anche un focus specifico sulla cultura: gettare un ponte verso la maggiore formazione e conoscenza e poter incidere culturalmente rispetto a una città che è ancora arretrata su alcune questioni».
«La procedura non è stata semplice - dichiara l’assessore Francesca Menna - Ringrazio tutto il personale amministrativo che, in un lavoro di sinergia tra le diverse competenze, si è impegnato per svolgere con celerità tutti i passaggi che ci hanno portato a questo risultato così importante. L’immobile, infatti, messo a disposizione, era rubricato per uso ufficio e da tempo in disuso per cui si è avviata una complessa procedura di cambio di destinazione d’uso, progettato e realizzato i lavori di adeguamento e recupero dello stabile, progettato e avviate le procedure di acquisto degli arredi e delle attrezzature e infine realizzato un Avviso pubblico rivolto alle associazioni LGBTQI del territorio per individuare il soggetto con il quale sviluppare un modello di co-gestione della sede».
«Il punto di forza è rappresentato dalla qualità residenziale della sede e dalla realizzazione di un modello di co-gestione di una sede comunale in sinergia con associazioni del territorio e potrebbe diventare un modello replicabile in altri territori. Tutto questo assume una valenza ancora più importante in questo momento così delicato, dove l’emergenza covid rischia non solo di comprimere le libertà civili, ma di rendere ancora più fragili e marginali tutte quelle persone già vittime di violenza e discriminazione. Nei prossimi giorni, espletati tutti gli atti previsti dalle normative vigenti e in accordo con le associazioni LGBT vincitrici del bando, coordineremo l’avvio delle attività progettuali», conclude la Menna.