Un accordo tra scuole, istituzioni locali e terzo settore per rafforzare l’alleanza tra scuola, famiglie e comunità educante: nasce a Napoli il primo Patto Educativo di Comunità. Pianura, Chiaiano, Rione Luzzatti e San Lorenzo-Vicarìa-Vasto: sono questi i quartieri delle 10 scuole di Napoli al centro dell’iniziativa promossa in città da Save the Children e cooperativa sociale Dedalus, con la collaborazione di 17 organizzazioni civiche e del terzo settore, Asl Napoli 1 Centro (distretto 26, 28 e Open Point/ufficio socio-sanitario) e assessorato alla scuola e all’istruzione del Comune di Napoli. Complessivamente saranno coinvolti circa 4944 studenti di cui circa 1773 già partecipano alle attività proposte dalle realtà aderenti al patto.
La rete territoriale partenopea si attiva dunque per aiutare la scuola, e soprattutto le bambine e i bambini e le ragazze e i ragazzi, a superare compatti le difficoltà che prima con il lockdown, poi con le nuove misure restrittive a causa della pandemia, hanno colpito studenti, genitori e insegnanti.
Il Patto Educativo di Comunità è uno strumento introdotto dal Ministero dell’Istruzione nello scorso mese di giugno per dare la possibilità ad enti locali, istituzioni, pubbliche e private, realtà del terzo settore e scuole di sottoscrivere specifici accordi, rafforzando così non solo l’alleanza scuola-famiglia, ma anche quella tra la scuola e tutta la comunità locale, che in questo modo diventa pienamente “educante”.
L’obiettivo è contrastare e prevenire i fenomeni della povertà educativa, dell’abbandono scolastico e del fallimento formativo, e allo stesso tempo valorizzare e mettere a sistema tutte le esperienze e tutte le risorse del territorio. In questo modo, il Patto diventa un vero e proprio luogo dove attivare un processo che rafforza e valorizza la scuola pubblica, prendersi cura delle situazioni di maggior fragilità, prevenire l’abbandono, garantire supporto psico-sociale a giovani e famiglie, favorire il protagonismo giovanile.
Concretamente il Patto prevede attività di confronto e programmazione costante con le scuole, docenti e famiglie, per la co-progettazione e la co-gestione di attività tese a sostenere le studentesse e gli studenti più fragili, attraverso interventi di supporto allo studio e all’apprendimento; l'apertura di spazi attrezzati per poter seguire la DAD dedicati agli alunni che per condizione personale rischiano di non potervi accedere in modo adeguato; in accordo con le scuole l'organizzazione della co-presenza di educatori e docenti nelle piattaforme utilizzate per la didattica a distanza. Saranno attivati inoltre numerosi percorsi laboratoriali su: competenze digitali, cittadinanza e partecipazione, radio, arte, teatro, cinema.
Il Patto Educativo di Comunità agisce su quattro territori di Napoli in cui sono attive da anni le realtà che hanno proposto il documento. Qui la dispersione scolastica e la povertà educativa erano fenomeni da contrastare già prima dell’avvento del Covid-19. Secondo il Rapporto sulla povertà educativa in Campania di OpenPolis/Con i Bambini nella Città Metropolitana di Napoli il 22,10% dei giovani abbandona gli studi e il 9,70% delle famiglie vive in disagio economico. Tutte le attività sono e saranno progettate in sintonia con le “Linee di Indirizzo del Comune di Napoli per la prevenzione e il contrasto della dispersione e del disagio scolastico”.
“Stiamo affrontando una sfida educativa senza precedenti. Non possiamo aspettare di vedere, tra un anno, gli effetti della pandemia in termini di nuova dispersione scolastica. Dobbiamo agire subito, per scongiurare il rischio che anche un solo bambino, in questo anno scolastico così difficile, scompaia dal radar delle scuole. Il patto non è solo un modo per mettersi, concretamente, al servizio delle scuole ma è anche un invito alla mobilitazione di tutti gli attori sociali per rafforzare e integrare l’offerta didattica, sostenere l’impegno educativo, senza lasciare da sole le scuole e le famiglie in questo impegno”, ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Il risultato di oggi viene da un percorso importante di co-progettazione territoriale che ha trovato nell'Assessorato alla Scuola del Comune di Napoli e nell’impresa sociale Con i bambini, pur su piani e con ruoli differenti, due importanti alleati sia sull'idea che la lotta alla povertà educativa non è accessorio ma presupposto allo sviluppo delle comunità e del territorio, sia nell'agire l'integrazione pubblico privato come ambito paritario, di gestione collettiva della responsabilità e della funzione pubblica” ha commentato Andrea Morniroli, della cooperativa sociale Dedalus.
“Con i percorsi di co-progettazione territoriale che abbiamo avviato con le scuole negli anni, per prevenire e contrastare la dispersione, si è costruito intorno alle stesse un patto solido che coinvolge importantissime realtà del privato sociale e del civismo attivo. Queste realtà portano il valore aggiunto di progettazioni e fondi propri, come quelli messi in campo da Con i Bambini, grazie al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, ma condividono con noi un'idea: le risorse pubbliche veicolate attraverso le co-progettazioni orizzontali hanno un impatto diverso e nuovo, perché attivano reti che non svaniscono quando si consuma un progetto ma sviluppano sui territori, intorno alla centralità del compito che la scuola riceve dalla Costituzione, la formazione dell'uomo e del cittadino, processi di corresponsabilità e condivisione tra le varie agenzie per contrastare e sconfiggere la povertà educativa" ha detto Annamaria Palmieri, assessora alla scuola e all’istruzione del Comune di Napoli.
“Questa iniziativa centra in pieno l'obiettivo per il quale stiamo lavorando: convincere la pubblica opinione e le istituzioni , attraverso concrete realizzazioni, che per combattere la povertà educativa minorile, probabilmente la più grave patologia sociale del nostro Paese, bisogna costruire e qualificare Comunità educanti capaci di fare rete, di attrarre e qualificare le migliori energie dei territori nei processi educativi e di inclusione”, ha concluso Carlo Borgomeo, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini.
Il Patto rafforza e mette in rete anche alcune azioni già presenti sul territorio. In particolare, due programmi nazionali finanziati dalla impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, sostenuto dalle Fondazioni di origine bancaria in accordo con il Governo. Sono i programmi Bella Presenza e Futuro Prossimo, rispettivamente coordinati da Dedalus e Save the Children. Save the Children partecipa al Patto anche con un altro programma nazionale contro la dispersione scolastica, Fuoriclasse in Movimento, sostenuto da donatori privati, e con la rete degli interventi attivi sui territori interessati (Punti Luce, Spazi Mamme, UnderRadio, Sottosopra).