Dal Mediterranneo alla Foresta Amazzonica, da New York alla Serbia sulle tracce dei grandi temi dell’umanità per ritrovare l’umanità in un momento storico in cui la stiamo perdendo. Un adiacente possibile per sentire che ci sono problemi sociali che riguardano tutti.
Adiacente Possibile è il progetto sperimentale curato da Agostino Riitano, prodotto dal Teatro Bellini di Napoli nell’ambito del Piano_BE, che si ispira alle teorie del biologo Stuart Kauffmann, a cui si deve il concetto di “adiacente possibile” come spazio di potenzialità e co-evoluzione.
Dal 22 ottobre al 19 dicembre, ogni giovedì, venerdì e sabato dopo la recita pomeridiana: 27 appuntamenti daranno vita ad un viaggio senza filtri nei conflitti del contemporaneo. Adiacente Possibile si sostanzia in un grande schermo che prende il posto del palcoscenico. Uno squarcio nello spazio fisico del teatro che darà libero accesso al tempo presente, accogliendo e restituendo immagini in presa diretta: un flusso di realtà che non sarà imbrigliato nelle convenzioni dei linguaggi performativi, piuttosto sarà condiviso nudo e crudo per verificare collettivamente le infinite possibilità di ricombinazione del reale. Cittadini da diverse parti del mondo offriranno agli spettatori in teatro testimonianze dirette e sguardi in tempo reale attraverso la camera del loro telefono cellulare. Ogni appuntamento di Adiacente Possibile sarà un’esplorazione dei conflitti, delle contraddizioni e delle tragedie contemporanee, con l’obiettivo di allargare la visuale a punti di vista inattesi.
Sono stati gli stessi napoletani a partecipare al processo di scelta di temi e testimonianze in un processo culturale collettivo, nel quale la partecipazione attiva alla creazione e all’immaginazione, supera la tradizionale differenza tra attore e spettatore. Decine di cittadini nel mese di settembre si sono incontrati nella sala teatrale del Piccolo Bellini, ed hanno avviato il percorso di co-creazione per individuare le tematiche più urgenti da indagare nel palinsesto di Adiacente Possibile.
In questo senso il Teatro è un “dispositivo sociale” che prova a restituirci catarsi e vie di fuga, in cui ognuno si fa testimone del mondo che sta vivendo e non più mero spettatore.
“Il teatro e la cultura non possono più essere utilizzati per il mero consumo di prodotti – spiega Agostino Riitano-. Il processo creativo e l’immaginario sono cardini troppo potenti del nostro abitare e conoscere il mondo: è necessario impiegarli per costruire forme di socializzazione che sopravvivano nella società del rischio. Il teatro è presenza nello stesso spazio e nello stesso tempo. Potremmo viverlo come luogo di passiva rappresentazione, invece abbiamo deciso di rispettarlo in quanto luogo di interazione e di creazione. In questo momento in cui si dibatte della chiusura dei luoghi della cultura, in quanto potenziali contesti di propagazione del contagio, i dati dimostrano che tali ambienti sono fortemente controllati e non espongono i cittadini al rischio. Tuttavia, il “luogo” come spazio di condivisione e di esperienza è messo in crisi. Adiacente Possibile ne rigenera l’utilità ponendo la più grande attenzione ai contenuti e riducendo l’isolamento etico e psicologico che i dolori del mondo patiscono. Dunque il teatro come cura, come strumento per elaborare la realtà, per sentirne fino in fondo le tragedie e quindi uno strumento di catarsi”.
Il programma di Adiacente Possibile è in costante evoluzione. Il primo appuntamento del 22 ottobre è dedicato a Venezia, una città smarrita nei cambiamenti e trasfigurata dal turismo di massa che oggi fa i conti con l’identità perduta, riflettendosi nelle acque calme e limpide del Canal Grande ripulite dal lockdown. Nelle prime settimane ci saranno testimonianze dal Mar Mediterraneo sul salvataggio dei naufraghi; dal Kenya sulla scuola, la bellezza e il futuro, da New York sui conflitti sociali post elezioni presidenziali, dalla Serbia sulla corruzione dei poteri dello Stato, dal Congo sullo sfruttamento delle risorse minerarie, dall'Amazzonia sulla devastazione della foresta vergine.
Il percorso di co-creazione tra cittadini, artisti e istituzioni incentrato su Adiacente Possibile, si fa anche strumento per sperimentare una nuova modalità di produzione teatrale, mescolandosi nel progetto BE_Jennifer: ogni martedì lo spettacolo “Le cinque rose di Jennifer” regia di Gabriele Russo, suddiviso in segmenti, sarà ricreato e trasformato dalla visione del palinsesto di Adiacente Possibile ed implementato dalle sollecitazione dei partecipanti alla co-creazione.