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Giovedì 21 Gennaio 2021




Casa Tolentino. Una storia di riqualificazione dal finale incerto

casa tolentinoNata da un progetto di riqualificazione del monastero seicentesco di San Nicola da Tolentino, ai piedi della collina di San Martino, Casa Tolentino è da quasi dieci anni un punto di riferimento per gli abitanti dei Quartieri Spagnoli. A dirigerla è la cooperativa sociale Vicoli in Corso, composta da cinque ragazzi napoletani che, armati di voglia di fare e amore per la città, hanno ridato vita ad un luogo rimasto abbandonato per anni con laboratori, eventi di musica e arte e una struttura di ricezione turistica.

Un’opportunità lavorativa in una città in cui da sempre il lavoro un po’ si inventa, ma anche un’occasione importante per togliere i più giovani dalle strade: grazie ai fondi messi a disposizione dalle Fondazioni L’Altra Napoli e Con il Sud la storia di Casa Tolentino è una di quelle che poco vanno sui giornali nazionali perché esula da un’idea di Napoli tutta pizza, mandolino e camorra. A dieci anni dalla partenza il progetto rischia però di scomparire: Alla scadenza del contratto di comodato d’uso, prevista per il 2022, la Congregazione di San Vincenzo de’ Paoli, che ne ha la proprietà, non ne prevede un rinnovo. “Abbiamo cercato un compromesso. Al momento, secondo quanto previsto dal comodato d’uso, paghiamo solo le utenze, ma ci siamo dichiarati disposti a stipulare un contratto d’affitto”. A parlare è Federica Capuozzo, responsabile marketing e comunicazione di Casa Tolentino che, insieme a Giuseppe Maienza, Francesco porpora, Gianluca Leone, Antonio Trotta, compongono la cooperativa Vicoli in Corso. “Le Fondazioni L’Altra Napoli e Con il Sud hanno investito nel progetto circa 1 milione di euro.  Non solo per la ristrutturazione dei locali dedicati alla ricezione turistica, ma anche per gli arredi dei luoghi destinati alle attività laboratoriali e culturali, per la costruzione del campetto di basket e di calcio, luoghi di incontro per i ragazzi del quartiere. Senza tener conto dei giardini: quasi un ettaro diviso in tre terrazzamenti, in cui ci siamo occupati della manutenzione straordinaria e ordinaria. Che fine farà tutto questo?”. Una domanda che sorge spontanea quando si prospetta venir meno un’occasione di sana occupazione in una zona della città complessa come quella dei Quartieri Spagnoli. “Fra l’altro le speranze di continuare le nostre attività si sono affievolite alla notizia che il Suor Orsola Benincasa è interessata all’acquisto. Speranze che non sono solo le nostre, ma anche delle tante realtà che nel progetto Casa Tolentino ci hanno creduto. Penso alle Fondazioni L’Altra Napoli Onlus e a Con il Sud, certo, ma anche alla Fondazione Riva, grazie alla quale abbiamo oggi una splendida area breakfast a disposizione di tutti, o e all’azienda Ecopneus che ci ha donato il fondo del campo di calcio e tennis, creato riciclando copertoni dismessi”.

Quella di Casa Tolentino è una storia che merita un lieto fine ma che ha, ad ora, un finale ancora incerto. ”Abbiamo lavorato duramente due anni a titolo volontario. Abbiamo costruito occasioni lavorative e ad ora il progetto di sostiene completamente da solo. Non mi chiedo se abbia senso buttare al vento il lavoro degli ultimi dieci anni. Ma se abbia senso rinunciare a tutto ciò che potremo ancora fare nei prossimi dieci”.

Chiara Reale

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