Il Piano Cultura Futuro Urbano è un progetto del MiBAC che nasce per promuovere iniziative culturali nelle periferie delle città metropolitane e nei capoluoghi di provincia di tutta Italia. Un Piano d’azione di 25 milioni di euro entro il 2021, che finanzierà la realizzazione di nuovi servizi con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dell’intera collettività urbana, donando nuova personalità a scuole, biblioteche e opere pubbliche rimaste incompiute.
Due bandi una missione: riqualifica urbana e culturale
I due bandi del Piano Cultura Futuro Urbano attivi dal 7 maggio 2019 fino alle ore 12:00 del 5 luglio 2019 sono: “SCUOLA ATTIVA LA CULTURA”, bando rivolto a tutte le istituzioni scolastiche statali secondarie di primo e secondo grado delle città metropolitane e città capoluogo di provincia singolarmente e/o loro reti e consorzi anche come capofila di partenariati. “BIBLIOTECA CASA DI QUARTIERE”, bando rivolto a tutte le biblioteche civiche, le biblioteche gestite in maniera non profit da fondazioni, associazioni culturali, università, centri di ricerca non profit, istituti di alta formazione, enti del Terzo Settore situate in quartieri prioritari e complessi di città metropolitane e città capoluogo di provincia, singolarmente o attraverso forme associative, reti e consorzi.
Chi può partecipare
Potranno presentare domanda le istituzioni scolastiche statali secondarie di primo e secondo grado delle città metropolitane e città capoluogo di provincia singolarmente e/o loro reti e consorzi, anche come capofila di partenariati composti da almeno uno dei seguenti soggetti: ente pubblico, città metropolitana e città capoluogo di provincia e/o loro articolazione di decentramento istituita ai sensi della legislazione e/o regolazione nazionale, regionale, locale vigente; un’istituzione culturale: fondazione e/o associazione culturale, università, centri di ricerca, istituti di alta formazione non profit, un ente del Terzo Settore ai sensi dell’art. 4,comma 1, del Decreto Legislativo n. 117/2017; un’associazione, comitato o gruppo informale costituiti ai sensi del codice civile da abitanti dei quartieri prioritari e complessi, oggetto dell’intervento; e almeno uno dei soggetti appartenenti alle seguenti tipologie in qualità di co-finanziatore: un esercizio commerciale o artigianale di vicinato; una fondazione di origine bancaria; un’impresa culturale e creativa; professionisti singoli o associati.
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