Centocinquanta studenti e una giornata dedicata all’Orientamento. Scuola e Università stringono un patto di unione e aprono alla possibilità di scoprire in anticipo il Mondo Universitario, che ha visto i relatori Barbara Liguori, Paolo Aprea e Assunta Campanile (DIcMAPI),impegnati in una proposta riflessiva sul mondo del lavoro e sulle prestazioni dei servizi dell'Università.
Il dibattito che si è svolto presso l’Istituto Caselli-De Sanctis in Piazza santa Maria in Portico, con il dirigenteValter Luca De Bartolomeis, ha avuto nuovi spunti di riflessione e proposto idee di sviluppo e di intesa che andranno anche oltre l’orientamento universitario. Proposte e idee, alcune delle quali si vedranno in anteprima nella prossima edizione di Futuro Remoto 2019, che avrà luogo alla Città della Scienza, dal 21 al 24 novembre.
Il seminario LAVORARE CON I MATERIALI ha anche fornito un importante confronto sui materiali performanti e sulla sostenibilità ambientale, e ha visto la presentazione di un’attività di ricerca condivisa, con il dipartimento DICMAPI della Federico II, sui nuovi smalti sostenibili che – dice il dirigente - probabilmente diventerà un brevetto industriale made in Caselli!
E che se è vero che la Quinta Rivoluzione Industriale porterà l’uomo e il robot a lavorare fianco a fianco in un’industria ripensata, il mondo dell’istruzione deve adeguarsi a questi scenari futuri, non tanto lontani, a coniugare la distinzione tra mondo virtuale e fisico.
Le giovani menti del Caselli-De Sanctis hanno avuto modo di conoscere anche alcuni dati sulle possibilità occupazionali legate alla scelta della facoltà. Consideriamo anche il dato certo che da nord a sud i più importanti Atenei d’Italia non mancano di avere l’indirizzo di ingegneria chimica nella propria offerta formativa. Il programma di studi si incentra sempre sull’acquisizione di conoscenze legate alla conversione di materie prime in prodotti a più alto valore aggiunto, studiandone processi fisici, chimici e biologici.
La figura dell’ingegnere chimico è caratterizzata da un’interdisciplinarietà che gli permette di spaziare dalla petrolchimica a tutti gli altri settori dove si prevede una trasformazione di materia, ampliandone notevolmente il campo d’azione e le prospettive lavorative.
Le statistiche del Centro Studi CNI, a cinque anni dalla laurea, stabiliscono che ben l’86,4% dei laureati in ingegneria chimica trova lavoro, con un guadagno netto medio mensile di 1.752€.
Così anche nel mondo della ricerca, spesso legata allo sviluppo di un prodotto industriale e portato avanti all’interno di società private, che hanno portato alla nascita di personaggi di alto profilo come Koichi Tanaka, la cui speranza è quella che “molte persone in giro per il mondo e specialmente ingegneri che lavorano per aziende private, abbiano coraggio e credano nei propri sogni nel perseguimento dell’innovazione scientifica a beneficio di tutte le creature viventi”.
Silvana Aricò