Napoli sempre più accogliente e aperta alle diversità. È stato presentato ieri, in anteprima, il progetto “Questa casa non è un albergo”, una struttura confiscata alla camorra e che sarà destinata ad accogliere i ragazzi lgbt disagiati ma anche alle vittime di violenza e di ogni forma di discriminazione. La casa, ubicata in via Genovesi, è la prima in Italia realizzata in un bene sottratto alla criminalità organizzata.
La sede è stata completamente ristrutturata attraverso il progetto finanziato dal PAC “Casa” e con un cofinanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
Ieri al PAN il convegno “Culture giovanili LGBT+. Sfide, buone prassi e innovazione italiane made in Napoli” cui hanno preso parte Chiara Marciani, Assessore Formazione e Pari opportunità della Regione Campania, Antonietta Bozzaotra, Presidente Ordine degli Psicologi della Campania e Maurizio Bianco, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. È stata l’occasione per discutere sulle discriminazioni e sulla violenza che rende vittime vulnerabili i soggetti in questione e che rappresentano fattori di disagio in tutte le realtà con conseguenze disarmanti sulle persone.
La preoccupazione maggiore è sulla persistente discriminazione che, tra i giovani e i meno giovani, continua a farsi strada dando spazio a omofobia e transfobia: una realtà purtroppo ancora diffusa che diviene inammissibile in un’ epoca in cui l’innovazione sociale dovrebbe, invece, supportare la difesa di quei diritti umani che restano ancora fonte di battaglie civili. Un pomeriggio di riflessione con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza verso il rifiuto e il contrasto di comportamenti e relazioni violenti verso i soggetti LGBT. Diversi docenti e ricercatori del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II hanno prodotto una analisi delle diverse forme di violenza: dall’omofobia al bullismo, dal cyberbullismo alla violenza di genere, inaccettabili realtà avversarie di ogni dignità umana, di libertà e di democrazia.
L’esperimento nasce dall’operato dell’associazione di promozione sociale i-Ken onlus e del suo Presidente Carlo Cremona insieme alla partecipazione di istituzioni e soci partners. È stato, così, promosso il primo concreto esperimento in un bene confiscato accendendo i riflettori verso una “residenza” di accoglienza che incarna i valori di una grande famiglia. Offrendo mutuo soccorso con attiva partecipazione, una equipe selezionata tra psicologi, avvocati e non solo, offrirà supporto culturale e psicofisico, rendendola unica sede di riferimento per chi ne sente il bisogno. Sono per lo più quei ragazzi che si sentono rifiutati per quella mascherata violenza che spesso giunge dalla stessa famiglia d’origine e che quotidianamente li discrimina inducendo le giovani vittime a cercar riparo altrove dalle mura domestiche. Il progetto innovativo socio-culturale tutto made in Naples sarà ufficialmente presentato in una conferenza stampa dedicata a cui presenzieranno esponenti di rilevo nazionale del campo della giustizia della legalità e del mondo scientifico.
di Alessandro Bottone