Bimbo autistico senza terapie
La mamma: “Per curarti a Napoli, devi nascere ricco”
Gabriele è un ragazzino autistico di 12 anni, vive a Mugnano di Napoli e, grazie alla terapia comportamentale ABA, sta facendo progressi significativi per la sua autonomia. Questo, però, ha un costo salatissimo per la famiglia che deve farsi carico delle spese completamente. L’Asl Napoli 2 Nord, infatti, non garantisce questo tipo di cura che in altri comuni della Campania, come Benevento e Caserta, è convenzionata per le famiglie con figli autistici.
In realtà, l’ABA è l’unica terapia finanziata e riconosciuta dalla Regione Campania e prevede, tra le altre cose, l’intervento di un analista comportamentale. “L’ABA è l’unica terapia che, nel corso di questi anni, sia risultata davvero efficace. Attualmente paghiamo la terapeuta 600 euro al mese, per una sola seduta di 5 ore, quando non ci rivolgiamo all’assistente della consulente che ne costa 350”, spiega la mamma di Gabriele, Rita, che ha iniziato già una battaglia legale, dopo aver denunciato la situazione a mezzo stampa.
Grazie alla tenacia della madre, Gabriele oggi ha diritto a 24 ore settimanali di terapia all’interno del Ptri (Progetto terapeutico riabilitativo individuale) che, queste sì, sono convenzionate con l’Asl, sulle 30 di cui avrebbe bisogno. “Già per avere queste ore abbiamo dovuto combattere – racconta Rita – ma è già qualcosa, almeno ne devo pagare solo 6 su 30”. Il vero problema, adesso, riguarda la terapia comportamentale, che sta diventando un costo insostenibile. “Siamo al collasso, solo mio marito porta lo stipendio a casa. Non abbiamo più soldi per pagare queste cure. Possibile che chi deve curarsi nella nostra Regione debba essere ricco?”, sbotta la madre di Gabriele, che deve badare a lui 24 ore su 24, oltre a doversi occupare di altri due bambini.
Esasperata, Rita ha scritto lettere su lettere e fatto l’impossibile per incontrare il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. Confronto che si è realizzato lo scorso 15 maggio: “Un giorno che non dimenticherò mai per quanto è stato difficile combinare questo incontro”.
Il presidente della Regione è stato molto disponibile con la madre di Gabriele e ha incaricato un dirigente che era con lui al momento di occuparsi della situazione della signora, dando al figlio tutto ciò che era in suo diritto per legge. Ma da quel giorno non è cambiato nulla, alle parole non sono seguiti i fatti. “Dando a Gabriele in maniera gratuita l’ABA, avrebbero creato un precedente e non potevano permetterselo, mi hanno poi spiegato in separata sede”. Rita non ha trovato neanche risposta al perché a Napoli, a differenza di altri comuni campani, non sia assicurata questa terapia alle famiglie dei bambini con autismo.
Ma questa non è l’unica battaglia che la famiglia di Gabriele deve affrontare: un altro ricorso al Tar è già partito per il riconoscimento della cattedra di sostegno scolastico al ragazzo, che al momento sta usufruendo solo di poche ore anziché del tempo pieno. “So che quasi tutti i genitori intraprendono questa strada legale, è prassi comune e si dovrebbe risolvere per il meglio. Ma possibile che dobbiamo sempre lottare per ciò che semplicemente ci spetta?”, insiste Rita. Che aggiunge: “Tutto questo è desolante e ancora più brutto è vedere come intorno a noi, famiglie di ragazzi difficili, si crei un vuoto. Nessuno ci aiuta e non solo economicamente. Siamo soli e non sappiamo a chi altri chiedere una mano”.
Maria Nocerino