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Sabato 26 Settenbre 2020




I beni confiscati

Presentati a Napoli due importanti studi

bene confiscato 2Il 2 marzo 2017 nella sede della Fondazione Polis della Regione Campania, sono state presentati due importanti studi sul tema delle esperienze di riutilizzo dei beni confiscati.

Libera è impegnata da anni nei processi di valorizzazione dei beni confiscati alle mafie soprattutto in percorsi di partecipazione e inclusione sociale attraverso i quali accompagna cooperative, associazioni, comitati civici in progetti di riutilizzo. Oltre al monitoraggio dei beni confiscati non ancora riutilizzati, nell'ultimo anno ha deciso di orientare la sua attenzione anche alle esperienze di riutilizzo. Da questa premessa nascono due importanti studi: il primo, promosso da Libera con il sostegno della Fondazione Italiana Charlemagne, dal titolo "Bene Italia. Economia, welfare, cultura, etica: la generazione di valori nell'uso sociale dei beni confiscati alle mafie", ha permesso di rintracciare, in tutto il territorio nazionale, 524 realtà sociali impegnate nella gestione di attività su beni confiscati. Con il secondo studio dal titolo "I beni confiscati come opportunità di sviluppo", promosso da Libera Campania e Fondazione Polis, è stata analizzata la situazione campana con dati significativi: 78 pratiche di riutilizzo censite su tutto il territorio regionale che in media occupano 5 persone, su cui operano mediamente 15 volontari e 16541 beneficiari complessivamente.

Entrambi gli studi sono importanti per rappresentare lo stato dell'arte del riutilizzo sociale dei beni confiscati ma soprattutto raccontano uno spaccato dell'Italia operosa e virtuosa, che in molti territori si impone come modello socio-economico alternativo a quello mafioso. Ad oltre venti anni dall'approvazione della legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, oggi i dati raccolti ci mostrano la bontà del cammino intrapreso. Emergono anche alcuni ostacoli, che le ricerche hanno voluto stigmatizzare affinché possa essere messa a sistema una più ampia e qualificata gestione dei beni confiscati alle mafie. Un quadro articolato, che necessita di politiche pubbliche di sistema e di un lavoro organizzato da parte dei soggetti gestori dei beni al fine di realizzare un nuovo welfare, praticando un modello di sviluppo sostenibile e solidale.

L'iniziativa ha rappresentato anche l'occasione per ricordare l'istituzionalizzazione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie del 21 marzo, approvata il 1 marzo all'unanimità dalla Camera dei Deputati e suggellata da un brindisi presso la Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità a margine della presentazione dei due studi sui beni confiscati.

All'iniziativa promossa da Libera e dalla Fondazione Polis sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Commissione consiliare regionale anticamorra e beni confiscati Carmine Mocerino, il presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Polis Geppino Fiorenza, con il segretario generaleEnrico Tedesco, il referente regionale di Libera Fabio Giuliani, con il referente provinciale di Napoli Antonio D'AmoreRiccardo Christian Falcone e Angelo Buonomo, che hanno illustrato i contenuti delle ricerche, Clara Degni in rappresentanza del Comune di Napoli, l'amministratore delegato del consorzio Agrorinasce Giovanni Allucci, Peppe Scognamigliodi Radio Siani, il presidente di Federconsumatori Campania Rosario Stornaiuolo.

SCARICA LA RICERCA "I beni confiscati come opportunità di sviluppo in Campania"

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