Dio e' contro la camorra
Martedì 30 maggio 2016, si è tenuta una veglia di digiuno e preghiera presso il Duomo di Napoli, promossa dalla Curia per sconfiggere il male oscuro, la camorra, che dilaga sempre di più sull'hinterland partenopeo.
Il cardinale Crescenzio Sepe invita, credenti e non, a prendere una netta presa di posizione contro ogni forma di illegalità, delinquenza e prepotenza.
La cattedrale intanto era gremita e raccoglieva esponenti di religioni differenti: anglicani, ortodossi e buddisti.
Intorno al cardinale, e prima nell'itinerario penitenziale, hanno partecipato perfino ex detenuti, e poi docenti universitari, padre Alex Zanotelli, le suore di Madre Teresa di Calcutta, le comunità del Rione Sanità, di Scampia, don Tonino Palmese, la Caritas, le donne e gli uomini della pastorale giovanile.
Nell'ultimo giorno del mese mariano, Sepe esorta i clan a deporre le armi, a convertirsi con cuore contrito perché solo in questo caso Dio è pronto a perdonare e la sua misericordia è infinita.
Il guadagno facile offusca le menti dei camorristi, li incita ad essere megalomani, ma si sa che la camorra porta con sé strascichi irrimediabili dagli effetti mortiferi come la schiavitù, la miseria e la rovina.
Ecco che “Dio è contro ogni forma di violenza”, dice il cardinale Sepe, sottolineando come Napoli debba essere vista come città della vita, della gioia che si estranea dalle irregolarità.
Un Duomo strapieno reagisce con applausi spontanei e tra le navate c'era Antonio Amoruso, un uomo di 52 anni, il quale racconta che dopo essere uscito dal carcere di Poggioreale, partirà per Forlì con l'obiettivo di cercare un lavoro onesto e vero.
La processione è proseguita poi nel Rione Forcella, teatro di carneficina per l'uccisione della 14enne Annalisa Durante nel 2004 e nel 2016 con l'omicidio di un altro innocente, Maikol Russo, ucciso da un proiettile vagante.
Urgono politiche del lavoro che consentano una formazione professionale adeguata.
(Alessio Bocchetti).