Migranti e rifugiati, novelli chef in azione nel progetto Gusto da vendere 2.0 realizzato da Tobilì, in partenariato con Less Onlus, sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Obiettivo del progetto è creare opportunità di inclusione socio-professionale per migranti tra cui richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale - in particolare in uscita dai percorsi di accoglienza – e per giovani italiani a rischio di marginalità, attraverso interventi formativi e percorsi di empowerment sulle tecniche di ristorazione, con l'obiettivo di formare i destinatari delle attività nella gestione di un laboratorio di cucina.
Le attività laboratoriali hanno permesso di trasferire ai richiedenti asilo e rifugiati le competenze sulla manipolazione e trasformazione degli alimenti in modo conforme alla normativa vigente e le tecniche innovative di cucina. A condurre il laboratorio lo chef Andrea di Martino e Fabio Crusco.
“Il progetto vuole essere un'ulteriore tappa del nostro viaggio nell'integrazione attraverso la cucina, così da creare opportunità lavorative nel mondo della ristorazione – spiega Felix Arnold Mekontso, rifugiato e presidente della coop. Tobilì – la formazione e l'esperienza sono diventati elementi fondamentali per il mercato del lavoro che richiede personale specializzato, per questo abbiamo deciso di costruire questo percorso laboratoriale grazie al contributo della Chiesa Valdese”.
Nel corso del progetto i partecipanti hanno affrontato un percorso esperienziale attraverso training in realtà ristorative del territorio per sviluppare ulteriormente competenze tecnico pratiche e approfondito le conoscenze acquisite durante la formazione.
“Cibo ed intercultura è un binomio che da sempre ha funzionato – conclude Mekontso - crediamo che la contaminazione culturale in cucina sia un ottimo veicolo di sensibilizzazione per una società multiculturale”.