Cancellato il ‘Murales della legalità’ dedicato a Giancarlo Siani realizzato dall’artista Nicholas Tolosa presso la scuola Gabelli di Napoli, in via Casanova 30, che misurava circa 1300×350 cm ed era stato inaugurato nel 2016. La dirigenza della scuola ha così deciso di cancellare, immotivatamente e senza alcuna richiesta, un pezzo di legalità che abbelliva l’animo e l’estetica della scuola stessa e non solo, ritinteggiando di bianco la parete che ospitava l’opera.
La camorra e le mafie in generale sono il cancro della società e non permettono lo sviluppo culturale e civile. Purtroppo radicata profondamente nelle trame della società anche in contesti che possiamo reputare assurdi, secerne la sua ignoranza verso le nuove generazioni e qualcosa bisogna fare per fermare questo fenomeno di sottosviluppo sociale. Nel nostro paese non è facile combattere la mala vita dato che proprio chi governa spesso ne è invischiato. Questa è una viva denuncia e un’indignazione verso chi vive nella corruzione e nel malaffare.
Coma rappresentava il murales
Il ‘Murales della legalità’ aveva lo scopo di alzare la voce e dare una speranza. Le sagome richiamavano quelle prese a terra col gesso dalla polizia quando ci sono delle uccisioni per strada ma allo stesso tempo i colori di cui erano composte rappresentavano un rimando alla vita, alla speranza affinché ciò non accada più, al vivere civile.
Il colore nero rappresentava la camorra stessa; il rosso era il sangue delle vittime innocenti ammazzate; il fondo bianco l’innocenza di coloro che hanno perso la vita. La frase realizzata con colore rosso e nero era un messaggio chiaro, all’interno di essa si poteva riconoscere una pistola che spara un cuore in segno di pace e amore, mentre più avanti si può notare la sigla NA inquadrata come fosse la targa di Napoli, quindi una speranza per tutti e una speranza per la città.
Era poi rappresentata la Mehari di Giancarlo Siani che qui assurge a simbolo delle vittime innocenti della criminalità organizzata. In alto a sinistra del parabrezza erano rappresentate le date di nascita e morte del giornalista mentre la targa e i sedili dell’auto erano colorati di rosso, simbolo del sangue innocente versato. Tutta l’opera era una speranza affinché i giovani comprendessero che la scelta della legalità conviene sempre.