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Quando l’arte salva la vita (e aiuta a farla nascere)

Klimt La Speranza IIAntonio Martino è un ginecologo con la passione per l’arte contemporanea. Due ambiti solo apparentemente inconciliabili tra loro, ma che in realtà confluiscono in Partorire con l’Arte, un progetto unico al mondo che porta le future mamme nei musei invece che all’interno di una struttura ospedaliera.

Dottore, come nasce l’idea di Partorire con l’Arte? 

Nasce a settembre 2014, dopo oltre 25 anni trascorsi a far nascere bambini e –contemporaneamente- ad appassionarmi e ad approfondire l’arte contemporanea. Ma soprattutto dal desiderio di mettere assieme queste due parti così diverse della mia vita. Ho personalmente sperimentato quali siano i benefici ricavati dalla fruizione di un’opera d’arte e ho pensato che non di meno questo benessere potesse –e dovesse- essere esteso alle future mamme e ai bambini che portano in grembo. 

Esattamente cosa succede ad una futura mamma intenta a guardare un dipinto o una scultura? 

Da anni ormai la letteratura scientifica ci informa sul rapporto –positivo- che insiste tra la salute, la cura del corpo e della mente, e la fruizione di un prodotto artistico, culturale in generale. Da qui nasce l’idea di organizzare corsi di ‘preludio’ al parto (la scelta del termine che rimanda al mondo della musica non è casuale) da tenersi rigorosamente all’interno di strutture museali.  Partendo dal presupposto che la donna incinta non è una malata, e come tale non va necessariamente ospedalizzata, abbiamo deciso di tenere questi incontri interdisciplinari che vedono alternarsi a parlare esponenti del mondo medico e quelli del mondo dell’arte: si tratta di momenti di incontro che hanno il potere di costituirsi come dei potenti antistress per le future mamme che naturalmente, attraverso i neurotrasmettitori, regalano anche al feto altrettanta pace e serenità oltre che stimolarne adeguatamente il processo di maturazione strutturale e funzionale del sistema nervoso.

La gravidanza è davvero così stressante? 

E’ un momento estremamente delicato, e non solo per la tempesta ormonale che letteralmente sconquassa corpo e mente. La gravidanza in molte -purtroppo troppe- donne non è percepita neanche come un momento focale della propria vita. Capita di sentire donne che dicono di ‘non essersi neanche accorte di essere incinte’ e si ritrovano dall’oggi al domani con un bambino tra le braccia. Quello della mancata percezione di sé è anche alla base, tra le altre cause, della depressione post parto, in alcuni casi una vera emergenza sociale, un problema spesso sottovalutato o addirittura non compreso. Quello che cerchiamo di fare con i nostri corsi è stimolare la consapevolezza del cambiamento, cercare di far capire alle future mamme cosa sta succedendo all’interno del loro corpo, cosa succederà all’indomani del parto, insomma, miriamo ad indurre un’autopercezione dello stato di gravidanza e di se stesse. E lo facciamo attraverso l’arte, costruendo dei percorsi esperienziali e di conoscenza non solo delle creazioni d’arte’ ma anche della creatrice per eccellenza, la donna, che regala al mondo la più preziosa delle opere d’arte, cioè la vita umana.

I corsi di preludio al parto fanno davvero la differenza quando si arriva in sala travaglio?

La fanno. Studi inglesi, danesi e norvegesi hanno registrato che la presenza in sala travaglio di un dipinto, o di un’opera d’arte non solo alza la soglia del dolore della partoriente, ma riduce il tempo stesso del travaglio. In Italia, invece, abbiamo condotto un esperimento diverso: alla scorsa edizione del MIART  (la fiera milanese di arte contemporanea) abbiamo fatto entrare un nutrito gruppo di future mamme, accompagnandole nel tour, e rilevando, alla fine di esso un innalzamento significativo del livello di serotonina. Insomma, l’arte fa bene!

SHG

Dopo Roma e Milano, Partorire con l’Arte arriva a Napoli, naturalmente al MUSEO MADRE con un ciclo di sei incontri che partono l’11 maggio. Clicca qui per conoscere il calendario degli appuntamenti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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