Continua il suo tour per librerie, il fortunato volume dal titolo La rivincita di Tommy. Una storia di bullismo omofobico (La Medusa Editrice, 2014, 9.20 euro) scritto da Monica Florio, press office e giornalista, uno spiccato interesse per le tematiche che riguardano emarginazione, disadattamento, handicap ed omosessualità.
Monica, che cos’è il bullismo omofobico?
Il bullismo omofobico è una forma di bullismo diretta contro chi è o viene, pur non essendolo necessariamente, etichettato come omosessuale. In quest’ultimo caso, il bersaglio è chi ha dei comportamenti o preferenze tipicamente maschili o femminili.
In cosa si differenzia dal bullismo tradizionale? Fa categoria a sé?
Rispetto al bullismo tradizionale quello omofobico è più violento perché spesso il bullo è un gay represso e attraverso le sue prepotenze afferma una presunta normalità e la conformità a quella norma rispetto a cui rappresenta lui stesso una deviazione. Inoltre, nei casi di bullismo omofobico, i genitori della vittima si vergognano dell’omosessualità del figlio e finiscono per prendere le distanze da quanto gli è accaduto. Anche i docenti tendono a minimizzare, fingendo di non vedere.
In che percentuale si denuncia? Denunciano i ragazzi o i genitori?
Le prevaricazioni omofobiche sono denunciate individualmente da un numero minoritario di studenti che passa dal 14% nella secondaria di primo grado al 3% in quella di secondo grado.
Perché hai deciso di scrivere questo libro e a chi si rivolge?
Nelle mie storie racconto il disagio dei giovani, quelli più tormentati che rifiutano di omologarsi. Il romanzo si rivolge agli adolescenti in genere anche se saranno i giovani gay a rispecchiarsi maggiormente nelle disavventure del mio protagonista, Tommy Riccio. Non sarebbe male se il libro fosse letto pure dagli adulti (in particolare genitori, insegnanti e tutti coloro che operano nel sociale) perché solo dalla comprensione del fenomeno può scaturire il senso di responsabilità.
Siamo preparati ad accogliere fenomeni del genere? Gli insegnanti e le famiglie hanno gli strumenti adeguati per aiutare e indirizzare i ragazzi?
Nella scuola odierna, lontana anni luce dalla realtà, un fenomeno quale quello del bullismo omofobico rischia di proliferare perché c’è ancora troppo imbarazzo quando si parla di orientamento sessuale. Inoltre, soprattutto negli istituti religiosi, la grande confusione tra pedofilia e omosessualità porta a scambiare i gay per dei pervertiti. Il dialogo e la solidarietà verso le vittime potrebbero essere gli strumenti migliori, invece, all’interno delle stesse classi, il bullo è percepito come vincente e i gay presi di mira sono rifiutati dagli stessi compagni.
Come ci si forma (nei panni delle vittime di bullismo) gli ‘anticorpi’ necessari?
Non offro né insegnamenti né ricette miracolose (le lascio a psicologi e sociologi, ammesso che le abbiano). Tommy sopravvive all’ostilità generale grazie all’amicizia di Gabriele e Stella, vittime a loro volta di bullismo omofobico. In genere, i ragazzi discriminati vivono in uno stato di isolamento che li conduce alla depressione se non al suicidio. Ho voluto nel mio libro tradire la realtà per offrire un messaggio di speranza a tutti i giovani, in particolare a quelli messi duramente alla prova. Proprio chi riesce a superare esperienze così traumatiche possiede una forza maggiore per affrontare poi nella vita le difficoltà di ogni giorno.
SHG
La rivincita di Tommy. Una storia di bullismo omofobico, sarà presentato mercoledì 29 aprile, alle ore 18.00, alla libreria Iocisto in via Cimarosa, 20. All’incontro, moderato da Maurizio Vitiello, interverranno Federica Flocco e Antonio Sposito. Letture di Mariarosaria Riccio. Sarà presente l’Autrice. L’evento è realizzato in collaborazione con l'ANS – Campania (Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Campania).
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