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Festa del papà? No, festa della famiglia

famiglia festaLa guerra a suon di carte bollate tra un asilo romano che ha scelto di abolire la festa della mamma e del papà contro i genitori, risentiti, che minacciano ricorso al Tar per reintrodurla è su tutti i quotidiani. La vicenda –controversa- impone una riflessione sulla trasformazione della famiglia, sul cambiamento irreversibile che sta attraversando.

Ne parliamo con Giuseppina La Delfa, presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno che dal 2005 lavora per dare dignità e visibilità e aiuto alle famiglie gay.

Cosa ne pensa di questa vicenda?

A me sembra assurdo, veramente. Da quanto mi risulta non esiste all’interno dei programmi scolastici, l’obbligo di festeggiare la mamma e il papà, non rientra nei programmi del ministero, e le scuole hanno piena autonomia nel decidere se festeggiare o meno, mi incuriosirebbe capire appellandosi a cosa queste famiglie vogliono intentare ricorso. Siamo di fronte a genitori che affidano unicamente alla scuola il compito di educare i propri figli? Non sono in grado loro di trasmettere l’importanza dell’amore ai propri bambini?

È quindi necessario abolire la festa del papà e della mamma?

Le Famiglie Arcobaleno non sono assolutamente contrarie ai festeggiamenti, ci mancherebbe. Ma è necessario piuttosto che parlare di ‘famiglie allargate’ di ‘allargare il concetto di famiglia’  e festeggiare questa, solo questa. Famiglia è chi ti aspetta a casa la sera, chi ha cucinato per te, chi si prende cura di te. Quello andrebbe festeggiato. E già in molte scuole dell’Emilia Romagna e del Piemonte, regioni dove il fenomeno delle famiglie monogenitoriali o formate da coppie gay è molto più diffuso che al Sud si festeggia la famiglia in questo senso. Chi si scaglia contro decisioni del genere dovrebbe pensare a quanto questa incomprensibile forma di egoismo faccia male ai bambini, magari chiamati a ‘festeggiare’ un papà che è scappato e che non si è fatto più vivo, o che gli usa violenza. Il fenomeno riguarda non solo i figli delle coppie gay, ma tutti i bambini.

La scuola che ruolo ha in tutto questo?

La scuola dovrebbe educare. Dovrebbe far sentire uguali tra di loro tutti i bambini, azzerare le differenze.  Andrebbero educati i maestri, i genitori dei bambini. Il Miur ha previsto in questo senso dei percorsi di formazione per le figure apicali, ma bisognerebbe estenderlo a tutti i livelli e l’opposizione della Cei è molto forte. Ma non si può imporre la propria visione del mondo, non esiste un unico modello possibile, il mondo non appartiene ad una categoria e basta, anzi, il mondo sta cambiando, è già cambiato e bisogna solo prenderne atto e non cercare di arginare questa trasformazione a suon di carte bollate.

Al Sud la situazione è diversa rispetto al Nord?

Profondamente. I dati Istat registrano un Italia in linea con le tendenze europee solo da Roma in su: il 52% dei bambini nascono fuori dal matrimonio e il 50% di essi non vive in famiglie cosiddette ‘tradizionali’ formate da mamma e papà. Inoltre il 10% dei bambini ha un solo genitore. Ma al Sud la situazione è diversa per ragioni economiche prima che culturali: le donne che non lavorano sono moltissime e non hanno il potere economico di staccarsi dal nucleo familiare.

Proprio al Sud però, a Salerno, il prossimo 3 maggio si svolgerà la ‘Festa delle Famiglie’ inserita dal 2013 Dal 2013 nelle celebrazioni dell'IFED, la Giornata Internazionale per l'Uguaglianza tra le Famiglie che si festeggia in contemporanea in 15 paesi nel mondo. Si tratta di una giornata per festeggiare i genitori o gli aspiranti tali, e i loro figli, con giochi, fiabe, musica e teatro, per dialogare con grandi e piccoli (maggiori informazioni su festadellefamiglie.it). SHG

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