Il Punto di vista di Roberta Gaeta, assessore alle Politiche Sociali di Napoli
L'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Roberta Gaeta, che ha dovuto accogliere un progetto, quello del Villaggio rom, già approvato e che in linea teorica concorda con OsservAzione risponde:
"Se potessi scegliere investirei tutte le risorse pubbliche in percorsi di accompagnamento all'autonomia, ma non sempre è possibile scegliere. Sappiamo tutti che quando ci sono dei progetti approvati non si può cambiare in corso d'opera. Questo non è un progetto che è stato approvato oggi, ma moltissimi anni fa e che è anche stato modificato e quindi migliorato, ma che comunque non può essere cambiato.
Quelle del Villaggio devono essere strutture temporanee ma è chiaro che ci saranno persone che vogliono allontanarsi e persone che non vorranno. Non è la soluzione, ma è una risposta a condizioni di vita inaccettabili. Abbiamo fatto degli interventi tampone rispetto a beni primari, ad esempio rispetto all'acqua, installando le fontane, perché non potevamo aspettare di realizzare un'azione integrata che richiede tempi lunghi. Se pensiamo ai grandi numeri faremmo solo degli slogan, chiudere i campi non è pensabile con 700 persone che non possono evaporare soprattutto in una città come Napoli dove c'è un'emergenza abitativa fortissima.
In altre realtà d'Italia e d'Europa si sono realizzati interventi di fuoriuscita dai campi, ma con una gradualità tale da migliorare le condizioni di vita e contemporaneamente realizzare azioni per riuscire a smantellare anche l'idea di costruire dei campi che è ancora molto diffusa.
Al momento non realizzando quella struttura si perderebbero fondi che comunque non potrebbero essere utilizzati per l'accompagnamento al fitto, misura che io condivido a pieno e in piccola misura stiamo realizzando con percorsi individualizzati per singole famiglie, che non si possono attuare su gruppi di trecento, cinquecento persone. inoltre abbiamo iniziato a fare tavoli con i servizi centrali e i servizi territoriali coinvolgendo anche gli assistenti sociali e abbiamo aderito al programma RomAct europeo che prevede degli action groups dei vari territori con i gruppi rom che interagiscono direttamente con le istituzioni proprio perché crediamo che i rom debbano essere chiamati in causa per ciascun tema sociale che coinvolge tutti i cittadini, non considerati separatamente".
AdG
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