Intervista al segretario nazionale di Psichiatria Democratica Emilio Lupo.
L'associazione lancia una raccolta di firme per la chiusura immediata degli Ospedali giudiziari psichiatrici, tra i primi firmatari Ermanno Rea, Attilio Bolzoni, Corrado Staiano, Claudio Bisio, Erri De Luca, Simone Cristicchi, Sergio Staino. "Subito strutture alternative per percorsi individuali di recupero e reinserimento. Vogliamo una data certa entro la quale tutti gli Opg dovranno essere chiusi".
Psichiatria Democratica lancia un appello per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Veri e propri gironi infernali, dove, in condizioni spesso disumane, sono ancora costrette a vivere 1500 persone. Stanze sporche e sovraffollate, uomini disperati che implorano di uscire: le immagini riprese durante i sopralluoghi della Commissione parlamentare d’Inchiesta presieduta da Ignazio Marino hanno sollevato il velo su una realtà vergognosa e dimenticata. Gli Opg in funzione sono sei; due in Campania, ad Aversa e a Secondigliano. “Sono strutture fuori da ogni logica, appartengono alla preistoria della psichiatria. Vanno chiusi presto e bene. Non si può pensare di perdere ulteriore tempo”, attacca il segretario nazionale di Psichiatria democratica Emilio Lupo, che propone un piano di dismissione, già presentato alla Commissione Marino.
Quale exit strategy proponete?
“Vanno immediatamente individuate strutture alternative, sul modello delle case famiglia, dove sia possibile effettuare percorsi individualizzati di cura e reinserimento con operatori specializzati. Per far questo è necessario che siano stabilite risorse adeguate e durature”.
Chi dovrà prendersi carico del passaggio?
“Occorre una tempistica certa. Il Governo deve stabilire una data entro cui gli Opg dovranno essere chiusi. E vanno previste sanzioni economiche nei confronti degli Enti inadempienti ed eventualmente il ricorso a commissari ad acta se i programmi di chiusura non vengono svolti a dovere. Alle Regioni poi, attraverso le Asl, il compito di implementare i progetti”.
Avete riscontrato resistenze?
“La commissione Marino ha dimostrato di essere sensibile all’argomento e di voler trovare una soluzione. Ci sono resistenze ataviche, la malattia mentale, e in particolare se legata ai reati, suscita sempre paure sociali. La certezza della pena, però, non può rendere giustificabile il fatto che scontarla diventi un inferno in cui vengono annullati i diritti umani elementari. Bisogna finalmente avere il coraggio di sperimentare percorsi alternativi”.
Le nuove strutture costeranno di più?
“Il personale specializzato per la presa in carico nelle nuove strutture, in parte c’è ma in parte dovrà essere formato. In generale l’esperienza dimostra chiaramente che le esternalizzazioni dei servizi pesa molto meno sul budget sanitario. Ma ripeto, al di là delle considerazioni di spesa, continuare a tenere aperti gli Opg è un crimine e dobbiamo ribellarci”.
C’è poi l’emergenza nell’emergenza dei malati che hanno finito la pena ma restano internati per mancanze di alternative.
“Sono almeno in trecento. La loro condizione di detenzione forzata è uno scandalo che riassume tutta l’assurdità degli Opg. Hanno scontato i reati, ma non sono guariti mancano le strutture di reinserimento e così i giudici ne prorogano la permanenza. Sono esistenze che in questo modo vengono annullate, cancellate. E’ doveroso cominciare da subito con questi trecento per avviare il programma di affidamento a strutture esterne. Senza perdere più tempo”.
Per aderire all’appello che conta tra i primi firmatari Ermanno Rea, Attilio Bolzoni, Corrado Staiano, Claudio Bisio, Erri De Luca, Simone Cristicchi, Sergio Staino, e molti altri esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, www.psichiatriademocratica.com/
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