Progetti di Vita Indipendente

20150219 112449Sono 24 i milioni di euro messi a disposizione per progetti dedicati alle persone con disabilità dal Piano Nazionale Biennale sulla Disabilità, circa 100 mila per ambito territoriale.
Centrale nella progettazione richiesta dal Ministero delle Politiche Sociali il tema della vita indipendente, uno dei diritti essenziali per assicurare alle pcd una vita "migliore, non segregata". Innovativi i progetti di co-housing. In Campania sono 10 i progetti selezionati, si va dall'assistenza domiciliare, all'accesso allo sport e alla scuola.

La vita indipendente è la linea di indirizzo 3 del programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità approvato nel 2013. Su questo piano ha lavorato l'Osservatorio Nazionale sulla Disabilità creato nel 2010 nell'ambito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, formato dai rappresentanti istituzionali e da quelli delle associazioni di persone con disabilità, che ha preso in carica il programma di azione e valuterà quali sono le azioni su cui proporre al Governo le iniziative immediate, concrete e che possano portare in tempi brevi a dei risultati. I 24 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero servono in primo luogo a far maturare dal basso una cultura sul tema e a sviluppare un modello nazionale. Tra 2013 e 2014 sono stati coinvolti circa 170 ambiti territoriali in tutta Italia con la nuova tornata del 2015 ne avremo altri 130, arriveremo a 300 ambiti in tutta Italia. Ogni ambito ha a disposizione circa 80 mila euro e la Regione garantisce il 20%, quindi un massimo di 100 mila euro ad ambito per sviluppare più progetti individualizzati. Si tratta dunque di un'azione di sistema che richiede la collaborazione di tutti i livelli istituzionali dal governo centrale, alle regioni, agli ambiti, alle associazioni.
"E' sempre più centrale il tema della vita indipendente- spiega Alfredo Ferrante, dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali- poiché l'autonomia consente alle persone con disabilità di godere di tutti gli altri diritti universali: l'accesso al lavoro, la formazione, il tempo libero. Abbiamo chiesto nelle linee di indirizzo della progettazione di legare i temi classici come l'assistente personale alla filiera dei servizi poiché il sostegno alla persona con disabilità passa attraverso l'avvio al lavoro, la formazione dei familiari. Inoltre di favorire la nascita di strutture per il co housing dove possano abitare insieme persone con disabilità e assistenti personalizzati. Sappiamo che i fondi a disposizione non sono sufficienti a sviluppare tutte le richieste, ma i progetti selezionati vanno intesi quali sperimentazioni che dovrebbero far germogliare altri progetti".
Nonostante le risorse insufficienti, non ci sono stati tagli, anzi quest'anno il fna, fondo nazionale per le non autosufficienze, è stato portato a 400 milioni di euro. Il budget per la vita indipendente delle persone con disabilità per il 2015 è di 10 milioni di euro, lo stesso importo del 2014. Va tenuto conto che il fondo era stato azzerato nel 2012 ed era di 3 milioni di euro nel 2013.
"Sono ancora pochi i fondi ma ci deve essere la compartecipazione delle Regioni- chiarisce Vincenzo FalabellaCoordinatore gruppo sulla vita indipendente dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità- . In regione Campania, abbiamo notato delle discrasie rispetto alla progettazione alla vita indipendente, rispetto alle linee guida richieste dal Governo. Pertanto alcuni progetti sono stati modificati, probabilmente la colpa è stata degli ambiti nel non comunicare bene alle persone la finalità del progetto. I progetti di vita indipendente sono necessari a rendere la qualità di vita della persona con disabilità migliore, più libera non segregata".
"Abbiamo valutato i progetti più corrispondenti alle linee guida ministeriali- ribatte Rosanna Romano, Direttrice della Direzione Generale per le politiche sociali, le politiche culturali, le pari opportunità e il tempo libero della Regione Campania- e ne abbiamo individuato 10 tra  Napoli e Provincia, Benevento, Caserta, Avellino. I progetti vanno dalla robotica in casa, al sostegno alla collaborazione domestica, all'accesso ad attività sportive e di studio.  E' una sperimentazione, se funziona il modello potrà essere inserito nel piano sociale regionale e può favorire la de-istituzionalizzazione".
Soddisfatto Giampiero Griffo del Consiglio mondiale di Disabled Peoples International che festeggia questa prima esperienza di progettualità sulla vita indipendente in Italia, un tema già storicamente centrale per la vita delle persone con disabilità in altri paesi, basti pensare al  Word Institute of disability americano e all'European Network of indipendent living). " L'Italia è fanalino di coda - sostiene Griffo-, basti pensare che la disoccupazione delle persone con disabilità è all'80% rispetto al 12,8% degli altri o che l'accesso ai treni è del 10% rispetto al 100% di chi non ha disabilità. Le persone con disabilità devono essere considerate titolari di diritti, non portatori di bisogni. Una persona con disabilità partecipa come gli altri se messo in condizione di partecipare. La vita indipendente è centrale poiché va considerata un diritto non un favore. Bisogna abilitare le persone a fare le cose e ri-abilitare la società alla piena partecipazione di tutti e in questo senso è importante mettere al centro del discorso il tema della vita indipendente, anche se va declinata asseconda dei bisogni delle singole persone con disabilità".
Chiedono più fatti e meno parole dall'ANIDA, il presidente Giuseppe Sannino sottolinea: "Mancano ancora le basi per l'attuazione dei diritti, chiediamo da anni ladivisione tra disabili gravi e gravissimi e un elenco delle persone con disabilità nei vari ambiti così da capire come operare, inoltre la rete tra istituzioni e associazioni è sfaldata".

Alessandra del Giudice

© RIPRODUZIONE RISERVATA