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Martedì 4 Agosto 2020




Medis: “Mai più senza dimora morti in strada”

Dalla sinergia tra pubblico e privato nasce l’associazione Medici di Strada

Camper MedisIn pochi giorni due senza dimora sono morti in strada a Napoli. Nasce Medis, Medici di Strada, clinica mobile, monitoraggio della salute dei senza dimora metropolitani, coordinamento dei servizi sanitari dedicati a persone sotto la soglia di povertà, percorsi di accompagnamento e anche una App per segnalare le emergenze. Il servizio nato dalla sinergia tra pubblico e privato si prefigge un obiettivo preciso: “Mai più morti in strada”.

Sempre più numerosi sono gli uomini e le donne che vivono in strada in condizioni di povertà assoluta, circa 1600 solo a Napoli e oltre 2500 nella Provincia, nonostante diversi siano gli ambulatori sociali e i medici volontari che assistono i senza dimora, mancava un servizio si monitoraggio e intervento sanitario stabile. Così nasce Medis, un camper che girerà in lungo e largo l’area metropolitana di Napoli per offrire un servizio di assistenza so­cio-­sanitaria, di supporto alimen­tare, ammini­stra­tivo e psicologico a soggetti disagiati e sotto la soglia di povertà; realizzato in collaborazione con Comune di Napoli, Associazione Centro La Tenda Onlus, Associazione Mondo Amico, Fondazione Grimaldi Onlus, Mosi Cicala Onlus e Vegezio.
Uno staff qualificato supportato da numerosi medici e paramedici volontari assisterà gli utenti con problemi socio-sanitari garantendo un accurato servizio medico ed assistenziale di I livello, finalizzato alla sopravvivenza ed al reinserimento sociale dell’assistito. I principali obiettivi che persegue l’organizzazione sono: attenuare le distanze e i disagi sociali; promuovere percorsi di riemersione e reinserimento sociale; supportare il riequi­li­brio delle criticità presenti nel contesto urbano;  mi­gliorare le condizioni igienico-sanitarie e di vita degli utenti; aumentare il livello di partecipazione attiva della cittadinanza sui temi di interesse sociale; divenire, a livello cittadino, un riferimento informativo e statistico sul set­­tore di riferimento; rafforzare reti e partnership con altre realtà del territorio operanti nel terzo settore; attenuare le distanze e fungere da raccordo tra le amministrazioni locali e gli utenti.
“Tanti sono gli ambulatori sociali in città- spiega Mons. Gennaro Matino, ispiratore del progetto-, ma mancava un’osservazione attenta e puntuale sul territorio per chi ha difficoltà a rivolgersi alle strutture esistenti . Ecco che abbiamo pensato di dare vita a Medici di Strada. Il merito è della sinergia tra tanti benefattori: in primis la fondazione Grimaldi e le tante persone che si tassano ogni mese per donare a chi ha più bisogno e inoltre i tanti medici volontari che verranno a supportare il lavoro in strada. La cosa più importante è che grazie alla collaborazione tra medici di strada e la Tenda si potrà fornire subito un posto letto a chi sta male.  Proveremo a non arrivare più al fatto che una persona debba morire in strada”.
Ed è dall’esperienza della Tenda, che, per conto del Comune di Napoli, offre un servizio di dormitorio, mensa e assistenza sociale ai senza dimora che nasce Medis.
Giuseppe Liguori, presidente di Medis chiarisce: “la Tenda realizza da due anni “Fratello freddo”: due volte la settimana i volontari vanno in strada per distribuire i pasti caldi offerti dalla ditta Vegezio, con l’idea di condividere la cena con i senza casa, stando anche attenti allo smaltimento dei contenitori”.
Tra gli altri servizi offerti dalla Tenda c’è il servizio di adozione a distanza di famiglie povere, un “armadio sociale” con tutti gli indumenti necessari ai senza dimora, uno sportello con i medicinali di prima necessità e  kit per l’igiene personale e la mensa.
La clinica sanitaria mobile è un ulteriore tassello che non si vuole sostituire ad esperienze già consolidate come quella dell’assistenza in strada della Croce Rossa e della Protezione Civile o dell’ambulatorio medico della Fondazione Massimo Leone, ma vuole assicurare un monitoraggio costante e un’integrazione di tutti i servizi. “Ho creato un gruppo su what’s up- spiega il responsabile medico del progetto dott. Roberto Pennisi- e in poche ore ho già avuto 70 adesioni di medici che vogliono mettere a disposizione tempo e professionalità. Uno strumento particolarmente utile che inaugureremo tra 20 giorni sarà un’applicazione mobile che darà la possibilità ai cittadini di segnalare le emergenze e geolocalizzarle, così da raggiungere subito chi è in difficoltà”.
“Questa città ha un cuore molto grande- ha detto Luigi De Magistris, autodefinendosi “sindaco di strada”- più c’è sofferenza più c’è solidarietà. Papa Francesco, che verrà il 21 marzo a Napoli, ha chiamato queste persone senza casa, si tratta di uomini e donne che sono finite in strada ma sempre più spesso vengono dal ceto medio, molto più simili a noi di ciò che comunemente si pensa. Sono felice della collaborazione dei volontari e degli imprenditori che hanno scelto di restare a Napoli e dare il loro contributo a chi è più povero. Intanto speriamo di concretizzare presto altre due realtà importanti: il Poliambulatorio di Emergency a Ponticelli e la ristrutturazione della parte dell’Albergo dei Poveri che verrà destinata a servizi per i senza dimora. I risultati si raggiungono quando si mettono insieme persone e realtà che hanno voglia e cuore per fare per gli altri”.
Il Comune di Napoli già da anni opera in sinergia con il privato sociale e la Chiesa per erogare dei servizi di base ai senza casa, finanziando tra l’altro  l’accoglienza notturna presso la Tenda, il Centro di Coordinamento di via Pavia, il Centro di Prima Accoglienza e i programmi individualizzati di reinserimento sociale e lavorativo già pianificati nel Piano Sociale di Zona.
Soddisfatta di questa ulteriore sinergia creata per aiutare i così detti “invisibili” Roberta Gaeta, assessore al Welfare del Comune di Napoli che sottolinea: “Spesso le persone vengono viste solo quando danno fastidio o quando muoiono, ci si risveglia solo o per condannare o per trasformare in eroi persone a cui siamo passati accanto quando erano vive senza fare nulla. Queste persone per noi hanno un viso, un nome. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto per ricucire le maglie di una rete che c’è, ma talvolta è slegata. Vogliamo rafforzare ancora di più le maglie così che ogni esperienza venga messa in rete. Un esempio unico è quello del Centro di Accoglienza Comunale dove si realizzano dei percorsi di umanizzazione e dove da diversi anni il regista Davide Iodice realizza un meraviglioso laboratorio teatrale e uno spettacolo che ha condotto le persone nel dormitorio a conoscere attraverso il teatro le vite reali delle persone. Il nostro impegno va si nella direzione dell’assistenza di primo livello, ma anche e soprattutto nel realizzare percorsi individualizzati di reinserimento di persone che, quando sostenute, hanno tutta la voglia e la capacità di ripartire”.

Alessandra del Giudice

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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