Un viaggio insolito, una narrazione che si muove tra biografia, saggistica, autobiografia e romanzo, un modo per raccontare la passione, quella che, qualunque essa sia, ti sconvolge la vita. E’ Soli Eravamo (A Est dell’Equatore, 12 €) del giornalista, scrittore e insegnante Fabrizio Coscia.
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Appena uscito in libreria Soli Eravamo -che prende in prestito il titolo da Dante che nel V Canto dell’Inferno fa incontrare Paolo e Francesca- è il secondo libro di Fabrizio Coscia; una raccolta di biografie ragionate che tracciano, attraverso i dettagli meno noti della vita privata dei grandi personaggi della letteratura, dell’arte e della musica, un percorso di amore e tribolazione teso alla ricerca della falicità. Da Kafka a Caravaggio, passando per i Radiohead, l’autore tira in ballo i protagonisti della sua formazione umana e letteraria e ne regala al lettore dettagli privatissimi e gustosi che hanno la capacità -e il merito- di renderli più vicini, umani, vulnerabili, trascinarli giù da quell’Olimpo di intoccabilità in cui la storia li ha confinati.
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