Intervista allo scrittore di "Esercizi sulla madre".
Luigi Romolo Carrino è nato a Napoli nel 1968, nel nostro territorio è cresciuto e di questa terra scrive, mantenendo legami saldi con la lingua della città e le sue storie. Ha pubblicato tre raccolte di poesie ed è autore di testi teatrali. In narrativa ha esordito nel 2006 con due racconti in Men on Men 5 (Mondadori).
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In questa intervista parliamo dei romanzi Acqua Storta (Meridiano Zero, 2008) e Pozzoromolo (Meridiano Zero, 2009) due storie di vite in transito, con temi forti come l'omosessualità, la camorra, l'internamento in ospedale psichiatrico giudiziario, eppure non è solo la capacità di Carrino di raccontare ad averci incuriosito: è il modo che ha di farlo, il linguaggio che utilizza. La parte finale dell'intervista è dedicata proprio a questo aspetto, sia per quanto riguarda il reportage A Neopoli nisciuno è neo (Laterza, 2011) che il suo ultimo romanzo, Esercizi sulla Madre (Perdisa Pop, 2012).
Esercizi sulla Madre racconta la storia di Giuseppe, un uomo di 42 anni, è internato in un ospedale psichiatrico giudiziario da quando ne aveva 16. Per essere rinchiuso qui Giuseppe ha commesso un atto criminoso ed è stato giudicato incapace di comprendere l’atto compiuto. In realtà, Giuseppe non lo ricorda nemmeno il motivo del suo internamento. All’interno dell’OPG, in una casa-dependance approntata nel parco dell’ospedale come un set cinematografico della memoria, una volta all’anno Giuseppe compie il rito dell’attesa: rivivere la notte in cui la madre lo lasciò, all’età di 8 anni. Quella notte Giuseppe aspettò per dieci ore il ritorno di sua madre sul gradino di casa, rifiutandosi di credere che la donna più bella del mondo lo aveva lasciato per sempre.
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