Rifugiati, il nulla dopo l’emergenza

La protesta dei profughi: “Abbandonati al nostro destino”.

rifugiati-fine-emergenza-1Nei prossimi giorni, come sta avvenendo nel resto d’Italia, i richiedenti asilo ospitati da due anni negli alberghi campani dovranno fare le valigie. L’Emergenza Nord Arfrica, scattata nel 2011 per fornire assistenza ai migranti fuggiti dalla guerra in Libia, è ormai agli sgoccioli. Ad ognuno dei profughi sarà destinata una buona uscita di 500 euro.

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Forte il malcontento dei migranti, in 300 hanno sfilato per protesta da piazza Garibaldi alla Prefettura per chiedere garanzie sul futuro.

“Vogliamo 2 mila euro”, gridano i profughi. Sono una piccola rappresentanza dei circa 2.500 richiedenti asilo da due anni ospitati negli alberghi campani, trasformati per l’emergenza in Centri d’accoglienza. “Dopo i tanti sprechi e le speculazioni sulla pelle di questi ragazzi, dare loro un contributo di 500 euro e metterli in strada è l’ennesima ingiustizia”, spiega Gianluca Petruzzo, responsabile dell’associazione 3 Febbraio che ha promosso la marcia, “Chiediamo che sia dato loro un contributo economico che gli consenta di poter sopravvivere”.

A tutti i migranti, che si sono visti rigettare dalla Commissione per la Protezione Internazionale di Caserta la richiesta di asilo politico, sarà comunque riconosciuto un permesso umanitario della durata di un anno. In molti però non hanno ancora ricevuto il documento e temono che una volta fuori dal sistema di protezione non gli sia più consegnato. “A mio marito è stato dato, mentre a me no- racconta Mst Ranzuara Begum, una migrante del Bangladesh, mentre mostra il suo permesso di soggiorno scaduto a dicembre 2011-. Io sono infermiera e sto cercando lavoro, ma a Napoli è impossibile trovarlo, così abbiamo intenzione di trasferirci in un’altra città dove avremmo ospitalità, ma senza documenti non possiamo partire”. Dalla Prefettura assicurano che i permessi saranno consegnati entro le 15.00 del 28 febbraio, ora X della fine dell’emergenza.rifugiati-fine-emergenza-2

“Sono stati spesi in due anni un miliardo e 300 mila euro, senza garantire adeguati servizi di assistenza. Non è stato fatto nulla per garantire una progressiva integrazione dei migranti”, attacca il padre comboniano Alex Zanotelli, in prima linea al fianco dei richiedenti, “Berlusconi si è visto costretto ad accoglierli dopo gli assurdi accordi stretti con Gheddafi, tuttavia l’Italia si conferma un paese incapace di accogliere i rifugiati. Abbiamo leggi che sono “razziali” e violano quella Costituzione che fu scritta proprio da rifugiati politici. Sia garantita a queste persone, scappate da una guerra che abbiamo portato noi, di costruirsi un futuro”.

Un tentativo di mediazione era stato provato dai sindacati fino a poche settimane fa. In un incontro in Prefettura avevano chiesto un permesso di soggiorno più ampio per tutti, un titolo di viaggio che consentisse lo spostamento gratuito sul territorio nazionale e una buona uscita più consistente. “Con la circolare del Governo che stabilisce il contributo di 500 euro è stata azzerata ogni trattativa- spiega il responsabile regionale della Cgil Immigrazione Jamal Quaddorah-. Siamo riusciti ad ottenere almeno che le donne incinte e i malati possano continuare a stare in albergo. I migranti sono stati trattati come sacchi di patate: senza corsi di lingua, senza percorsi di inserimento lavorativo, semplicemente parcheggiati negli hotel. L’assessore all’Immigrazione della Campania non ha fatto niente, neanche istituire la consulta regionale. Se i rifugiati nell’avellinese e nel beneventano hanno trovato un lavoro nei campi e nella raccolta di frutta, i rifugiati di piazza Garibaldi l’unica cosa che hanno potuto fare è pulire i vetri delle auto”. Sul futuro regna la più totale incertezza: “Finalmente lo scempio della cosiddetta accoglienza è finito. Solo in Campania sono stati spesi 60 milioni di euro per non garantire alcun percorso d’integrazione- continua Quaddorah-. Ora chiediamo un tavolo con gli assessori competenti di Regione e Comuni per trovare dei percorsi d’inserimento lavorativo e abitativo. L’unico strumento valido al momento è il bando per l’inserimento dei rifugiati nelle aziende che scade l’11 marzo, dobbiamo attivarci tutti perché non vada sprecata questa opportunità. Il rischio, altrimenti, è che l’Emergenza e i tanti soldi che sono stati spesi per finanziarla finiscano per produrre solo altri irregolari”.   

L.R.

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