Il viaggio è circolare: comincia nel quartiere di Poggioreale e qui fa ritorno, una traiettoria breve disegnata lungo l'asse mediano che corre fino a Giugliano e poi ancora verso Ischitella, Villa Literno. A procedere dritti, traffico permettendo, ci si impiegherebbe un'ora, forse due, ma lo sgangheratissimo camper della cooperativa sociale Dedalus prevede di fermarsi, sostare, allungare, idealmente, piedi e mani verso la strada. E sulla strada ci sono le ragazze. “Pensa, – dice Carmen, una delle operatrici che, con costanza, segue l'itinerario – ogni giorno a Napoli si prostituiscono circa 400 persone. Per ognuna di loro ci sono tre, quattro, anche cinque clienti”. Poi, con una moltiplicazione semplice, dà la cifra di quello che avviene quotidianamente, spesso senza che nessuno di noi lo sappia con coscienza: sono appena le nove di mattina, il sole è altissimo e riscalda il giorno quasi a farne un timido inizio di primavera anche se siamo in pieno inverno, e l'esercito dei duemila che vanno a puttane è già in azione.
Impossibile scegliere. La cooperativa lavora sul fronte opposto e offre biscotti o salatini, preservativi e volantini multilingue che dicono: se vuoi, noi siamo qui, chiamaci. Dicono anche: oltre la vita che vedi e fai, che ti è stata quasi certo imposta - “Sono poche quelle che scelgono volontariamente di stare in strada” - ci sono altre cose. Le altre cose sono parole nella lingua di quando queste ragazze non sapevano ancora niente di Napoli e delle sue strade; le altre cose sono assistenza medica e legale gratuita; le altre cose fanno parte del progetto “La Gatta” volto ad aiutare le vittime della tratta della prostituzione e dello sfruttamento sessuale. Perché, come raccontano Carmen e Carlo a bordo del camper, chiunque sia oggi per strada a vendere il suo corpo è sempre e comunque vittima di un raggiro. Magari cambiano le dinamiche: se prima si veniva tratti in inganno dalla promessa di un lavoro, oggi è la promessa di amore a portarti via dalla tua terra e a farti pensare che vendere il proprio corpo sia, dopotutto, un lavoro come un altro. Ma si è sempre, in qualche modo sfruttati, messi sotto silenzio dalla povertà o dalla fame. La strada non è mai una scelta libera davvero.
In mezzo ai rifiuti. Adesso che il litorale domizio inizia a correrci di fianco come un cane ne scopriamo il degrado di piazzole lasciate incolte, di guardrail deposito di immondizie e copertoni. Scopriamo quanto sia possibile a queste ragazze confondersi con altre alla fermata di un autobus, quanto siano ormai parte di uno scenario suburbano. Quanto siano refrattarie le nuove arrivate a scambiare anche solo due parole e quanto invece siano ben disposte le ragazze e le donne che sono qui da più tempo e che oggi riescono a dirti di loro senza barare sul nome e sul paese di provenienza: “A sentirne i racconti sono tutte rumene, greche. Se mentono lo fanno perché pensano che in caso di controlli la provenienza da un paese comunitario le possa aiutare, agevolare”.
L’aiuto.La cooperativa ha un obiettivo preciso: fornendo aiuto a queste donne ma anche agli uomini e alle transessuali - il camper esce tre volte a settimana, una di giorno e le altre di notte – svolge una funzione sociale di informazione e sensibilizzazione. Chiede, ad esempio, offrendo preservativi, di far sesso protetto e no, non si tratta di assistenzialismo ma di riduzione del danno, di salvaguardia della salute di un'intera comunità. Tre sono gli assi su cui si regge il lavoro di operatori di strada, educatori, mediatori culturali, consulenti legali e psicologi: fanno prevenzione, offrono tutela sanitaria, danno supporto a chi vuole uscire dal girone della prostituzione e dolorosamente, silenziosamente, tornare alla vita.
L’amore. In questo lunghissimo orizzonte in cui l'unica costante sono i cani randagi e il degrado, prendono così vita e costruzione affetti e solidarietà, rapporti che non prevedono pagamento, mani tese e non giudicanti. L'unità mobile si ferma, parla, allunga una merenda e poi prosegue vacillante. E racconta. Il tema del giorno è l'amore: quello comprato dai clienti, una vasta gamma di tipi umani che è sola, che ha moglie, fidanzata, figli e nipoti ma che non disdegna di fermarsi e chiedere e pagare; quello usato a mo' di bandiera da protettori che hanno imparato a non esser cattivi ma a pensare laterale, a prendere le ragazze dal verso scoperto, quello degli affetti, il proprio corpo in vendita per qualche anno, il tempo necessario per comprare casa, metter su famiglia, assicurare ai nostri figli un domani migliore, non come il mio e di sicuro non come il tuo.
Raffaella R. Ferrè
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