Se è vero che “oggi non c’è più posto per il dono ma solo per il mercato, lo scambio utilitaristico –e che- il dono è solo un modo per simulare gratuità e disinteresse là dove regna invece la legge del tornaconto” come afferma Enzo Bianchi religioso e scrittore italiano, fondatore e priore della Comunità monastica di Bose è vero anche, per restare in tema, che i piccoli miracoli ancora succedono, specie quelli fatti con il cuore.
E lo sanno bene i ragazzi di Helpether un’associazione no-profit che col cuore e la fatica di tanti, questo piccolo miracolo davvero lo sta compiendo. Ma cos’è Helpether? Helpether (letteralmente ‘aiuto via etere’ ma anche la crasi di help-together’) È un social network, una piattaforma che mette in comunicazione tra loro persone del mondo che hanno bisogno di aiuto e persone che quell’aiuto sono disposte a fornirlo. "Sogniamo un mondo in cui le persone si aiutano senza chiedere nulla in cambio. Crediamo in queste persone e le sosteniamo facendole incontrare con chi ha bisogno di loro." Si legge nella descrizione del progetto che stimola la cooperazione sociale finalizzata all’incontro tra il bisogno e l’offerta di aiuto, innescando così un circolo virtuoso di solidarietà che migliora la qualità della vita e regala la bellezza, unica, dell’esperienza interpersonale, della condivisione, delle relazioni tra gli esseri umani. Helpether, come ogni social che si rispetti funziona in maniera elementare: basta registrarsi, indicare le proprie competenze, la propria disponibilità o le proprie esigenze e scoprire chi ha bisogno di cosa e soprattutto in quale parte del mondo. Connecting people who help the people è il motto dei ragazzi di Helpether che portano avanti una piccola rivoluzione sociale a suon di iscrizioni, like, geolocalizzazioni, video, feedback, ringraziamenti, scambi. Centinaia gli utenti registrati che da gennaio, nel compimento di un anno di vita della piattaforma più social che c’è potranno comodamente scambiare e ricevere anche grazie alle app su ios android e Windows phone; ma grande attenzione è riservata anche a chi con la tecnologia ha poca dimestichezza: Helpether infatti collabora con il numero verde della solidarietà in modo da consentire a tutti, ma proprio a tutti di accedere ai suoi servizi. Tuttavia l’esperienza di Helpether non è del tutto nuova agli abitanti del territorio campano. Da oltre due anni, infatti è attiva la Banca del Tempo, una banca vera e propria con tanto di sportelli ed impiegati dove però non si depositano –né si ritirano- soldi, ma tempo e disponibilità e che si basa anch’essa, come già Helpether, sul principio della reciprocità. Figlie entrambe di quella forma di economia alternativa che si è sviluppata in Gran Bretagna verso la fine del XX secolo col nome di LETS (Local Exchange Trading System) le realtà di cooperazione sociale sono ad oggi molto diffuse soprattutto nei paesi dell’Europa centrale e settentrionale, ma bisogna aspettare il 2012 perché ‘la pratica di scambio’ si trasferisca su una piattaforma virtuale: in quell’anno infatti viene lanciata TimeRepublik la prima banca del tempo globale digitale (a cui evidentemente Helpether strizza l’occhio) che con un tasso di crescita di circa 30 utenti al giorno accresce vertiginosamente il suo volume di ‘helpisti’ abbattendo per la prima volta tutti i limiti geografici tipici delle banche del tempo più tradizionali.
SHG
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