Nell’ultimo turno di campionato ha dovuto osservare un turno di stop per aver raggiunto il limite della quinta ammonizione in Eccellenza e la sua assenza in campo si è fatta sentire nel tonfo inaspettato dell’Afro Napoli United in casa al cospetto della Virtus Volla (0-3). E chissà che con la sua presenza sul rettangolo verde del catino mugnanese l’esito della gara non avrebbe preso una piega diversa. Chi ha tutti i requisiti per suonare la riscossa all’interno dello spogliatoio biancoverde è Santiago Sogno.
Il bomber argentino si sta rivelando un acquisto prezioso nell’economia di gioco di mister Ambrosino perché innanzitutto occupa tutte le zolle del terreno di gioco con audacia e personalità dando un aiuto significativo anche agli altri reparti (difesa e centrocampo) che non sono di sua competenza. Un vero e proprio lottatore “El Loco”, definito così per l’imponderabilità delle sue giocate, che interpreta il ruolo regale di tuttocampista nell’Afro Napoli così come faceva l’indimenticato Cavani nel Napoli.
Santiago qual è lo stato d’animo della squadra dopo la disfatta clamorosa, nell’ultima giornata, contro la squadra di De Michele? Con quale spirito si affronta in trasferta il Real Forio?
Il nostro umore è buono ma ovviamente, quando si è reduci da una sconfitta come quella che abbiamo subito lo scorso sabato, non può essere al 100%. In settimana ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo lavorato duramente per questa partita importante al “Calise”. Contro gli ischitani dobbiamo mettere in mostra carattere, determinazione e voglia di vincere. Il nostro obiettivo è tornare a casa con un risultato positivo e una vittoria sarebbe un’iniezione di fiducia.
Il calcio per te cosa rappresenta?
Questo sport per me è tutto, io sono nato col pallone tra i piedi. Il mio sogno era quello di arrivare nel grande calcio ma giocare per l’Afro Napoli è una grande soddisfazione e sono orgoglioso di questo.
Dopo una naturale fase di ambientamento stai raccogliendo i frutti. Stai disputando un girone di ritorno importante perché nelle ultime cinque partite hai segnato tre reti. Come vivevi l’astinenza dal gol e cosa ti diceva mister Ambrosino, quando non segnavi, per spronarti?
A onor del vero in quel periodo è mancata solo la via del gol ma sono stato tranquillo perché sia in settimana che durante i match ho dato il massimo godendo della fiducia della società, del mister e dei compagni. Loro mi dicevano che i gol sarebbero arrivati e che quando avrei segnato non mi sarei fermato più. Io cerco costantemente di migliorare e di lavorare sodo in modo silenzioso poi è fisiologico che ci siano momenti favorevoli e periodi poco buoni.
Finora nel campionato di Eccellenza, girone A, sei finito sul tabellino dei marcatori otto volte. Qual è il tuo bottino ideale?
Non penso ad una cifra di gol in particolare. L’aspetto fondamentale è che quando entro sul terreno di gioco cerco di dare una mano alla squadra poi il resto viene da sé. Speriamo di continuare su questa strada perché l’obiettivo dell’Afro Napoli è centrare i playoff giocando ogni partita come se fosse una finale.
Sul rettangolo verde dai manforte sia a centrocampo che in difesa. È una tua caratteristica questa oppure te lo ha chiesto in maniera specifica di giocare così mister Ambrosino?
Francamente se fosse possibile io giocherei anche in porta perché mi affascinano tutti i ruoli. Mi piace pressare e andare a rubar palla per i miei compagni. All’inizio ho sempre occupato la classica posizione del numero nove stando vicino alla porta avversaria. Adesso, complici alcuni infortuni, in campionato mister Ambrosino mi sta provando in diverse posizioni del campo.
L’Afro Napoli, sulla carta, dispone di un grande potenziale tecnico e uno dei suoi punti di forza è la comunità. A maggior ragione come te lo spieghi che la squadra abbia perso dei punti decisivi per strada?
Non bisogna trovare giustificazioni, col sennò di poi è facile parlare. Forse in quelle partite lì non abbiamo messo la giusta attenzione sentendoci inconsciamente appagati. Durante l’anno capitano periodi così a tutte le squadre ma ormai ciò rappresenta il passato e che tutto questo ci serva da lezione. Guardiamo al presente correggendo i nostri errori precedenti per non commetterli più nelle partite successive.
Quali modifiche positive hai apportato nel mondo Afro Napoli?
Il calcio è una grande passione lavorativa. Cerco di trasmettere la determinazione, il sacrificio e l’umiltà: sono i valori in cui credo e che mi hanno insegnato sin da piccolo. Questo sport non è una scienza esatta: speriamo di chiudere in bellezza.
Ti piace la cucina italiana?
È semplicemente spettacolare: sono un amante del buon cibo e impazzisco per la lasagna, il tiramisù, le polpette e per i piatti a base di pesce. Non mi piace né il piccante né il fritto. A Napoli poi la pizza e la mozzarella di bufala sono un’esperienza culinaria sconvolgente. Se potessi mangerei tre mozzarelle al giorno.
Quali sono i tuoi progetti a 30 anni e come ti vedi a fine carriera?
Sono un calciatore che cura molto il suo fisico con allenamenti mirati e che sta attento all’alimentazione mangiando in modo sano. Cercherò sempre di giocare a pallone finché posso sperando di continuare così ancora per tanti anni. La mia testa è rivolta solo all’Afro Napoli e voglio finire questo campionato nel migliore dei modi.
Alessio Bocchetti
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