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Giovedì 22 Ottobre 2020




Cucito creativo nel Centro Diurno per sofferenti psichici

La Juki dona tre macchine da cucire professionali all'Aquilone

IMG 20160212 145617Fare del bene, fa stare bene. E' questo che hanno pensato i responsabili della filiale italiana della Juki, multinazionale giapponese leader nel mondo per le macchine e gli impianti per il cucito industriale che ha donato al Centro diurno per sofferenti psichici l'Aquilone di Miano (area Nord di Napoli), tre macchine da cucire "famiglia" grazie alle quali partirà un laboratorio di sartoria basato sul riciclo creativo.

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Non si erano prefissi di occuparsi di promozione sociale alla Juki Italia, ma si sa talvolta l'occasione fa l'uomo buono. Galeotta è stata la Mostra Creattiva dove vengono promozionate le attività artigiane delle donne che si è tenuta alla Mostra D'Oltremare a novembre 2015. E' là che Francesco De Domenico, agente di zona della Juki ha incontrato Virginia Capuano un'operatrice dell'Aquilone e ha scoperto l'esistenza del creativo e folle centro diurno con il sogno di impiantare un laboratorio di moda basato sul riciclo.
Il Centro diurno  afferente al dipartimento di salute mentale della Asl Na1 Centro e co-gestito dalla Asl e dalla Cooperativa Era è specializzato nella manifattura di opere di artigianato che si basano sul principio del riuso e dell'utilizzo di materie naturali: alberi con tronco in legno e chioma con retina o lana o carta riciclata, splendidi vesuvi in ceramica, cornici realizzate con carta di giornale, vecchie credenze restaurate con elementi di decoro originali. Queste sono solo alcune delle meraviglie realizzate dalle persone ospiti dell'Aquilone che è possibile acquistare nel negozio "Che Follia" che si trova in via dei Tribunali, nel pieno centro storico di Napoli. L'idea alla base di tutti i laboratori dell'Aquilone è quella di recuperare oggetti che andrebbero perduti così come nel Centro si cerca di far esprimere nonché formare al lavoro persone che altrimenti sarebbero emarginate dalla società. Sono 40 i sofferenti psichici che frequentano l'Aquilone, tra loro alcune con doppia diagnosi (che vedono associata al problema psichiatrico una dipendenza) e due ex internati degli Opg.
Ascoltando il racconto dell'operatrice Francesco De Domenico ha suggerito di scrivere ai dirigenti della Juki Italia e l'accordo si è realizzato.
"Virginia Capuano che si è fermata a parlare con noi durante la Fiera ha aperto lo spiraglio di questa collaborazione. Noi produciamo macchine da cucire e il centro si prefiggeva di  attivare un laboratorio di moda attingendo a collaborazioni con aziende disponibili e attente al sociale, ecco che abbiamo deciso di collaborare. Abbiamo pensato "perché no" vuol dire che il nostro incontro non è stato casuale: le attività che fanno il bene sociale lo fanno a tutti. A dare una mano anche noi, ora ci sentiamo più soddisfatti. Abbiamo dato tre macchine familiari in comodato per l'uso, non abbiamo posto una scadenza, se il progetto si dovesse fermare ci possono restituire le macchine, se va avanti possiamo lasciarle a tempo indeterminato".
La Juki Italia ha donato tre macchine da cucito casalinghe con qualità professionale: una taglia e cuci che rifinisce anche la parte interna degli abiti e altre due che realizzano un'infinità di punti e permettono di cucire tantissime tipologie di tessuto e in alcuni casi, da valutare caso per caso insieme all'esperto di zona, anche la pelle e le scarpe.
"Avevamo pensato di mettere su una sartoria professionale, ma non avevamo le risorse. La Juki è stata provvidenziale. Grazie alle macchine da cucire pensiamo di realizzare una linea di moda basata sul riciclo di stoffe. Tante aziende ci regalano campionari e stoffe bellissime che non si usano più e possono essere utilizzate.  Il laboratorio coinvolgerà 4, 5 persone e abbiamo già registrato durante la dimostrazione dell'uso delle macchine grande curiosità. I manufatti realizzati dai sofferenti psichici sono molto apprezzati nel negozio Che Follia e spesso ci vengono commissionate le bomboniere per cerimonie. Chi non lavora in questo campo non può comprendere quanto sia grande per gli utenti il ritorno psicologico in termini di immagine di se del fatto che qualcuno scelga le loro opere. L'Aquilone in questo senso è una vera e propria palestra per il lavoro", racconta Bianca Maria Croce responsabile organizzativa della struttura per conto di Era che dirige il centro insieme alla responsabile della Asl, Daniela Sorrentino.
La Juki non si è limitata al dono, ma ha anche inviato da Milano una formatrice che spiegasse l'uso delle macchine a operatori e utenti. "Se vendo una macchina al rivenditore locale la prende e la sa usare - continua De Domenico - ma se la prende un privato senza esperienza necessita una formazione e il nostro dovere commerciale e umano è mettere tutti in condizione di usare le macchine".
Nata a Tokio nel 1938 la Juki corporation è una cooperativa che riunisce una serie di produttori diventata negli anni un vero e proprio colosso con 3000 dipendenti nel mondo e una gamma di 20.000 macchine di ultima generazione in cui all'elettronica si unisce l'informatica.
 In Italia Juki esiste da circa 20 anni ed è molto conosciuta nel settore industriale (a Napoli 7 macchine su 10 sono Juki), mentre nel 2006 sono state inserite sul nostro mercato anche le macchine familiari. Ecco che anche in questo campo, scalzando le storiche, ma al confronto meno professionali Necchi e Singer, si sta facendo strada l'azienda che applica alle macchine casalinghe gli stessi criteri di qualità delle macchine industriali (l'unico marchio che fa i crash test anche sulle macchine casalinghe è Juki).
La gamma casalinga propone diverse macchine ognuna con molteplici funzionalità (al contrario delle macchine industriali che fanno una sola cosa) e costi che vanno dai 200 euro a 1800 euro.
"Ci siamo lanciati in questa avventura - conclude De Domenico - trascinati dall'emozione, senza domandarci se ci tornerà o meno qualcosa a livello pubblicitario. Non capita tutti i giorni di entrare in un luogo come L'Aquilone. E' una struttura encomiabile".

Alessandra del Giudice

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