L’indomabile lottatore, motorino instancabile dell’Afro Napoli, suona la carica in vista del match interno contro i granata
È la chiave giusta per imbrigliare il gioco degli avversari quando cercano di salire in cattedra. Dà assoluto equilibro alla sua squadra sia quando si propone in avanti che nell’atto del difendersi.
Per quelle che sono le sue caratteristiche (tempismo, grinta, tenacia, forza esplosiva e generosità) è il classico giocatore che qualsivoglia allenatore si porterebbe con sé per poter andare in guerra. È questo e tanto altro Bruno Fernandes, centrocampista insostituibile dell’Afro Napoli, che nel giro di poco tempo dal suo sbarco nello scorso periodo estivo in terra napoletana nella categoria Eccellenza, è diventato la colonna portante del gioco di Ambrosino. Bruno, nelle cui vene scorre sangue portoghese, è un duro lottatore dal cuore buono che per nessuna ragione al mondo non si risparmia mai sul rettangolo verde.
Se c’è un calciatore in grado di mettere tutti d’accordo quello è proprio lui: BF non tira mai la gamba in qualsiasi contrasto di gioco, offre un prezioso contributo in tutte le zolle del campo e ha una forte propensione a ringhiare spezzando soprattutto le idee velleitarie dei suoi antagonisti. L’indomabile mastino lusitano, classe 1996, si trova in un periodo di forma scintillante e lo dimostra la sua prodezza in campionato nell’ultimo turno che è valsa la vittoria clamorosa in extremis dell’Afro Napoli sul terreno di una signora squadra come la Frattese. Insomma una bella iniezione di fiducia per la truppa di Ambrosino per il prosieguo del campionato. In attesa dell’imminente partita casalinga dei leoni contro il San Giorgio ci facciamo una bella chiacchierata con Bruno Fernandes, originario di Lisbona.
Ti sei ambientato nel migliore dei modi all'Afro Napoli dopo sei mesi dal tuo insediamento. Come è stato il tuo primo giorno in biancoverde?
È stato particolare perché stavo in ansia dal momento che dovevo conoscere i miei nuovi compagni di squadra e tutto l’ambiente. Devo dire che loro mi hanno accolto benissimo e mi sono sentito subito a casa.
Sei entrato in punta di piedi nell’Afro Napoli e giorno dopo giorno ti sei conquistato la fiducia e il rispetto dei tuoi compagni e di mister Ambrosino: ora alla luce anche delle tue recenti e superbe prestazioni ti senti un calciatore indispensabile per questa squadra?
Sono arrivato all’Afro Napoli che non mi conosceva nessuno come calciatore: do sempre il massimo in campo per aiutare la squadra e non mi sento fondamentale. Cerco solo di essere a disposizione nel migliore modo possibile per mister Ambrosino.
Grazie al tuo gol vittoria contro la Frattese hai decretato la prima sconfitta ai nerostellati su un campo insidioso come quello dello “Ianniello”. Certamente finora è la tua rete più importante da quando sei qui. Quali sono i tuoi obiettivi con questa maglia?
Sicuramente quella è la marcatura più importante per me sia per la caratura dell’avversario che per il risultato finale conseguito: il mio obiettivo è dare costantemente il 100% aiutando la squadra a raggiungere traguardi prestigiosi. Speriamo di farcela e tireremo le somme a fine campionato, ora testa al San Giorgio.
Quanto vale Bruno Fernandes come uomo e come calciatore?
Non saprei, so solo che come persona sono educato, tranquillo e disponibile con tutti. Come calciatore mi piace lottare su ogni pallone e sono un calciatore di quantità che fa tanto lavoro sporco per la squadra. Sono consapevole che ho tanto da imparare e crescere sia dentro che fuori dal campo.
Quando giochi si vede chiaramente che dai tutto te stesso fino all'ultima goccia di sudore. Qual è il tuo vero ruolo in mezzo al campo: mezzala o centrocampista centrale che protegge la difesa?
Nel momento in cui scendo in campo sono concentrato dal primo all’ultimo minuto di gioco: il mio ruolo è centrocampista centrale però mister Ambrosino mi sta facendo giocare da mezzala e anche in passato ho giocato in questa posizione. Io sono completa a disposizione del mister: gioco dove vuole lui.
In mezzo al campo in chi ti rivedi e qual è il tuo modello di ispirazione?
Il mio calciatore preferito è Patrick Vieira: ho sempre guardato lui sin da piccolo. Tra quelli in attività invece mi piacciono molto Allan, Kroos e Witsel.
In questo fine settimana parlando di campionato nella ventunesima giornata l'Afro Napoli gioca in casa ed ospita il San Giorgio: che partita ti aspetti e in che modo pensi di arginare Spilabotte che va a segno da tre giornate consecutive?
Sarà un match molto delicato perché i granata sono una buona squadra: dobbiamo cercare di mantenere la stessa umiltà, determinazione, attenzione e cattiveria che abbiamo avuto contro la Frattese. Tutte le partite adesso per noi rappresentano delle finali e non possiamo più permetterci di sbagliare. Spilabotte cercherò di limitarlo seguendo sempre il mio credo calcistico.
Ti aspettavi di trovare all'Afro Napoli innanzitutto una famiglia speciale oltre che una squadra di calcio?
Sono rimasto sorpreso da questo club in maniera positiva: la società cerca sempre di farci stare bene e sono contento di essere parte integrante di questa comunità.
Come pensi che si possa contrastare il fenomeno del razzismo nel mondo del calcio?
È molto complicato a mio avviso poter estirpare questo male in maniera definitiva: ci vogliono sanzioni forti come succede in Inghilterra per condannare questi facinorosi e far capire loro che il razzismo non è altro che stupidità.
Qual è il tuo rapporto con mister Ambrosino e il presidente Gargiulo?
Con loro il rapporto è molto buono: sono due grandi persone che mi hanno aiutato tanto e io li ringrazio per questo.
Secondo te chi è il calciatore più talentuoso dell’Afro Napoli?
Nella nostra rosa annoveriamo tanti calciatori di qualità e con tutto il rispetto per il mio gruppo cito due calciatori che si distinguono dagli altri: mi riferisco a Blas Cittadini e Alfredo Romano.
Hai mai pensato ad una professione alternativa a quella del calciatore?
Prima di approdare in Italia ho svolto diversi lavori e mi ricordo quando lavorai in una fabbrica di automobili. In questo momento ho la testa indirizzata solo per il calcio che è la mia unica passione. In futuro mi piacerebbe entrare nel mondo della fisioterapia, una realtà che è a stretto contatto con questo sport.
Se dovessi scegliere tra la cucina portoghese e quella napoletana quale preferiresti?
Quella del mio Paese e in particolare mi piace molto “la carne de porco à Alentejana” (una combinazione di carne di maiale e vongole, con patate e coriandolo, ndr). Qui da voi invece apprezzo tanto la pasta al pesto napoletano. In questa città cerco di mangiare bene e non sento, a dire il vero, la mancanza dei piatti tipici portoghesi.
Nel tempo libero cosa ti piace fare?
Mi piace stare a casa per riposare oppure scendo per fare una passeggiata con la mia fidanzata o con i miei amici al fine di conoscere meglio la città.
Per te l’amore, la famiglia e l’amicizia sono valori decisamente più importanti del calcio?
Assolutamente sì.
Cosa ti piace in particolare di Napoli?
Tutto soprattutto come i napoletani vivono il calcio minuto per minuto.
Alessio Bocchetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA