Teranga: musica e danze del mondo nel sottosuolo di Napoli

Il Teranga offre a chi è curioso di conoscere la cultura africana spazi e occasioni d’incontro : corsi di danza , di musica e percussioni, cineforum, scambio e reading di libri. Nel locale, arredato con quadri, tappeti, mobili, e colori evocativi dell’Afica, situato in vico Belvedere a Pignatelli 11, vicino l’Università “L’Orientale”, si organizzano anche incontri alla luce di candele, “per conoscersi e parlarsi in un ‘atmosfera rilassata” – spiega Judicael Ouango, proprietario del locale.

Judicael, originario del Burkina Faso, è arrivato in Italia tredici anni fa; alto e longilineo cercava fortuna come giocatore di basket, poi, racconta, si è dedicato a vari lavori. L’assenza di strutture dedicate agli immigrati lo ha spinto ad allestire il Teranga, termine senegalese che significa accoglienza, uno spazio sotterraneo di circa 60 mq, a forma di botte, qualche metro sotto il livello del suolo. L’Associazione Macchia di colori in poco più di dieci mesi ha raccolto oltre 3000 soci, di cui 2000 italiani. La lezione di percussioni, ad esempio, ha un seguito di allievi, circa dieci, sia africani, sia italiani.

Judicael è anche scrittore, “Dunja” e “Lontano dal cuore, lontano dal colore” i suoi libri. Della cultura napoletana al suo arrivo ciò che lo ha colpito è stata l’assenza di regole : “mi aspettavo una situazione simile in una città africana, non in una grande città europea.”

Daniele Pallotta

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