Patrizio Rispo: “Raffaele è un esempio di vita”

Patrizio Rispo copiaPatrizio Rispo è un volto storico di Un Posto Al Sole, il suo Raffaele è uno dei personaggi più popolari e amati dal pubblico. Rispo è anche uno degli attori il cui impegno è più profuso a livello sociale nella sua città: molto vicino ai bambini del Pausilipon Santobono, impegnato nella ricerca con il Pascale, l’interprete del portiere di Palazzo Palladini ci racconta quanto sia preziosa e prolifica la sua frequentazione con la città, uno scambio, una ricchezza, a partire dal suo rapporto con i fan. Ecco cosa ci ha detto quando lo abbiamo incontrato sul set del Centro Produzione Rai di Napoli. 

Partiamo dal suo ruolo di padre, di Diego e Patrizio, che negli ultimi tempi, ne hanno fatte vedere delle belle a Raffaele…

Diego ha vissuto molti traumi, poverino, dalla perdita della madre, in maniera violenta, alla malattia, alla difficoltà di trovare lavoro, insomma, questo povero ragazzo dimostra che non basta aver studiato per farcela, perché è laureato, è stato all’estero, conosce le lingue, è onesto, simpatico ma ha comunque difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Per lui è una fase delicata, ha avuto un momento di debolezza psicologica legato all’innamoramento per Beatrice, ha rischiato di perdere proprio il senno perché è diventato quasi uno stalker però questo racconta anche che in momenti di debolezza bisogna chiedere aiuto, essere forti perché poi ci sono delle devianze, dei pericoli. Diego aveva delle insicurezze come uomo, una fase abbastanza difficile che Raffaele aveva appena terminato con l’altro figlio, Patrizio.

Invece, come è Patrizio Rispo come papà nella vita?

I miei figli sono in piena adolescenza. Io sono il loro nemico, e per forza perché comunque il padre deve fare da paletto e quindi diventi il loro nemico, come un innamorato non corrisposto, ma poi passa… 

Come vivono loro questa immagine di padre così famoso a Napoli?

La vivono come me, con grande semplicità, loro sono abituati, mi vedono per strada mentre bacio, abbraccio tutti e gli dico “Vedete questa? Questa è la mia forza. Io sono amato, rispettato, coccolato da tutti non per i soldi, non per una pistola ma perché sono una persona perbene, mi faccio voler bene, non dico mai di no agli altri e raccolgo quello che potrei avere con il potere, con la potenza, con i soprusi ma non c’è bisogno, basta essere onesti, rispettare gli altri”. Sono felice di essere un esempio positivo, di educazione, di morale, veramente Raffaele non sbaglia e questo anche nella vita è importante. 

Parliamo di problemi giudiziari che si sono susseguiti negli anni all’interno del social drama, riguardando, in ultima analisi, lo stesso Diego. Oggi si parla molto di cattiva giustizia e indagini sulla Magistratura, da questo punto di vista Un posto al sole è proprio sul pezzo, cosa ne pensa?

Guarda, noi li conosciamo purtroppo da troppi anni, infatti la mia crisi più grande è proprio questa, di non voler più ascoltare parole che non danno riscontro ai fatti. Siamo in campagna anche nella vita, anche le persone lo sono, non solo i politici che ormai fanno solo quello, ma anche noi sentiamo discorsi, problematiche. Io ogni anno vado a trovare i ragazzi in carcere, ci sono situazioni pietose. Mia moglie fa la traduttrice per il tribunale e vede casi di ragazzi immigrati arrestati per cinque grammi di erba che vanno in galera nonostante in carceri come Poggioreale ci siano dodici, tredici persone a cella in 10 metri quadrati, senza riscaldamento, senza acqua, senza dignità. Abbiamo carceri fatte, costruite, arredate ma non abbiamo più fatto assunzioni. Soltanto in Campania ce ne sono sei ma non abbiamo personale da inserire all’interno. La crisi della riforma della giustizia va fatta assolutamente perché ancora oggi ci sono tempi lunghissimi per i processi, chi ha la possibilità va in prescrizione, insomma, i problemi che conosciamo tutti. 

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Secondo lei, il carcere oggi in Italia è educativo?

No! In queste condizioni ma che vuoi educare? Le riforme da fare subito sono le carceri e la scuola, perché noi mettiamo materiale umano ma se non dai l’esempio della cultura, dell’educazione, non serve a nulla. Ad esempio, la scuola nostra, quella italiana che era tra le migliori al mondo, oggi vive una crisi pazzesca, non ci sono insegnanti motivati, giovani, stiamo raccogliendo insegnanti a fine carriera, stanchi. La scuola andrebbe ridisegnata sul modello anglosassone: ci vogliono qualcuno che badi ai ragazzi fino alle 17, spazi dove facciano fare sport e studino arte come materia scolastica, perché sono costantemente distratti dal cellulare. La scuola deve accompagnare veramente una generazione che ora è allo sbando e stiamo vivendo tutti una forte insicurezza per i nostri ragazzi. 

Nel corso di questi anni, ha affrontato col suo personaggio tante tematiche sociali. Qual è il problema sociale che le è piaciuto raccontare di più perché sentiva suo e qual è invece quello che le piacerebbe ancora raccontare?

Più che raccontare nello specifico temi sociali, io con il mio personaggio sono l’esempio ed oggi l’esempio è proprio il primo passo per dire “lo dobbiamo fare tutti”. Raffaele ed io siamo attentissimi proprio all’educazione civica che è anche un’altra cosa che si dovrebbe studiare nelle scuole, lo faccio io nella vita e lo fa Raffaele in scena, non ho mai sbagliato congiuntivi, non ho mai detto volgarità, non ho mai mancato di rispetto gli altri, quindi questo è un comportamento poi amato dal nostro pubblico. Tantissime volte in vari atteggiamenti con la moglie e con i figli, Raffaele ha dato dei segnali che poi chi guarda ha apprezzato, ne abbiamo continuamente riscontro. A mio avviso, lui è un personaggio “educativo”. 

Quali sono i principali progetti sociali che la vedono impegnato?

Io sono molto impegnato nel sociale, chiaramente il primo approccio è quello con Raffaele, quello socievole, divertente, però poi la mia frequentazione costante con il territorio, ha fatto sì che si sia fatto conoscere anche Patrizio, che fondamentalmente è un po’ più profondo ma comunque molto simile a Raffaele, che è un po’ più leggero. Il cuore, l’attenzione agli altri, il metterci l’anima, è la caratterista in comune tra i due. 

E i rapporti sul set? Essendo un lavoro quotidiano come vivete l’ambiente di lavoro?

Un Posto al Sole è una famiglia, veramente, io non dico più “siamo un cast di attori”, ci guardiamo negli occhi e ci capiamo, questa è la ricchezza di fare qualcosa insieme da 24 anni. C’è un tale approfondimento dei personaggi, una padronanza delle nostre storie, una gratificazione di tutta la squadra perché ognuno ha la sua storia, il suo momento, per cui c’è proprio una bellissima atmosfera.

Giovanni Salzano

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