Patrizio Rispo: “Ho dato molto di me a Raffaele in questi 20 anni”

Patrizio RispoIn vista della puntata numero 5000, che andrà in onda con doppio episodio il prossimo 11 maggio, abbiamo intervistato un volto storico di Un Posto al Sole: Patrizio Rispo. Rispo è Raffaele Giordano. Sulla scena, ma, come in una strano gioco di specchi tra fiction e realtà, ormai sempre di più anche nella vita quotidiana, in cui tutti si aspettano che l’attore si comporti come il simpatico portiere di Palazzo Palladini…

Dopo ormai quasi 22 anni, quanto Patrizio c’è in Raffaele e viceversa? 

Beh tanto, del resto, nel corso del tempo, io ci ho messo del mio, suggerendo agli stessi autori di arricchire la sfera umana ed emotiva del mio personaggio. Da parte sua, Raffaele è la parte più divertente di me, quella che mi permette di poter ancora tirar fuori, alla mia età, il “pazzariello” che è in me. Ma lui, come me, ha anche una attenzione per gli altri, una sensibilità, una umanità, un senso civico, che io gli ho trasmesso e che ci rende, dunque, molto simili. Ma le affinità più forti, più che vederle io, sono gli altri a darle per scontare. Le persone ci rimangono male se io non mi comporto come si comporterebbe Raffaele in una certa situazione, si aspettano il siparietto. Mi fermano per strada, invitano a prendere un caffè, mi abbracciano, baciano, trattano come un amico, ma fa parte del gioco e della confusione che c’è tra finzione e realtà in un social drama come Un Posto al Sole, dove la forza è proprio un rapporto intessuto nella quotidianità, sia rispetto alle relazioni che si creano con gli altri attori del cast, sia rispetto al pubblico, con cui diventi, a lungo andare, un po’ come uno di famiglia. 

A proposito del cast, con quali attori ha legato di più negli anni? 

Con tanti attori che poi sono diventati amici: c’è sicuramente un feeling particolare con la mia famiglia, Ornella Bruni (Maria Giulia Cavalli), i miei figli Diego (Francesco Vitiello), Patrizio (Lorenzo Sarcinelli) e Viola (Ilenia Lazzarin). Ma anche con Renato (Marzio Honorato), ho un ottimo rapporto. Con loro ci vediamo fuori dal set, ci vogliamo bene, ci supportiamo, siamo un gruppo compatto. Del resto, non potrebbe essere altrimenti perché questo è un lavoro di squadra e, per lavorare insieme, bisogna star bene tutti. 

Cosa significa per lei oggi far parte di Un Posto Al Sole?

Un Posto al Sole è un’isola felice, senza la quale sinceramente non so se avrei fatto ancora l’attore oggi, ti da’ la possibilità di cambiare tutti i giorni interpretando sempre lo stesso personaggio con grande successo. Ed è un fatto raro, oggi lì fuori è durissima, è una battaglia all’ultimo sangue fare l’attore con dignità, e io ho la fortuna di essere qui e ne sono contentissimo. 

Patrizio Rispo 1

C’è un aneddoto, una curiosità, che in questi oltre 20 anni, ricorda in particolare? 

Il nostro è un lavoro quotidiano, entriamo in una dimensione parallela, come una seconda vita, c’è un senso di appartenenza rispetto alla squadra e rispetto all’affetto del pubblico che, come dicevo, spesso confonde persona e personaggio. Quando Rita Giordano morì, mi venne chiesto se era morta davvero l’attrice, ma me ne sono capitate tante, la gente mi mostra comunque sempre un grandissimo affetto, anche quando mi chiedono cose strane. Recentemente mi è capitato che mi chiedessero di farci un selfie nel bel mezzo di un funerale, ad esempio… 

A proposito di Rita, sappiamo di un ritorno dal passato della sua prima moglie…Ci può anticipare qualcosa? 

Il ritorno ci sarà, rivedremo Rita (Adele Pandolfi) nella puntata numero 5000 del prossimo 11 maggio, in circostanze molto misteriose, per così dire…

Tornando al presente, che sviluppi ci dobbiamo aspettare rispetto al suo personaggio?

In questo momento, Raffaele è impegnato su più fronti “familiari”: supporta Viola che vive una fase di depressione post-partum, è alle prese con la fine della adolescenza di Patrizio, ma questo non gli impedisce di continuare a prendersi in giro con Otello e Renato, i suoi soci comici.

I temi sociali affrontati negli anni sono davvero tanti. Ce ne è uno che le sta particolarmente a cuore o una nuova questione che vorrebbe fosse approfondita?

Ce ne sono continuamente di temi sociali nuovi, la crisi economica, il cambiamento che investe la famiglia, la scuola, i bambini, gli autori accolgono anche i nostri stimoli, consapevoli che veicolare certi messaggi può avere una qualche incidenza sulla realtà. Ricordo che quando affrontammo il problema della donazione del sangue, ci fu un’impennata del 25% di persone che andarono a donare il sangue. Vuol dire che la nostra sensibilizzazione funzionò. Perciò è importante sempre far passare determinati messaggi, anche quando raccontiamo la violenza, la camorra, sappiamo che ci guardano dal carcere ed è importante essere d’esempio. 

Nel tempo, lei ha sposato diverse cause sociali. Ce ne è una a cui è più legato tuttora?

Ne ho sposate tante di cause sociali, ad esempio quella dell’Unicef, che lavora per i bambini più sfortunati, quelli che sono in guerra o vivono in estrema povertà. Ma ho dato il mio contributo anche alla campagna per sostenere i piccoli malati oncologici degli ospedali napoletani…Ora faccio parte del Consiglio di amministrazione del teatro Mercadante, dove vorremmo fare qualcosa per i giovani talenti, spesso allo sbaraglio, senza strumenti contrattualistici capaci di tutelarli…

Impegni attuali o progetti futuri? 

Sono impegnato nella produzione di un piccolo film che dovrebbe uscire dopo l’estate; un corto che ambisce a diventare poi lungometraggio, sul tema dell’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Con me in questa avventura mi sono portato i miei colleghi Upas: Francesco Vitiello, che curerà la regia, e Claudia Ruffo e Davide Devenuto come interpreti.

Maria Nocerino

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